Ci sono anche i messinesi Giuseppe Ministeri, rappresentante dell’associazione “Daf”, e Giovanni Scimone, rappresentante dell’associazione culturale “Scimone Sframeli”, tra gli indagati dell’inchiesta palermitana che ipotizza il reato di truffa aggravata e falso ai danni della Regione siciliana. La Procura ha disposto la notifica degli avvisi di conclusione indagini per 72 responsabili di organismi teatrali in Sicilia, che secondo l’accusa hanno percepito illecitamente contributi regionali per 2 milioni e trecentomila euro. L’indagine e’ stata condotta dalla Guardia di Finanza che ha verificato 91 istituzioni culturali finanziate dalla Regione e in 72 di queste ha individuato irregolarita’ quali falsificazioni documentali, messa in scena di spettacoli ‘fantasma’, attestazioni mendaci, costi dichiarati ma mai effettivamente sostenuti, contributi previdenziali non versati, uso di fatture false nell’ambito degli interventi di sostegno delle attivita’ teatrali per l’anno 2008.
L’indagine, che ha interessato strutture con sede in tutto la Sicilia ma soprattutto nelle provincie di Catania e Palermo, trae origine da un’attivita’ ispettiva avviata nel settembre del 2011 e riguardante soggetti economici titolati a ricevere i contributi dell’assessorato ai Beni culturali, previsti dalla legge regionale 25/2007 e finalizzati a promuovere lo sviluppo delle attivita’ teatrali ed a favorirne la diffusione. I finanzieri hanno acquisito tutta la documentazione relativa alle istanze presentate dagli organismi teatrali per ottenere i finanziamenti e hanno eseguito controlli incrociati presso diversi enti e uffici pubblici. Sono in tal modo emersi cosi’ diversi casi di falsita’ dei documenti presentati all’assessorato regionale, circa i costi sostenuti per realizzare rassegne e festival e per la produzione di attivita’ teatrali nel corso del 2008, su tutto il territorio nazionale ed anche all’estero: in alcuni casi sono risultate mancanti le specificazioni necessarie, in altri le cifre erano contraffatte. Tra gli episodi piu’ significativi, quello del responsabile di un ente teatrale che era stato escluso dal contributo perche’ il cartellone sottoposto alla Regione era stato ritenuto dagli uffici di “modesto livello”, e che ha allora prodotto documenti falsi per certificare la rappresentazione di uno spettacolo con un artista di fama nazionale, spettacolo pero’ mai andato in scena. L’ammontare dei fondi pubblici che sarebbero stati indebitamente percepiti ammonta complessivamente a 2.300.000 euro.
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