L’hanno chiamata ‘Matassa’, perchè come una matassa non è stata facile da sbrogliare. Un’indagine pura, priva del supporto di ‘gole profonde’, quella portata a termine oggi dalla Squadra Mobile di Messina, diretta da Giuseppe Anzalone, sezione anticrimine diretta da Franco Oliveri. Con 35 arresti, lo Stato decapita 3 clan mafiosi cittadini, ma non solo. L’operazione Matassa svela ancora una volta il marcio di un settore chiave della città dello Stretto: quella politica vecchio stampo che si nutre di inciuci vecchi come la corruzione elettorale. E’ questa l’accusa che grava sul capo del consigliere comunale Paolo David. Per gli inquirenti l’esponente politico avrebbe ‘reclutato’ elettori attraverso benefit di varia natura: soldi ( 50 euro), buste della spesa, assunzioni trimestrali.
Sin qui, l’operazione ha infatti fatto luce su presunti condizionamenti del voto, ha accertato, secondo magistrati e investigatori, l’esistenza di una vera e propria associazione per delinquere finalizzata al voto
di scambio, operante nell’arco temporale in cui si sono svolte in citta’ le consultazioni elettorali regionali, politiche e comunali che vanno dall’ottobre 2012 al giugno 2013.
Ma qual è il nesso tra clan mafiosi e politica? L’ordinanza cita che promotore e organizzatore di un’associazione nella quale convergevano varie attività criminali ( stupefacenti, estorsioni) ma anche agevolazioni in caso di elezioni alla politica locale, sarebbe stato il boss di Camaro, Carmelo Ventura.
L’organizzazione – a detta dell’accusa – raccoglieva un cospicuo numero di voti, avvalendosi di un gruppo di persone gravitanti negli ambienti della criminalita’ organizzata che, allo scopo di ottenere vantaggi (denaro, derrate alimentari, disbrigo di pratiche amministrative, promesse di posti di lavoro, appalti), agiva come struttura di aggressiva ‘propaganda elettorale’. In particolare, alcuni degli arrestati, spiegano gli inquirenti, “mediante un diffuso e capillare sistema clientelare” ostacolavano “il libero esercizio del diritto degli elettori”, “procurando voti a Franco Rinaldi”, presidente del collegio dei deputati questori all’Ars, ex Pd confluito in Forza Italia, “e a Francantonio Genovese”, il parlamentare nazionale, ex leader democratico siciliano poi passato tra gli azzurri. Va sottolineato che nè Rinaldi nè Genovese sono indagati in questa operazione. ” Paolo David – ha detto il questore Giuseppe Cucchiara – avrebbe agito in piena autonomia nella ‘acquisizione’ dei voti dalla malavita”. In pratica, David, probabilmente per mostrare il proprio potere di raccolta voti, ometteva di dire ai due leader che si tratta di voti ‘comprati’.
Non procacciava voti ma era ‘accreditato’ presso la criminalità cittadina- secondo gli inquirenti – Giuseppe Capurro, finito ai domiciliari. L’ex consigliere comunale, gia’ capogruppo consiliare Pdl eletto, candidato alle elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio comunale di Messina del 2013 e non rieletto, e’ ritenuto responsabile di concorso esterno in associazione mafiosa, “per aver contribuito, senza farne parte, al rafforzamento del clan Ventura e dei suoi interessi economici. Inoltre, candidato alle elezioni amministrative per il consiglio Comunale di Messina, avrebbe accettato la promessa del boss Carmelo Ventura di procurare voti in cambio di denaro”.
Ed ancora abbiamo un noto professionista, maestro della chirurgia plastica, Giuseppe Picarella,ex presidente della Stu Tirone, titolare e gestore di strutture sanitarie, per l’accusa garantiva assunzioni ai soggetti che promettevano il loro sostegno elettorale ai candidati.
Trait d’union tra mafia e politica erano Angelo e Giuseppe Pernicone, Baldassarre Giunti, Adelfio Perticari. Avevano il ruolo di procacciatori di voti e di mantenere i contatti tra i soggetti politici e gli ambienti della criminalita’ organizzata facente capo al clan Ventura e al clan Sparta’. Adelfio Perticari è il 41enne recentemente arrestato perchè ritenuto auotore del ferimento mortale del 20enne Giuseppe De Francesco, avvenuto lo scorso 9 aprile.
Le indagini della Squadra Mobile, svolte in un arco temporale che va dal luglio 2011 al giugno 2013, hanno inoltre consentito di stilare una sorta di mappa del nuovo crimine organizzato messinese. Un sistema gerarchico e non piramidale – ha sottolineato il procuratore capo Guido Lo Forte – in cui appare evidente la collocazione di ‘ultima istanza’ che ha Carmelo Ventura”. Per il magistrato numero 1 di Messina è una sottile linea di demarcazione quella che pone il boss di Camaro al vertice dei clan, che comunque interagiscono tra loro in una forma di collaborazione. Santa Lucia sopra Contesse, capitanato dal boss detenuto Giacomo Sparta’, che dal carcere- sostengono gli inquirenti – continua ad avvalersi della collaborazione dei suoi uomini di fiducia Gaetano Nostro e Raimondo Messina. E’ il clan ritenuto attivo nel settore estorsioni a imprenditori, pronto a costituire società, per inserirsi nei settori dell’edilizia e dei servizi di sicurezza dei pubblici spettacoli. Poi c’è una terza organizzazione, capeggiata dal detenuto Santi Ferrante, sempre attiva a Camaro.
Sono stati sottoposti alla misura della custodia cautelare in carcere:
Carmelo Ventura, 55 anni, detto “Carosello”; Andrea De Francesco, 45 anni, Lorenzo Guarnera, 55 anni; Salvatore Mangano, 37 anni, inteso “Panzazza”; Albino Misiti, 54 anni; Giovanni Moschitta, 57 anni; Adelfio Perticari, 46 anni, inteso “Adolfo”; Domenico Trentin, 37 anni; Giovanni Ventura, 35 anni; Santi Ferrante, 61 anni, già detenuto, detto “Ricchiazzi”; Salvatore Pulio, 45 anni; Fortunato Cirillo, 50 anni; Gaetano Nostro, 47 anni; Raimondo Messina, 43 anni; Giuseppe Cambria Scimone, 52 anni, “Peppone”; Giovanni Celona, 46 anni; Francesco Foti,53 anni; Francesco Giacoppo, 50 anni; Angelo Pernicone, 61 anni, detto “Berlusconi”; Giuseppe Pernicone, 35 anni; Luca Siracusano, 40 anni, “U Biddicchiu”; Pietro Santapaola, 52 anni; Paolo David, 59 anni, consigliere comunale; Pietro Costa, 27 anni; Fortunato Magazzu’, 27 anni; Francesco Tamburella, 33 anni.
Arresti domiciliari per: Vincenza Celona, 44 anni; Giuseppe Capurro, 61 anni, ex consigliere comunale; Giuseppe Picarella, 61 anni, medico; Baldassarre Giunti, 57 anni; Stefano Genovese, 62 anni, ispettore di Polizia in pensione; Carmelo Catalano, 24 anni; Carmelo Bombaci, 34 anni; Massimiliano Milo, 37 anni; Rocco Milo, 40 anni.
Sequestro preventivo per l’esercizio commerciale “La Piazzetta s.n.c. di Ventura Giovanni & co.”; “Consorzio Sociale Siciliano”, con sede legale a Messina; “Ser. Ge. 93 Servizi Generali s.r.l.” di Messina; e la “Cooperativa Sociale Angel” con sede legale in Messina.
Patrizia Vita
Gli avvocati Nino Favazzo ed Emilio Fragale, legali di Paolo David, precisano:
“Dopo aver avuto modo di leggere la ordinanza di custodia cautelare eseguita in data odierna, quali difensori di fiducia di Paolo David, ci corre l’obbligo precisare che al nostro assistito non vengono contestate condotte di voto di scambio politicomafioso, come erroneamente riferito da alcune agenzie di stampa. La contestazione riguarda, invece, la esistenza di un presunto vincolo associativo semplice, finalizzato al voto di scambio e circoscritto alle campagne elettorali del 2012 e del 2013. A prescindere da ogni considerazione circa la configurabilità, già in astratto, della ipotesi di reato oggetto di contestazione, siamo certi che il nostro assistito sarà in grado di dimostrare la propria piena estraneità rispetto all’addebito che gli viene mosso”.
(1273)