Un lungo e commosso applauso ha salutato la bara del maggiore dei bersaglieri Giuseppe La Rosa, caduto in Afghanistan, questo pomeriggio nella Basilica minore di San Sebastiano a Barcellona, sua citta’ d’origine. Accanto al feretro, avvolto nel tricolore, corone del presidente della Repubblica, del presidente della Regione, della Provincia, e uno striscione con la frase “Eri, sei e rimarrai un eroe”. E da eroe e’ stato accolto dai suoi concittadini, che hanno affollano il Duomo per stringersi al dolore composto dei genitori, dei fratelli e della sorella.
All’ingresso della basilica, un picchetto d’onore del sesto reggimento bersaglieri della Brigata Aosta. Ad accompagnare l’ufficiale nel suo ultimo viaggio verso Barcellona, il colonnello Corrado Carlini, comandante del terzo reggimento bersaglieri. Presenti autorita’ civili e militari, il sindaco di Barcellona, Maria Teresa Collica, i presidenti della Regione, Rosario Crocetta, e dell’Ars, Giovanni Ardizzone, il prefetto di Messina, Stefano Trotta, il questore, Carmelo Gugliotta, ed il comandate provinciale dei carabinieri, Stefano Spagnol. Parole di consolazione e di vicinanza e partecipazione al dolore dei familiari sono state espresse dall’arcivescovo di Messina, Calogero La Piana, che durante l’omelia si e’ rivolto ai genitori, i fratelli e la sorella di La Rosa: “In questi giorni dopo il tragico evento -ha detto- e’ stato sottolineato, quasi a volere giustificare il sacrificio della vita di Giuseppe, che la scelta della pace e della giustizia ha un costo. Desidero, come cristiano, aggiungere che e’ soprattutto l’amore a richiedere il piu’ alto prezzo per l’uomo. Nessuno ha un amore piu’ grande di questo: dare la vita per i propri amici. Il nostro caro Giuseppe lanciandosi come scudo per coprire i suoi compagni -ha proseguito l’arcivescovo- ha manifestato l’amore piu’ grande: ha offerto la propria vita per salvare quella degli amici. Non ha avuto nemmeno il tempo di riflettere. Il suo gesto spontaneo, immediato e coraggioso, sublime ed eroico, e’ stata espressione autentica del profondo legame ed amore che nutriva per i suoi compagni. Una tale scelta denota un carattere profondamente cristiano”, e “la sua volonta’ di servire la pace e la giustizia anche al di fuori dei confini nazionali, il suo consapevole compimento del dovere”.
Infine, il capitano Antonio Pino ha parlato a nome del 183esimo corso Lealtà dell’accademia militare di Modena, che fu frequentato da La Rosa. “Dall’8 giugno 2013 noi abbiamo perso fisicamente un fratello, ma ci piace pensare di aver guadagnato un papa’ ed una mamma”- ha detto Pino rivolgendosi ai genitori di La Rosa. “Per noi Peppe non e’ morto – ha concluso – ha solo assunto un altro incarico e da grande professionista qual e’ siamo certi che portera’ a compimento questo ennesimo obiettivo con cuore, carattere e determinazione”.
(133)