Messina. Nuovi risvolti nelle indagini della sparatoria al Lido M’ama: secondo il Tribunale del Riesame, Gianfranco Aloisi e Alessandro Cutè, non dovranno rispondere di tentato omicidio.
I due, infatti, non avevano intenzione di colpire la trentaquattrenne Tania Cariddi, ma il buttafuori che aveva vietato loro l’ingresso alla serata.
Tania Cariddi, che si trovava sul posto per una serata con amiche, è stata colpita su tre punti dai proiettili sparati dal mezzo in movimento.
A confermare l’ultima ricostruzione è la presenza di un nuovo testimone: un amico dei due indiziati che avrebbe assistito alla lite con il buttafuori.
All’ingresso del M’ama, il dipendente alla sicurezza del locale avrebbe impedito l’ingresso ai giovani, rivolgendosi al Cutè “in modo poco rispettoso”. L’addetto al locale avrebbe dato del “muccuso” (bambino) al ragazzo sbarrandogli l’accesso. La presenza di persone che Cutè conosceva e che provenivano da Mangialupi ha innescato la “necessità” dei due ragazzi di ripristinare la loro immagine di fronte al quartiere.
A confermare i movimenti dei ragazzi i tabulati telefonici: i due avrebbero preso la Smart intorno a mezzanotte per andare via da Grotte e ritornarci intorno alle 2 del mattino per l’atto di ritorsione.
I due giovani restano quindi in carcere. Risponderanno adesso di lesioni e non di tentato omicidio. Reato ipotizzato al momento dell’arresto dalla Procura.
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