Asp Messina. Il Dg Sirna condannato dal giudice del lavoro

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Lo scontro tra Fp Cgil e il direttore generale dell’Asp, Gaetano Sirna, va avanti da mesi. Anzi, a sentire i Sindacati, neanche di scontro si poteva parlare fino a qualche tempo fa, considerato che Sirna non rispondeva a richieste di alcun genere.

Questo, tra l’altro, ha portato a un “botta e risposta” tramite stampa, prima, e, dopo qualche mese, la questione è arrivata davanti al giudice del lavoro.

La Fp Cgil aveva presentato, infatti, un ricorso il 12 maggio scorso per denunciare “il comportamento antisindacale assunto dal Dg Gaetano Sirna, tramite l’adozione di alcuni provvedimenti aventi ad oggetto l’organizzazione del lavoro del personale dipendente”.

Il tribunale di Messina ha condannato oggi, per comportamento antisindacale (ex art.28 dello statuto dei lavoratori), il dirigente generale Gaetano Sirna, proprio su quel ricorso proposto dalla Fp Cgil  di Messina.

Il giudice del lavoro, Graziella Bellino, ha sciolto la riserva espressa nell’udienza del 30 luglio, e si è pronunciato definitivamente sul ricorso proposto dalla Fp Cgil di Messina, tramite l’avvocato Antonella Russo, contro l’Azienda sanitaria provinciale di Messina.

Le motivazioni del ricorso sono note: “Numerosi gli ordini di servizio di mobilità d’urgenza , che invece simulavano una ordinaria procedura di mobilità di ufficio,  per la quale non sono state attivate le normative e contrattuali procedure di informazione sindacale e le previste modalità di attivazione di tale mobilità ordinaria – spiegano Clara Crocè, segretario generale della Fp Cgil, Antonio Trino, coordinatore provinciale sanità, e Guglielmo Catalioto, coordinatore provinciale Medici –  e così facendo l’Azienda sanitaria resistente, in persona del suo Direttore generale ha impedito e limitato fortemente l’esercizio dell’attività sindacale in azienda.”

“Gli ordini di servizio, per assegnazione temporanea  ad altre sedi, non hanno riguardato solo il dipartimento di Riabilitazione dell’Asp – continuano Crocè, Trino e Catalioto -, ma anche alcuni tecnici di laboratorio, attualmente in forza presso il laboratorio di Sanità pubblica dell’Asp di Messina”.

“L’adozione della procedura d’urgenza – aggiungono i Sindacalisti – è stata utilizzata impropriamente dal direttore solo per “eludere” il necessario e doveroso confronto con le organizzazioni sindacali. La Fp Cgil ha, infatti,  denunciato, anche a mezzo stampa  le pericolose conseguenze sulle modalità di gestione del Laboratorio di sanità pubblica, la cui attività , h24, viene coperta con pochissime unità. Ciò anche a causa di precedenti provvedimenti con cui il direttore ha disposto altri “discutibili” spostamenti di personale in zona della provincia, determinando, fra l’altro, un maggiore esborso di denaro pubblico, visto che ai lavoratori oggetto di trasferimento devono essere riconosciute le spese di trasferta, che in taluni casi sono sostanziose”.

“La Fp Cgil , infatti,  ha posto l’accento – ricordano – sulla necessità di garantire alcuni funzioni attribuite all’ufficio  , quali: il controllo sulle mense scolastiche e più in generale della ristorazione pubblica e collettiva dove mangiano i nostri figli; il controllo della qualità dell’aria negli impianti confinanti (sale operatorie, terapie intensive ecc.)”.

“Il giudice del lavoro – esultano – finalmente ha fatto chiarezza e ha dichiarato sussistente l’antisindacabilità del comportamento dell’Asp, consistito nell’omessa informativa ex art. 18 del Cnl integrativo con riferimento agli ordini di servizio emessi nei confronti dei tecnici di laboratorio e per effetto ordina al Dirigente Getano Sirna – continuano Crocè Trino e Catalioto –  la cessazione del comportamento illegittimo e di rimuovere gli effetti della condotta antisindacale posta in essere”.

“Viene inoltre ordinato all’Asp di Messina di astenersi dall’assegnare ulteriori incarichi temporanei ai tecnici di laboratorio presso Uo di Barcellona P.G. – chiariscono – senza aver dato corso ad informativa preventiva alle organizzazioni sindacali. Mentre dichiara cessata la materia del contendere  con riferimento alla condotta tenuta nei confronti dei fisioterapisti, in quanto nel frattempo, hanno fatto rientro presso l’originaria struttura. L’Asp è stata condannata anche al pagamento delle spese che ammontano a 825 euro”.

“Adesso il Dirigente Generale – concludono Crocè , Trino e Catalioto – deve necessariamente revocare tutti gli ordini di servizio illegittimi  posti in essere, anche in barba al giudizio pendente, per comportamento antisindacale. Tre unità di personale  tecnico di laboratorio in atto presenti, visto il continuo depauperamento di risorse umane messo in atto dal Dg Sirna, in questo periodo di naturale fruizione delle ferie estive, il  ldi Sanità Pubblica a garantire l’attività istituzionale, che prevede, qualora non ne fosse conoscenza, la copertura dei turni in guardia attiva di giorno ed in regime di pronta disponibilità la notte ed i festivi, servizio che svolge una insostituibile attività di pubblica utilità e che non può essere soppresso”.

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