guardia di finanza

Frode all’UE per oltre 600mila euro: azienda del messinese nel mirino della Finanza

Pubblicato il alle

4' min di lettura

Azienda agricola di Capizzi, in provincia di Messina, nel mirino della Guardia di Finanza: l’accusa è di frode all’Unione Europea per oltre 600mila euro. Scatta il sequestro dei beni per oltre 400mila euro. Le indagini. 

I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno concluso un’articolata attività d’indagine nei confronti di un’azienda agricola della provincia di Messina, operante nel Comune di Caronia (ME), beneficiaria di ingenti finanziamenti comunitari illegittimi, ammontanti ad oltre 600mila euro.

Le investigazioni, condotte dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Sant’Agata di Militello e coordinate dalla Procura Europea (European Public Prosecutor’s Office) di Palermo hanno consentito di fare luce su un complesso sistema di frode, posto in essere da un imprenditore agricolo peloritano, conseguentemente segnalato all’Autorità Giudiziaria per i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e falso ideologico. Di qui il provvedimento di sequestro preventivo di beni – ai fini della confisca – per un valore complessivo di oltre 400.000mila euro, nonché di 127 titoli di pagamento Agea (c.d. diritti all’aiuto) del valore complessivo di € 16.000,00 circa.

Il provvedimento cautelare interviene nella fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare conferma in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio.

Gli stanziamenti della Politica Agricola Comune, interamente finanziati dall’Unione Europea attraverso il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (FEAGA) e Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) sono finalizzati ad implementare il reddito degli agricoltori, incentivare il mantenimento in buono stato delle superfici agricole e sostenere le produzioni, aumentandone la qualità, sostenibilità e competitività. Per essere ammesso al regime di pagamento dei contributi, tuttavia, l’imprenditore agricolo deve possedere alcuni fondamentali requisiti, tra cui la titolarità di “titoli di pagamento” e la disponibilità di un’adeguata superficie, in base ad un legittimo titolo di legge.

I Finanzieri santagatesi, di contro, dopo articolati riscontri documentali e contabili, integrati dall’escussione di diversi proprietari terrieri, accertavano come l’agricoltore indagato avesse dichiarato il possesso di numerosi terreni agricoli, concentrati perlopiù nel parco dei Nebrodi, ricorrendo a falsi contratti di affitto o comodato di fondo rustico.

Nel dettaglio, come già documentato in numerosi casi della specie, emergeva come all’interno delle relative istanze venissero indebitamente inserite particelle di terreni in realtà di proprietà del Demanio Forestale della Regione Siciliana, ovvero venissero allegati falsi contratti di comodato, riportanti la firma di persone decedute molti mesi prima della stipula.

In altri termini, schemi criminali ampiamente noti ma, evidentemente, ancora in voga, sulla scorta dei quali indurre in errore l’ente pagatore Agea, in ordine al possesso di una fittizia consistenza aziendale, con conseguente indebito ottenimento di risorse comunitarie per oltre € 600.000,00.

In considerazione degli elementi raccolti, salvo diverse valutazioni nei successivi gradi di giudizio e fermo restando il principio di non colpevolezza sino a sentenza passata in giudicato, su richiesta dei Procuratori Europei delegati per la Sicilia e Calabria, il GIP del Tribunale di Patti ha quindi emesso l’odierno provvedimento di sequestro preventivo per le ingenti somme indebitamente percepite che, eseguito nei giorni scorsi dai Finanzieri santagatesi, ha riguardato liquidità e beni immobili rinvenuti nella disponibilità dell’indagato.

Il territorio dei Nebrodi, purtroppo, non è nuovo a fenomeni della specie e le modalità illecite oggi documentate sono già assurte agli onori della cronaca, anche nazionale, perché sfruttate da strutturate organizzazioni criminali, anche di matrice mafiosa, che hanno intuito in anticipo le potenzialità dei flussi finanziari provenienti dalle risorse comunitarie. Proprio per tali ragioni, Autorità Giudiziaria e Guardia di Finanza continueranno a mantenere altissima la soglia di attenzione, evitando che significative risorse pubbliche diventino facile preda di imprenditori spregiudicati, in danno dei tanti imprenditori onesti operanti in tali territori.

In tal senso, le odierne attività investigative testimoniano il continuo impegno assicurato dalla Guardia di Finanza e dalla Procura Europea nella lotta alle frodi in danno al bilancio dell’Unione Europea nel delicato territorio dei Nebrodi.

FONTE: Guardia Di Finanza – Comando Provinciale di Messina

(262)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto.