Si è concluso ieri pomeriggio il processo, con rito direttissimo, nei confronti dei due attivisti del Pinelli coinvolti negli scontri con le forze dell’ordine il 31 agosto scorso, durante la rimozione della tenda comparsa in piazza Pugliatti nei giorni precedenti, tenda che che ospitava una donna in evidente difficoltà.
Sergio Runci, 39 anni, è stato condannato a 10 mesi di reclusione, Irene Romeo, 29 anni, a 6 mesi. Runci rimane agli arresti domiciliari, per Romeo, invece, il giudice ha revocato l’obbligo di firma, e quindi da ieri è completamente libera.
La Procura aveva richiesto 4 mesi di reclusione per la resistenza a pubblico ufficiale e l’assoluzione per tutto il resto, cioè le lesioni al vigile urbano coinvolto negli scontri con gli attivisti durante lo sgombero della tenda, ritenendole “lesioni accidentali”.
Il giudice monocratico Massimiliamo Micali, ijnvece, dopo aver ascoltato le testimonianze ed avere visionato anche alcuni filmati ha deciso diversamente. Il reato ritenuto sussistente per entrambi è la resistenza a pubblico ufficiale. I mesi in più per Runci derivano dal fatto che ha rifiutato di fornire le proprie generalità.
Il giudice, nella sentenza, ha disposto la trasmissione degli atti al Pm in relazione al reato di lesioni con la dicitura «per fatto diverso da quello contestato». Si aspettano le motivazioni per capire quale peso possa avere questo particolare della sentenza.
Irene è stata assolta per aver rifiutato di fornire le proprie generalità «perché il fatto non sussiste», e poi tutti e due gli attivisti sono stati assolti dall’ipotesi di oltraggio a pubblico ufficiale «per non aver commesso il fatto».
A giudicare dalla sentenza, sembrerebbe che la ricostruzione dei fatti fornita dai vigili urbani nei loro verbali e poi fatta propria dalla Procura non è stata ritenuta credibile in tutte le sue parti.
I legali dei due attivisti, Goffredo D’Antona, Pierluigi Venuti e Guido Moschella, non hanno commentato la sentenza e attendono di leggere le motivazioni.
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