La Corte d’Assise di Reggio Calabria ha condannato a 10 anni e 8 mesi di reclusione Giuseppe Signorino, l’uomo che a Messina, nel febbraio 2010, uccise il genero. Tre anni e mezzo fa un omicidio che sconvolse la città: un avvocato, Nino Fazio, fu raggiunto da una fucilata alla testa. In strada, via Placida, a tarda sera, sotto l’abitazione del professionista, il suo cadavere era steso sull’asfalto, al crocevia, sotto una pioggia incessante che batteva sin dal pomeriggio del 14 febbraio 2010. La testa devastata dalla raffica, un impermeabile a coprire malamente la vittima e la folla di curiosi che si accalcava, nonostante il temporale, per sapere. Sul sedile di un’auto vicina, un bambino, figlio di Nino Fazio. Poco dopo, l’autore dell’omicidio si costituì ai carabinieri. Era Giuseppe Signorino, di Misterbianco, suocero dell’avvocato Fazio,che aveva ucciso il genero, da tempo separato dalla moglie ( figlia dell’omicida) da cui aveva avuto 3 figli, per motivi familiari. Quella sera del 2010 era una delle tante in cui l’anziano portava uno dei 3 nipotini dal professionista. Misterbianco-Messina andata e ritorno per far vedere un figlio al padre. Quella sera, però, una discussione più accesa del solito ha fatto scattare la molla: Signorino ha imbracciato il fucile che aveva in auto e ha sparato contro il genero. Un colpo, uno solo, che ha raggiunto Fazio alla testa, uccidendolo sul colpo.
Signorino confessò l’omicidio, in primo grado fu condannato a 18 anni di carcere,in appello a 16, ma i difensori dell’anziano, in Cassazione, ottennero che al loro assistito fossero riconosciute le attenuanti generiche dichiarandole prevalenti sull’aggravante di avere agito contro un parente. Gli atti furono rimandati alla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, che ha condannato a 10 anni e 8 mesi Giuseppe Signorino.
Patrizia Vita
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