Cinque rinvii a giudizio per i “ruderi d’oro” nelle Eolie, sono stati decisi stamani dal gup Daniela Urbani. Rinvio a giudizio per: Maria Bernadette Cincotta, residente ad Alicudi, Rutilio Taranto, di Santa Marina Salina, Antonio Milone di San Filippo del Mela, Samira Mathlouthi, tunisino, e Stefano Triolo, di Alicudi, quest’ultimo già agli arresti domiciliari. L’accusa è di associazione a delinquere e truffa. Gli imputati erano riusciti a intestarsi, secondo l’accusa, con vari espedienti nelle Eolie case di isolani emigrati in Australia negli anni ’50 e ’60 e non più tornati per poi rivenderle con lucrose transazioni. Indagini della Guardia di Finanza di Milazzo e Lipari portarono alla notifica di misure cautelari per due persone. Furono sequestrati 13 immobili ubicati nelle isole di Filicudi, Alicudi e Salina. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore di Messina Maria Pellegrino, durata oltre tre anni, aveva messo in luce anche la complicità di alcuni professionisti. Gli indagati- sempre a detta dell’accusa- avevano utilizzato illecitamente le procure loro conferite dagli emigrati e ricorrevano all’usucapione o ad altre procedure di successione, secondo l’accusa senza averne titolo, per acquisire la proprietà degli immobili e quindi rivenderli. Associazione e truffa le accuse contestate a vario titolo. Stralciata per problemi di notifica la posizione di Filippo Calarese, di Messina.
Sono stati difesi dagli avvocati Carmelo Raspaolo, Paola Rigano, Donatella Romagnolo, Rosario Venuto, Manuela Mancuso e Alessandra Ioppolo. Prossima udienza il 9 luglio 2014.
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