A finire in manette, questa mattina, per tentato omicidio, sono stati Angelo Immormino, 22 anni, e Maurizio Lanfranchi, 40 anni. I due sarebbero gli autori dell’aggressione ai danni di Antonino Lisi, 35 anni, avvenuta lo scorso 25 maggio nel cortile di un condominio nel Rione Ogliastri.
Secondo la ricostruzione degli investigatori della Squadra Mobile, in quell’occasione Lisi avrebbe litigato per futili motivi di vicinato con la madre di Immormino, e nel diverbio l’avrebbe anche schiaffeggiata.
Il figlio Angelo, venuto a conoscenza dell’accaduto, insieme ad altri due amici, tra cui Lanfranchi- sempre a detta degli investigatori – avrebbe organizzato una spedizione punitiva nei confronti di Lisi. Quest’ultimo, accoltellato all’addome e al torace era finito in prognosi riservata in ospedale. All’arrivo della Polizia sul posto, mentre l’ambulanza portava via la vittima, diversi testimoni avevano confermato l’avvenuta aggressione senza rivelare però i nomi delle persone coinvolte e responsabili.
La stessa sera dell’accaduto, Angelo Immormino, che durante l’accoltellamento aveva riportato ferite da taglio alle mani e una lussazione alla spalla, si era presentato all’ospedale Piemonte per farsi refertare. “Vittima di un incidente stradale” – disse ai medici. Fu un passo falso. L’incidente non risultava essere mai avvenuto e i sospetti della Polizia ountarono su di lui, residente a rione Ogliastri.
A questo punto le indagini della Squadra Mobile, terza sezione, diretta da Rosalba Stramandino, subiscono una svolta, attraverso la comparazione del Dna su quanto ritrovato nel luogo dell’aggressione: una cicca di sigaretta, che si scoprirà essere della madre di Immormino, ed ancora uno straccio, una felpa e della tracce di sangue che risulteranno appartenere allo stesso Immormino, tutto riconduce al 22enne. Scatta inoltre la perquisizione della sua abitazione, dove viene rinvenuta una saponetta sporca di sangue.
A stringere il cerchio, inoltre, ulteriori eventi avvenuti il 23 agosto scorso. Lisi, uscito ormai dall’ospedale, incontra in strada Maurizio Lanfranchi ( amico di Immormino) che viaggia sulla propria auto. Tra i due divampa una lite e Lanfranchi denuncia Lisi affermando che quest’ultimo lo ha aggredito, minacciato con un arnese da giardino e ha preso a colpi di casco la sua auto. Lisi nega.
Ma le prove ormai sono schiaccianti, la ricostruzione dei fatti diventa facile per la Squadra Mobile: Immormino e Lanfranchi vengono arrestati per tentato omicidio e detenzione e porto in luogo pubblico di arma da taglio e trasferiti al carcere di Gazzi. Non si conosce ancora l’identità del terzo uomo che con loro partecipò al ferimento del 25 maggio.
Nelle foto:Angelo Immormino e Maurizio Lanfranchi
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