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Operazione Refriger: 5 condanne per un totale di 46 anni

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tribunale-messina 1Il clan Mangialupi, 5 dei suoi appartenenti arrestati nell’ambito della operazione Refriger, oggi davanti al gup Antonino Genovese: inflitte condanne per un totale di 46 anni per associazione finalizzata allo spaccio di eroina, cocaina e marijuana.
Hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato: Francesco Turiano, ritenuto il capo dell’organizzazione, per lui una pena di
16 anni; Eugenio Paone, 10 anni; Pietro Coppolino e Domenico Parisi, 8 anni; Tommaso Crupi, 4 anni.
L’operazione Refriger scattò, in condizioni particolari, il 25 giugno 2013. Mentre una gran folla acclamava il nuovo sindaco, un’altra folla, più modesta come dimensioni, “disturbava” l’operazione della Squadra Mobile, che al rione Mangialupi stava effettuando gli arresti. Furono momenti di grande tensione.
Le indagini presero il via a seguito del sequestro, effettuato nel febbraio 2013 ad Acqualadroni, di quasi 16 chili di eroina e di oltre un chilo di cocaina, ma anche di armi e munizioni. In particolare, abilmente occultate ad una profondità di circa 40 cm, nella spiaggia, all’interno di un bidone di plastica per alimenti e di un borsone, si trovavano custoditi una pistola mitragliatrice, due pistole semiautomatiche, tre pistole a tamburo, circa duemila munizioni di vario calibro, più 15,684 Kg di eroina e 1,112 Kg di cocaina.
Seguirono ulteriori sequestri di armi, a carico di ignoti, effettuati al Rione Mangialupi. Il più importante avvenne nel gennaio 2013, quando furono ritrovate una pistola mitragliatrice, tre pistole semiautomatiche di vario calibro, due revolver, una penna pistola di fattura artigianale un fucile automatico cal. 12 modello BREDA, un panetto di tritolo del tipo militare del peso complessivo di gr. 492,3, un cilindretto della stessa sostanza, un migliaio di munizioni, anche da guerra, 1 kg. di polvere da sparo,ed oltre due chili di marijuana.
Intercettazioni e pedinamenti avevano consentito di stabilire che uno degli indagati, soprannominato “Refriger” da Turiano, era costretto a sottostare alle continue e pressanti richieste del “capo” per occultare per suo conto armi e droga da consegnare all’occorrenza agli altri sodali del gruppo.

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