Quel tragico volo da un viadotto in cui morirono mamma e figlio di 16 mesi: Cas a giudizio

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a20Tre rinvii a giudizio, un “non luogo a procedere” ed una assoluzione sono stati decisi oggi dal Gup Monica Marino, nell’ambito del procedimento penale scaturito da un incidente avvenuto sulla A20, in cui persero la vita una madre ed il suo bambino. Era il 12 agosto del 2011, quando una Renault Laguna volò dal Viadotto Fiorentino dell’autostrada Messina-Palermo, nei pressi del casello di Villafranca Tirrena. In quel tragico volo morirono Giovanna De Salvo, 30 anni, ed il suo bambino di appena 16 mesi, Andrea D’Arrigo, che viaggiava sul sedile posteriore in braccio alla madre.
Nell’inchiesta che seguì a quelle morti furono indagati alcuni dirigenti del Cas ( Consorzio Autostrade Siciliane): alcune perizie, infatti, avevano stabilito che le barriere di protezione dell”autostrada, in quel tratto, non fossero a norma e, dunque, non garantirono la sicurezza in caso di urto.
Degli iniziali indagati, oggi, il Gup, accogliendo la richiesta del PM, Liliana Todaro, ha assolto per non aver commesso il fatto l’ingegner Gaetano Sciacca, ex Commissario ad acta del CAS, che quel ruolo lo ricopriva da appena una settimana, pertanto la mancata messa in sicurezza non poteva dipendere da lui.
Il giudice ha inoltre dichiarato il non luogo a procedere, per non aver commesso il fatto, per l’architetto Letterio Frisone, dirigente dei servizi di gestione del Cas, e ha rinviato a giudizio l’ingegner Gaspare Sceusa, dirigente CAS, il geometra Carmelo Cigno, responsabile di zona e l’ex commissario straordinario del Cas, Calogero Beringheli. Dovranno comparire davanti al giudice monocratico il prossimo 23 maggio.

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