Indagini serrate, fatte di sequestri, sopralluoghi, perizie. Dietro il giallo della morte di Provvidenza Grassi c’è una macchina investigativa che si muove a pieno regime, per dare sì riscontro alla tesi degli inquirenti, che non abbandonano l’idea dell’incidente stradale , autonomo, in cui avrebbe perso la vita la 27enne, ma senza tralasciare altre ipotesi. Il padre della ragazza, Giovanni Grassi, dubita che la figlia sia rimasta vittima di un incidente stradale e qualche elemento a supporto ce l’ha. Rivediamo quali. Partiamo dall’ultimo. La polizia stradale ha scoperto, e sequestrato ieri, una stradina secondaria che porta al sottoponte, contrada Maziotta. La 600 potrebbe esserci arrivata da quella trazzera giù dove è stata ritrovata. Qualcuno potrebbe avercela spinta, magari tamponando l’utilitaria sino a farla precipitare. Forse Provvidenza, dentro l’abitacolo, era già cadavere ed è volata via dall’auto che scivolava giù. Forse l’hanno posta altri nei pressi della carcassa della vettura.
Poi c’è una targa ritrovata il giorno del rinvenimento del cadavere attaccata al guardrail ( danneggiato) che si presume l’auto condotta da Provvidenza abbia sfondato prima di precipitare nel vuoto. La domanda che segue è: nessuno, per sei mesi, neanche attraverso un sopralluogo dei tecnici del Cas, che si suppone periodicamente percorrano l’autostrada, ha mai avvistato una targa attaccata a un guardrail ammaccato? Va detto che nei 6 mesi trascorsi dalla scomparsa di Provvidenza c’erano ricerche in corso e logica vuole che il tratto di strada che la ragazza percorreva per tornare a casa sia stato setacciato a dovere.
Ed ancora, la vettura ha forti danni alla parte posteriore, come fosse stata tamponata. Ne segue: nella circostanza ipotizzata di incidente autonomo sarebbe caduta dal viadotto con la parte anteriore che dunque risulterebbe maggiormente danneggiata, e non quella posteriore.
Dell’anomalia rilevata dalle telecamere dell’emittente televisiva Tremedia ne abbiamo già parlato: quel guardrail che risulterebbe intatto 13 giorni dopo il presunto incidente.
E infine l’ultima stranezza. Se Provvidenza Grassi è morta la notte del 10 luglio, al ritorno dalla serata trascorsa a Rometta, com’è possibile che dal suo cellulare sia partita una telefonata alle 13 dell’11 luglio? E dov’è adesso quel cellulare? E’ stato ritrovato tra le sterpaglie, nell’abitacolo, addosso a quel corpo in decomposizione?
L’autopsia, che sarà effettuata nel pomeriggio dal medico legale Elvira Ventura Spagnolo, dovrebbe stabilire di cosa è morta. Sui tempi è difficile dare risposta.
Patrizia Vita
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