Paolino Sottile, 56 anni, di Capo d’Orlando, è stato arrestato dagli uomini del Commissariato locale di Polizia, per usura. Nell’ambito della stessa operazione è stata notificata un’ordinanza di divieto di dimora a Marcello Restifo Pecorella, Funzionario delle Poste.
Sottile, già arrestato per usura 4 anni fa, secondo accusa avrebbe costretto due imprenditori che si erano rivolti a lui per un prestito alla restituzione della somma gravata di interessi annui del 240%. Attraverso una intercettazione, si scopre che una delle vittime era stata indirizzata a Sottile da Marcello Restifo Pecorella, funzionario dell’Ufficio postale di Capo d’Orlando, per il quale il gip Laudadio ha disposto un provvedimento di divieto di dimora a Capo d’Orlando.
L’operazione, denominata “Pecunia 2”, nasce nel mese di marzo 2013, quando gli investigatori del Commissariato di Patti hanno avviato un’indagine sui prestiti di denaro a tassi usurai. Furono convocati alcuni imprenditori vittime di usura, che denunciarono i fatti accaduti.
Grazie all’attività tecnica effettuata dai poliziotti, intercettazioni ambientali e telefoniche, è stato possibile ricostruire la vicenda.
In particolare, è emerso che nell’aprile 2011 un imprenditore orlandino che versava in gravi difficoltà economiche si era recato presso l’Ufficio Postale di Capo d’Orlando, chiedendo un prestito ad un Funzionario. Questi- sostiene l’accusa – riferiva all’imprenditore che non era possibile percorrere vie istituzionali per ottenere il prestito richiesto, ma che avrebbe potuto rivolgersi al un suo conoscente, sottolineando la necessità di essere puntuale nelle scadenze dei pagamenti.
L’imprenditore accettò la proposta e- sempre a detta dell’accusa – il Funzionario dell’Ufficio Postale avrebbe contattato l’usuraio ed avrebbe consegnato all’imprenditore, poco dopo, la somma contante di 3mila euro, dietro il corrispettivo di un assegno postdatato di 3.600 euro, con in pratica un interesse mensile del 20%.
Pochi giorni prima della scadenza dell’assegno, il denunciante, non avendo la possibilità di coprire il titolo, si recava nuovamente presso l’Ufficio Postale, chiedendo una dilazione di pagamento, ma il Dirigente- sostiene l’accusa – gli negava categoricamente tale possibilità, poiché altrimenti l’autore del prestito, si sarebbe presentato nell’ufficio postale invendo contro di lui di fronte ai clienti.
Pertanto la vittima, recuperata la somma richiesta, tornava nell’Ufficio Postale consegnandola al Funzionario che gli restituiva l’assegno lasciato in garanzia.
Qualche mese dopo, l’imprenditore trovandosi nuovamente in difficoltà economiche, tornava dal Funzionario postale che, questa volta, si rifiutava di aiutarlo. Poco dopo, la vittima trovava sulla scrivania del suo ufficio il biglietto da visita dell’usuraio. Pertanto lo contattava direttamente, facendo nascere un nuovo rapporto di prestiti con tassi usurai che dura dal novembre 2011 ad oggi.
Altre intercettazioni, inoltre, avrebbero stabilito che un altro imprenditore è vittima dello stesso usuraio.
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