La Squadra Mobile conclude un’indagine avviata nel luglio 2013 con 4 arresti, ma altri due sono indagati, per una serie di episodi di usura. Ad essere raggiunti dalla misura cautelare degli arresti domiciliari, firmat dal fip Monica Marino, richiesta dal sostituto procuratore Alessia Giorgianni, sono stati due uomini e due donne, tutti residenti a Messina. Si tratta di un dipendente Atm, Antonino Catania, nato ad Acireale, 56 anni; Teresa Corsaro, messinese, 57 anni; Salvatore Saccà, macellaio, messinese, 47 anni; Francesca Augliera, messinese, 81 anni. Solo per Saccà l’accusa è favoreggiamento. Per gli altri è usura.
Le intercettazioni ambientali ed il prezioso aiuto delle vittime
hanno reso evidenti il modus operandi sui prestiti erogati a persone
in difficoltà economiche per somme di denaro che oscillavano tra i
500 e i 3000 euro.
Importi iniziali che lievitavano in pochissimo tempo fino a
raggiungere somme ben più importanti con interessi usurai che
variavano dal 48,67% fino al 470,97%.
Chi, preferibilmente pensionati, casalinghe o piccoli commercianti, credendo di risolvere una difficoltà temporanea quale, ad esempio, il pagamento di bollette, si rivolgeva agli strozzini,( tutti scollegati tra loro) e si ritrovava in una spirale infinita caratterizzata da continui pagamenti che avevano luogo presso le
attività commerciali delle vittime o in strada.A fronte di un prestito iniziale di poche centinaia o un migliaio di euro, la vittima doveva, settimanalmeente, pagare rate di interessi, salvo la sorte capitale. Spesso l’onere era talmente gravoso che occorreva rinegoziare l’accordo, il che faceva lievitare notevolmente il debito contratto.
Stratagemma comune era quello di far credere che il debito non fosse
dovuto alla persona a cui la vittima si era rivolta ma a
terzi con i quali il fittizio intermediario si era esposto in prima
persona a garanzia del debito.
L’indagine è stata avviata a seguito della denuncia di una delle vittima che ha consentito di monitorare l’attivita d’usura dei 6 indagati.
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