Avrebbero causato un danno economico di quasi un miliardo di euro all’Ato 3, attraverso la stipula di convenzioni, con 5 coopeerative, per l’affidamento di servizi. IL tutto senza presentare il Durc, il documento obbligatorio che certifica la regolarità dei contributi versati ai lavoratori. Per questo motivo il il sostituto procuratore Camillo Falvo ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex amministratore delegato dell’ATO 3, Salvatore La Macchia, e dei rappresentanti legali di quattro cooperative sociali, Giuseppe Pernicone, Cristina Carrubba, Giuseppe Calareso ed Antonina Anna Stillone. Tutti accusati di abuso d’ufficio e falso, reati commessi, secondo il PM, tra il 2006 e il 2007.
L’inchiesta avrebbe stabilito che la convenzione stipulata tra cooperative e Ato 3 per l’affidamento dei servizi indicava che nella documentazione era allegato il DURC, mentre in realtà si trattava soltanto di una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà con la quale i rappresentanti legali dichiaravano di essere in regola con i versamenti INPS ed INAIL in favore dei lavoratori. L’ATO 3, dunque, riteneva che la cooperativa avesse i requisiti necessari per ottenere l’affidamento dei servizi. Un raggiro che si sarebbe tradotto in un danno eeconomico di 914mila euro per l’ATO 3.
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