L’avvocato Nino Favazzo l’ha spuntata. Il Tribunale, accogliendo la tesi del difensore, ha revocato il provvedimento che disponeva il divieto di dimora a Messina per Chiara Schirò, che con il marito, Francantonio Genovese, è al centro dell’inchiesta sulla Formazione.
” Una misura inutilmente afflittiva- aveva detto l’avvocato Favazzo qualche giorno fa – che non soddisfa alcuna esigenza cautelare, visto che il tipo di reato del quale la mia cliente è accusata si può commettere ovunque”. Il provvedimento per Chiara Schirò, disposto dal Tribunale del Riesame, era divenuto esecutivo da qualche giorno.
Intanto, domani prosegue l’udienza davanti al Gup Monica Marino per le 24 persone e le 8 società coinvolte nell’inchiesta sulla Formazione denominata “Corsi d’oro”, tutti accusati a vario titolo di associazione finalizzata alla commissione di peculato, truffa aggravata, riciclaggio, falso in bilancio, reati finanziari e contro la pubblica amministrazione.
Lo scorso lunedì, ad avvio di udienza preliminare,
il gup è stato chiamato a decidere sulle decine di eccezioni sollevate dalla difesa, che hanno dilatato parecchio i tempi dell’udienza. Cominciata alle 9 del mattino, si è conclusa oltre le 23 con un “quasi” nulla di fatto”. C’è stata la costituzione delle parti civili: l’Avvocatura dello Stato (per la Regione), due associazioni di Consumatori e 4 dipendenti della Enfap. Il gup Marino ha rigettato quasi tutte le eccezioni sollevate dalla difesa, tranne quella riferita alla impossibilità di costituzione delle parti civili nei confronti delle società.
Udienza rinviata a domani.
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