Quattro frecce: la banalità dei parcheggi brutti di Messina

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Questo 2020 sta per concludersi e siamo ancora qui a parlare di quanto siano orribili i parcheggi di Messina. Le difficoltà che ha causato l’emergenza sanitaria non ha assolutamente portato cambiamenti positivi nei comportamenti dei cittadini. Anzi. Si continua a parcheggiare male e continua – chiaramente – la narrazione di Quattro Frecce.

Una macchina parcheggiata nel posto sbagliato può sembrare una banalità se la osserviamo nella totalità delle cose. Cosa sarà mai un posteggio brutto davanti ai ricoveri, alle malattie, alle frane, ai terremoti, agli incidenti? Sarà sempre un piccolo parcheggio brutto. Piccolo, così piccolo che spesso non ci facciamo nemmeno caso. E smettiamo di sorprenderci e arrabbiarci.

Quel vizio che non riesco a togliermi

Parcheggiare male è solo una delle nostre abitudini. Per i messinesi, la vettura in divieto di sosta è come quel vecchio callo sul piede. Brutto, bruttissimo ma che fa parte, ormai, del nostro intero corpo e in un certo senso, a quel brutto callo ci siamo affezionati.

«Se solo si capisse l’arte della prevenzione – dicono sospirando i nostri esperti – si riuscirebbe ad estirpare questo brutto vizio del parcheggio brutto». Ma noi siamo accaniti, non possiamo rassegnarci. Capire di far parte di un’ecosistema più grande ci permetterebbe di vivere meglio.

Può sembrare banale retorica ma non lo è. Perché quel piccolo e brutto parcheggio entra dentro un sistema gigantesco di cose che ci fanno arrivare molto spesso tra gli ultimi posti delle classifiche nazionali, per esempio quella dedicata alla Qualità della vita 2020 realizzata, come ogni anno, dal Sole 24 ore.

Messina ha perso 10 posti in dieci anni, finendo al 91esimo posto. Siamo in fondo, perennemente in fondo. E sapete qual è uno dei dati più rilevanti? Che Messina ha una percentuale altissima di tasso di motorizzazione, il che significa avere in città più macchine di quelle che servirebbero.

Quattro Frecce per i piccoli

Una delle cose più sgradevoli dell’automobilista messinese, oltre al parcheggio brutto, è il non fermarsi davanti alle strisce pedonali. Soprattutto quando i pedoni sono i bambini.

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