Plurinominato, ma anche plurindagato. Dopo il peculato spunta l’abuso d’ufficio per Antonio Ruggeri, ex presidente dell’Ato3. Il procuratore aggiunto Ada Merrino ha chiesto per lui il rinvio a giudizio. Ancora una grana giudiziaria, dunque, per l’ex amministratore delegato della società d’ambito, ma anche ex Capo di gabinetto dell’ex sindaco Buzzanca. A dare il via all’inchiesta erano stati altri ex: i due consiglieri comunali Nello Pergolizzi e Giuseppe Melazzo, e un sindacalista attuale: Mariano Massaro dell’OrSa. Furono loro a segnalare alla magistratura la stranezza della “sfolgorante” carriera di una dipendente Ato che, a detta dell’accusa, con passi da gigante sarebbe passata dal 4° all’8° livello in pochissimo tempo. L’ipotesi d’accusa avanzata dalla Procura per Ruggeri è abuso d’ufficio. Questo il reato che Ruggeri avrebbe commesso nel disporre quell’avanzamento di grado di una semplice dipendente che in soli 2 anni, dal 2008 al 2010, sarebbe divenuta dirigente
Un reato che l’indagato- sostiene l’Accusa- avrebbe commesso sia da amministratore delegato che da presidente del Cda, cariche che ricoprì in quegli anni.
Ricordiamo che Antonio Ruggeri, pur con un incarico di consulenza a titolo gratuito all’Ato3, prima di “dimettersi”, a fine agosto 2012, ha intascato 4 anni di stipendi in un colpo solo, per l’attività in via Cavalieri della Stella. Ben 136mila euro in più, dunque, oltre quelli derivanti dagli incarichi a Palazzo Zanca.
Per questo fu indagato per peculato. Stesso reato per il quale Antonio Ruggeri era già finito nelle maglie della magistratura per una vecchia vicenda: aver utilizzato un furgone dell’Ato 3 per uso personale. Secondo la procura, con il veicolo dell’azienda della quale era commissario, Ruggeri avrebbe trasportato il proprio gommone da Portorosa, luogo in cui trascorre la villeggiatura, a Larderia, per una riparazione, impegnando anche personale dell’Ato per il trasferimento. Lo scorso 9 ottobre, per questa vicenda, la procura ha chiesto il suo rinvio a giudizio.
Adesso, analoga richiesta per la vicenda di una dipendente che, secondo l’accusa, grazie a Ruggeri avanzava di carriera di gran corsa.
(78)