Patrizia Tindara Coppolino, 48 anni,titolare di un negozio di telefonia mobile, fallita la sua attività non si è persa d’animo e si è inventata una professione parecchio remunerativa: avvocato. Lei, senza laurea ma con tanta faccia tosta, elargiva consigli legali ( per i quali intascava fior di parcelle) a ignari clienti. E’ stata scoperta, denunciata e, ieri, anche rinviata a giudizio dalla Procura di Barcellona.
E’ accaduto proprio a Barcellona. Patrizia Tindara Coppolino, già condannata per bancarotta fraudolenta per il fallimento di un negozio per la vendita di telefonini, è passata dall’altra parte della barricata: da difesa a difensore. Uno dei suoi “assistiti”, un farmacista, ha scucito ben 170 mila euro per avere risolti alcuni suoi guai giudiziari. Anche altri si sono affidati alla sedicente avvocato. Anche loro hanno pagato, e pure salato. Una volta scoperta, la donna è stata accusata di esercizio abusivo della professione forense, truffa aggravata, falso documentale e falsità in atti pubblici. Con lei, ma accusati del solo reato di truffa in concorso, anche due coniugi: Luigi Vaccarino, di Pace del Mela, e Salvatora Bartolone. Per l’accusa avrebbero stornato sul proprio conto corrente, per conto del falso avvocato, gli assegni pagati da una delle vittime.
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