Ecco come viene ricostruita la storia della società al centro delle indagine della operazione Buco nero, facente capo al gruppo Borella.
“La società DE.MO.TER. S.p.A., costituita il 6 marzo 1978, passando dal movimento terra agli appalti pubblici, eseguendo lavori in importanti opere pubbliche, quali autostrade, acquedotti, metanodotti, gallerie, opere ferroviarie, in Italia ed all’estero, ha raggiunto un livello di espansione che in venti anni di attività può essere quantificato in un complessivo volume d’affari medio di 60 milioni di Euro.
A partire dal 30 gennaio 2010, la società iniziava a cedere diversi rami d’azienda ed altre società ad essa collegate, stipulando alcuni contratti d’affitto di altri rami d’azienda.
La DE.MO.TER. viene sottoposta a procedura di liquidazione volontaria nel novembre 2011, nell’ambito della quale viene nominato liquidatore l’avv. Maurizio Cacace, figlio del noto commercialista Salvatore.
Il principale indagato, Carlo Borella, si rende promotore di una proposta di concordato preventivo, formalizzata nel dicembre dello stesso anno che, tuttavia, non viene accolta poiché la società indicata per risolvere lo stato di insolvenza, la CUBO S.p.A., è comunque riconducibile al gruppo imprenditoriale.
In data 01.02.2013, la società viene dichiarata fallita.
Giova evidenziare che le vicende societarie della DE.MO.TER. s.p.a. sono strettamente legate ai trascorsi giudiziari di uno degli esponenti più rappresentativi del gruppo familiare che ne ha la proprietà e la gestione, Carlo Borella, ex Presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori edili (A.N.C.E.) di Messina.
E’ bene segnalare che questo gruppo imprenditoriale e la stessa persona di Carlo Borella risultano direttamente coinvolti, non solo e semplicemente quale parte offesa, in numerose operazioni di polizia giudiziaria condotte in Sicilia ed in Calabria. Anche il padre, Benito Borella, avente a carico precedenti penali e pregiudizi di polizia, nella sua qualità di capostipite del gruppo imprenditoriale, è emerso in importanti indagini.
In particolare, quest’Ufficio ha svolto complesse ed articolate indagini su alcune condotte estorsive attuate da esponenti della criminalità organizzata barcellonese, conclusesi con l’arresto, in esecuzione di misure cautelari, degli autori (Operazione Sistema II).
Carlo Borella, seppure vittima di una delle attività estorsive oggetto d’indagine, poneva in essere una vera e propria condotta favoreggiatrice, non solo non ammettendo il ruolo di parte offesa, ma addirittura tentando di inquinare le fonti investigative. Per tali condotte era stata avanzata richiesta di misura cautelare nei confronti dell’imprenditore e del suo capo cantiere Biagio Raffa, tuttavia non accolta.
Con sentenza datata 14 marzo 2012, il Gip giudicava Carlo Borella colpevole del reato di favoreggiamento, stabilendo la pena di anni due di reclusione.
Successivamente, il 22 marzo 2013, la Corte d’Appello di Messina gli riduceva la condanna inflitta in primo grado ad un anno e due mesi di reclusione.
Con il contributo di commercialisti esperti e senza scrupoli,la società DE.MO.TER. s.p.a. è stata progressivamente svuotata dei suoi rami d’azienda più rilevanti e produttivi, costituiti da importanti commesse pubbliche, predisponendo le condizioni per l’avvio della procedura di concordato preventivo, previa sottoposizione della stessa società alla liquidazione volontaria, mediante assunzione di terzo con l’intervento della CUBO s.p.a., società comunque riconducibile al gruppo Borella.
Basti ricordare che, già in data 12 marzo 2010, risulta costituita la società anonima “DEMOTER AFRIC”, con sede in Costa d’Avorio.
In particolare, le condotte distrattive sono state individuate in ben sette distinti capi d’imputazione.
In primo luogo, viene contestato a carico del Consiglio di Amministrazione della DE.MO.TER. S.p.A. e del collegio sindacale di aver distratto la quota totalitaria del capitale della S.A.GEN. s.r.l. (proprietaria di un notevole complesso immobiliare), detenuta da DE.MO.TER. S.p.A., e per averla appostata al bilancio per l’importo di Euro 4.190.000,00 tra le immobilizzazioni finanziarie, conferendola nel capitale della HB S.P.A., costituita dalla DE.MO.TER. per scissione, in data 27.08.2009.
Gli amministratori ed il collegio sindacale, hanno esposto falsamente nei bilanci di DE.MO.TER. s.p.a., passività inesistenti per l’importo di Euro 3.163.153,28, cedendo tali passività alla RCD s.r.l., realizzavano una plusvalenza fittizia da cessione di Euro 2.224.384,58, concorrendo a cagionare il dissesto della DE.MO.TER., successivamente dichiarata fallita.
Nello stesso giorno della costituzione della società BRICK s.r.l., in data 06.05.2011, la DE.MO.TER s.p.a. cedeva a questa società un ramo aziendale del valora di Euro 1.254.952, verso un corrispettivo di Euro 50.000,00. A sua volta, la BRICK s.r.l., attraverso una scissione in data 06.05.2011, costituiva la società CUBO s.p.a., per conferimento del ramo d’azienda sopra indicato, già ceduto da DE.MO.TER., sottoscrivendo l’intero capitale sociale per l’importo di Euro 5.300.000,00, sulla base di una perizia giurata falsa redatta da PANARELLO Benedetto, in realtà corrispondente al valore effettivo di Euro 9.201,715.
Con contratto di affitto del 14 settembre 2011, la DE.MO.TER. s.p.a. cedeva un ramo di azienda alla CUBO s.p.a. per il canone annuo di Euro 90.000,00, realmente stimabile nel valore di Euro 412.768.
Con contratto di affitto della stessa data, la DE.MO.TER. s.p.a. cedeva un ramo di azienda alla FONDAZIONE ELSE s.r.l. per il canone annuo di Euro 60.000,00, realmente stimabile nel valore di Euro 155.425,00.
Con contratto di affitto del 14 settembre 2011, la DE.MO.TER. s.p.a. cedeva un ramo di azienda alla EPUROXY s.r.l. per il canone annuo di Euro 45.000,00, realmente stimabile nel valore di Euro 191.137,00.
E’ stata, dunque, effettuata la ricostruzione del processo di trasformazione del volto societario del gruppo Borella.
Carlo Borella ha scientemente agito per creare le premesse e le condizioni necessarie ad isolare, da un punto di vista societario, la DE.MOTER. s.p.a.dal resto del gruppo imprenditoriale di famiglia e, pur continuando a mantenerne il controllo, evitare il dissesto finanziario della stessa.
E’ stato, infatti, individuato il nesso causale tra le cessioni dei rami d’azienda della DE.MO.TER. s.p.a., effettuate secondo un preciso ordine logico e cronologico, che si incrociano con la contestuale costituzione di società, comunque riconducibili al gruppo Borella, seguendo un preordinato disegno criminoso, caratterizzato da ardite operazioni societarie artificiose, volto a far apparire, sia ai fini della certificazione antimafia che a quelli meramente commerciali e contabili, che sia la persona fisica Carlo Borella, sia la persona giuridica DE.MO.TER. s.p.a. non hanno più alcuna relazione con l’intero gruppo imprenditoriale familiare.
In realtà, BORELLA Carlo è egli stesso organizzatore e promotore della collocazione di nuovi soggetti nelle cariche amministrative e delle titolarità degli assetti proprietari societari. Egli è e rimane, unitamente al padre Benito Borella, alla sostanziale guida del gruppo pur non rivestendo alcun ruolo all’interno del gruppo imprenditoriale.”
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