Estorsione in concorso, con l’aggravante del metodo mafioso: questa l’accusa a carico di due uomini, residenti a Fiumefreddo, arrestati la scorsa notte dai Carabinieri di Taormina.
Francesco Antonio Faranda, classe ’79, e Emanuele Salvatore Blanco, classe ’73, sono i soggetti fermati ieri dai militari dell’Arma. I due sono ritenuti appartenenti al clan “Brunetto”, attivo nell’area sub-etnea nord occidentale.
I provvedimenti di carcerazione, eseguiti presso la Casa Circondariale di Siracusa, sono scaturiti dalla prosecuzione di una più complessa attività d’indagine denominata “Good Easter” che portò, nel mese di aprile 2017, all’arresto anche di altri due esponenti di spicco di “Cosa Nostra” e che vide oggetto dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere anche Carmelo Porto, classe ’57 residente in Calatabiano (CT), ritenuto, anche per pregresse vicende giudiziarie, elemento apicale del clan mafioso “Cintorino”.
In quella prima operazione i militari dell’Arma avevano scoperto, avvalendosi di fonti confidenziali, che appartenenti a clan mafiosi operavano anche nel Comune di Taormina tentando di sottoporre ad estorsione attività economiche e nello specifico rivendite di autovetture.
In questa circostanza, invece, Faranda e Blanco, sempre nell’aprile scorso, ponevano in essere atti che, inequivocabilmente, miravano a costringere un imprenditore del luogo a concludere un contratto di assicurazione con targa di prova, nonostante la targa non fosse registrata alla banca dati, condizione questa necessaria alla conclusione del contratto.
Nello specifico quando l’imprenditore aveva comunicato ad uno degli aguzzini il rifiuto alla stipula del contratto di assicurazione, quest’ultimo lo aveva minacciato telefonicamente intimandogli di trovare una soluzione
Sono problemi tuoi, forza il sistema, premi il bottone e fammi la polizza […] Tu non lo sai chi sono io? Quando ti chiedo una cosa chiudi l’ufficio e vieni subito a casa mia.
In caso di ulteriore rifiuto, l’uomo, avrebbe sistemato con le maniere forti la faccenda.
A seguito di queste minacce i Carabinieri avevano predisposto un intenso servizio di vigilanza per tutelare l’imprenditore e la sua compagna, durante tale attività erano riusciti a fermare Emanuele Salvatore Blanco mentre usciva proprio dall’agenzia d’assicurazione della vittima. Per entrambi è stato, da subito, riconosciuto il concreto e grave pericolo di reiterazione della medesima attività criminosa.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal G.i.p. Eugenio Fiorentino del Tribunale di Messina su richiesta del Procuratore Aggiunto della DDA di Messina, dr. Sebastiano Ardita, e del sostituto Procuratore della Repubblica Francesco Massara.
Determinanti, in questa indagine, il coraggio e la determinazione dell’imprenditore che, in piena sinergia con la Magistratura di Messina e con l’Arma dei Carabinieri, ha permesso di assicurare alla giustizia 2 pericolosi malviventi.
La loro opera ha permesso agli inquirenti, in tempi brevissimi, di respingere il fenomeno criminale che cercava di trovare spazio nella fascia costiera dell’Ionio e nei vicini comuni limitrofi.
Si auspica che altri imprenditori possano con celerità rivolgersi alla magistratura inquirente e all’Arma dei Carabinieri in modo da poter mettere fine al fenomeno, purtroppo ancora presente, delle estorsioni sul territorio.
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