In primo grado condannato a due anni per falsa testimonianza, oggi assolto dai giudici della Corte d’Appello di Reggio Calabria. E’ la buona notizia per il magistrato Olindo Canali, ex Pm della Procura di Barcellona, oggi passato al Civile al Tribunale di Milano. Ma era ancora Pubblico Ministero quando, nel 2009, nel corso del maxiprocesso Mare Nostrum, svoltosi a Messina contro i clan dell’area del Longano, fu chiamato come testimone dai giudici della Corte d’Assise. Il tutto in relazione all’omicidio del giornalista Beppe Alfano, assassinato nel gennaio 1993, le cui indagini furono coordinate da Canali.
Al centro di quella testimonianza c’era un memoriale, scritto dallo stesso magistrato inquirente, del quale lui dapprima negò la paternità, successivamente la ammise.
In quel memoriale, nero su bianco, Canali sosteneva che l’omicidio di Alfano non aveva avuto una connotazione mafiosa. Un’ottima sponda per la difesa di Giuseppe Gullotti, il temuto boss di Barcellona cui l’accusa attribuì il ruolo di mandante del delitto Alfano. Fu infatti portato in aula il documento.
L’alternanza di dichiarazioni formulate dal Pm aveva, poi, determinato l’accusa di falsa testimonianza nei confronti di Olindo Canali e, lo scorso anno, la condanna a due anni di reclusione emessa dai giudici di Reggio Calabria, cui il processo era stato trasmesso per competenza territoriale. Oggi l’assoluzione.
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