Roberta lotta ancora per la vita. Quella vita che sin qui, 18 anni, tra lo scorso anno e questo che sta per concludersi le ha già tolto gli affetti più cari: mamma e papà.
Roberta Imperiale, lo scorso sabato notte, non sapeva, uscendo da casa di un’amica, cosa l’aspettasse. Lì, aveva trascorso la serata con i compagni di classe, quelli dell’ultimo anno del Classico all’istituto Don Bosco; quelli con cui ci si promette: ” non ci perderemo mai. Noi della gloriosa quinta saremo sempre uniti”.
Sono uniti, adesso – quelli dell’ultimo anno del Classico del Don Bosco – dall’angoscia, dal dolore, dalla preghiera, dalla speranza.
Sperano, pregano, che Roberta, per un miracolo o per la bravura dei medici, o semplicemente perchè il destino ha deciso: “Ok, tregua per Roberta, ne ha passate tante, troppe a soli 18 anni. Ritorni a vivere i suoi 18 anni, ritorni a sedersi accanto a quel compagno di banco che la notte di sabato guidava la moto da cui è caduta. Quel compagno che dalla notte di sabato, piange e prega. Più di ogni altro”.
E se noi tutti sappiamo ancora pregare, facciamolo. Per Roberta. Per noi.
Patrizia Vita
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