Pugno duro del commissario dell’Atm Domenico Manna contro presunti reati commessi ai danni dell’azienda trasporti. Il dirigente comunale ha affidato all’avvocato Vittorio Di Pietro l’incarico di costituire l’ente pubblico Parte civile nel procedimento a carico dell’ex commissario Atm, Cristofaro La Corte, quest’ultimo è stato anche questore a Messina, ed Ettore Sciacca, responsabile sicurezza dell’Atm. Il 5 febbraio scorso era stata rinviata a maggio l’udienza preliminare sulla richiesta di rinvio a giudizio per i due. A maggio il giudice deciderà se accogliere o meno la richiesta di costituzione di Parte civile dell’Atm. A La Corte e Sciacca – si legge negli atti dell’ente ai trasporti – viene contestato “l’articolo 314 del codice penale perché avendo gli stessi la disponibilità del telefonino aziendale (rispettivamente modello Motorola V9 La Corte e Nokia E51 Sciacca) per ragioni connesse al proprio ufficio se ne appropriavano omettendone o ritardandone la restituzione successivamente alla cessazione dall’incarico nonostante fosse stata reiteratamente sollecitata la riconsegna”. Per Manna è derivato un pregiudizio di carattere patrimoniale nel mancato recupero del bene aziendale. Manna ha autorizzato il direttore generale dell’Atm Carmelo Crisafulli, rappresentante legale, a costituirsi Parte civile per nome e per conto dell’azienda. Nel gennaio scorso, invece, il giudice aveva rigettato, per dichiarazione tardiva ma non per responsabilità dell’avvocato Di Pietro e del commissario Manna che hanno ricevuto nomine in tempi successivi all’avvio del procedimento, la richiesta di Parte civile (sempre firmata Manna) nel processo penale che vede imputati i dipendenti Giovanni Di Pasquale, Bartolo Enea, Giuseppe Lampi, Francesco Lisa, Paolo Altadonna, Annunziato Mondello e l’ex dirigente Guglielmo Lacava. A Enea e Lacava viene contestata la tentata truffa nei confronti della Regione sulla percorrenza chilometrica dei mezzi dell’Atm, ad Altadonna, Enea, Lampi, Di Pasquale, Lisa e Mondello il reato di truffa aggravata per aver percepito – secondo l’accusa – nel periodo tra il dicembre 2007 e il giugno 2008 ingiusti profitti per spettanze retributive non dovute. In entrambi i casi giudiziari l’Atm non farà parte del procedimento per chiedere eventuali risarcimenti. @Acaffo
(246)