Operazione “Indennizzo”: risarciti anche 46mila euro per un falso sinistro. I retroscena

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ZarconeAntonino RealeFilippoAll’alba, nei comuni di Barcellona Pozzo di Gotto, Mazzarà Sant’Andrea, Milazzo, Castroreale, Terme Vigliatore e Tortorici, i Carabinieri di Barcellona hanno dato esecuzione a 16 misure cautelari personali per associazione a delinquere finalizzata alla commissione delle truffe alle assicurazioni. Ad essere indagati anche due avvocati e quattro medici: i legali Antonio Carlo Zarcone e Anna Maria Coppolino; i dottori Filippo Reale, Bernardino Salamone, Giuseppe Milioni, Caludio Aliberti, Domenico Giunta.

Le indagini  dei militari dell’Arma, iniziate nel novembre del 2010, e coordinate dalla Procura della Repubblica di Barcellona, hanno accertato che il sodalizio ha ideato un numero importante di falsi incidenti stradali. Nell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari, firmata dal Gip del Tribunale di Barcellona, figurano 33 falsi sinistri e richieste di risarcimento per una somma pari a 1.500.000 euro circa. Le compagnie  di assicurazioni, nella gran parte dei casi, hanno già liquidato l’intero indennizzo richiesto.

Ad incastrare i soggetti coinvolti, una microspia installata dalla Procura della Repubblica e dai Carabinieri nello studio legale di uno dei presunti capi dell’associazione, l’Avvocato Antonino Carlo Zarcone. Le indagini si sono svolte anche attraverso intercettazioni telefoniche, acquisizione di documenti, pedinamenti, che hanno portato alla luce il crimine.

L’associazione operava nel modo seguente: secondo l’accusa, i presunti capi, l’Avvocato Zarcone e Filippo Reale ideavano un falso incidente o aggravavano il bilancio di incidenti effettivamente avvenuti. Individuati i mezzi “coinvolti”, si premuravano di creare ad arte i “falsi” danni. Venivano poi individuati i soggetti coinvolti nel sinistro che, appositamente istruiti dai capi dell’associazione, venivamo accompagnati al Pronto Soccorso di uno degli ospedali del comprensorio, dove riferivano di essere stati vittime di incidenti stradali e di accusare dolori inducendo in errore il medico di turno, che solitamente attestava la presenza di lesioni, giudicate guaribili in pochi giorni.

Successivamente- sempre a detta dell’accusa- il soggetto si recava  da uno dei quattro medici del sodalizio criminale che redigeva falsi certificati in cui si attestava il disturbo come causa dell’incidente. Il documento medico metteva in evidenza invalidità importanti.

A questo punto si procedeva con la richiesta di risarcimento del danno. Solitamente la compagnia di assicurazioni sottoponeva a visita medico-legale il “danneggiato”, all’esito della quale erano sempre smentite le conclusioni del medico di parte associato. Nasceva quindi un contenzioso che spesso veniva chiuso in via stragiudiziale mediante il riconoscimento a favore del “danneggiato” di un indennizzo minore rispetto a quello inizialmente richiesto. In molte altre occasioni, sul rifiuto delle compagnie di pagare l’indennizzo era predisposta citazione a giudizio innanzi al Giudice di Pace. Il risarcimento più grosso, ottenuto dall’organizzazione, è stato di 46mila euro.

L’associazione si avvaleva anche della di falsi testimoni che, istruiti a dovere, rendevano avvaloravano la tesi della “parte lesa”. Liquidato il danno tramite assegno, Reale e Zarcone accompagnavano, o facevano accompagnare da altri soggetti coinvolti, l’intestatario del titolo in banca al fine di intascare immediatamente il profitto. Solitamente l’assegno era inviato allo studio di Zarcone o dell’altro legale associato, l’avvocato Anna Maria Coppolino, in modo da avere l’assoluto controllo anche della riscossione del denaro. Altro indennizzo era richiesto, e spesso ottenuto, per i danni ai mezzi.

L’indagine, nell’ambito della quale sono state emanate le 16 misure cautelari, vede coinvolti ed iscritti sul registro degli indagati 133 soggetti. Tra questi anche un terzo avvocato per il quale il gip non ha eemesso alcuna misura cautelare. Sono stati individuati ulteriori sinistri che presentano indizi di falsità. Le indagini proseguono.

 Le frodi alle assicurazioni, molto diffuse sul territorio, hanno costretto quasi tutte le compagnie di assicurazione ad abbandonare il comprensorio di Barcellona o a praticare premi di importo quasi proibitivo a carico dei cittadini. Il fenomeno è talmente radicato che un consulente medico, docente all’Università degli Studi di Messina, su richiesta di una compagnia assicurativa, in merito ad un parere circa l’esistenza di lesioni indicate come derivanti proprio da uno dei sinistri di cui è stata riconosciuta la falsità, ha dichiarato: «Si evidenzia che il caso rientra a pieno titolo fra quelli, assai poco limpidi, che con grande frequenza si ha modo di osservare nel distretto di Barcellona. Si tratta di casi nei quali è costante l’intervento di soliti noti medici che con estrema disinvoltura emettono certificazioni o reperti di indagini diagnostiche assai compiacenti, a supporto di lesioni rilevanti, di fatto insussistenti, e/o di percorsi clinici consistenti, con il fine poi di rendere ammissibili postumi più o meno rilevanti. Tale fenomeno avviene sotto gli occhi e con buona pace di tutti».

Per l’avvocato Zarcone e i medici Reale, Salamone e Milione sono stati disposti gli arresti domiciliari. Per i dottori Aliberti e Giunta, per l’avvocato Coppolino,  il divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale.

Inoltre, è stato disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza per Giovanni D’Angelo, Elisabetta Sidoti , Anna Maria Campanella, Antonino Bisognano, Filippo Iannello. Obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per altre 4 persone, tre di Barcellona e una di Tortorici.

 

Nelle foto: Antonino Carlo Zarcone e Filippo Reale

 

 

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