Nell’ambito dell’operazione “Movie Direction”, i Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare nei confronti del sindaco di Falcone, Carmelo Paratore di una funzionaria comunale e di tre operatori economici. I due sono accusati di aver truccato degli appalti pilotando le gare a favore di determinate ditte.
Pubblichiamo, di seguito, il comunicato inviato dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Messina.
Questa mattina i Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto, hanno dato esecuzione ad una ordinanza cautelare che applica nei confronti del sindaco di Falcone, Carmelo Paratore, il divieto di dimora in quel centro, nonché la sospensione del medesimo dall’esercizio del pubblico ufficio di Responsabile dell’Area Tecnica per la durata di un anno; l’ordinanza cautelare ha disposto, altresì, la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio di Responsabile dell’Area Economica e Finanziaria, sempre per la durata di un anno, nei confronti di una funzionaria comunale del medesimo comune. I due soggetti sono stati ritenuti gravemente indiziati del reato ex art. 353 c.p. (turbata libertà degli incanti, ndr).
Nel corso dell’indagine, denominata “Movie Direction”, diretta dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Patti, Andrea Apollonio, e coordinata dal Procuratore Capo Angelo Cavallo, i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto, unitamente ai militari della Stazione di Falcone, hanno accertato l’esistenza di un complesso meccanismo di turbative d’asta, in cui il sindaco Paratore, con la complicità di una funzionaria comunale, favoriva alcune ditte e professionisti a lui più vicini, ai quali erano stati affidati i lavori per il ripascimento del tratto costiero antistante l’abitato del comune di Falcone, opere finanziate per diversi milioni di euro dalla Regione Sicilia.
Gli altri operatori economici che intendevano partecipare ai bandi pubblici, estranei al sistema da tempo collaudato, venivano in qualche modo invitati e persuasi a farsi da parte.
Nell’ordinanza, il Giudice per le Indagini Preliminari, dott. Eugenio Aliquò, ha sottolineato “… la capacità del Paratore di influenzare il normale sviluppo dell’azione amministrativa, impedendo che la stessa possa manifestarsi attraverso l’osservanza delle regole dell’imparzialità…”; ed ancora: “… Le esigenze cautelari, che in concreto emergono, si materializzano attorno a dati di spiccato allarme sociale, del tutto incompatibili con la gestione della cosa pubblica, e vedono come figura assolutamente centrale e dominante il sindaco Paratore, il quale agisce per perseguire interessi di parte, sfruttando il suo ruolo istituzionale….”.
Il GIP ha altresì evidenziato come il Paratore, coordinando alcuni funzionari comunali a lui asserviti, abbia pilotato le gare in favore di ditte a lui vicine, per poter accelerare i tempi di esecuzione dei lavori e spendere il risultato dell’avvio di quei lavori durante la prossima campagna elettorale, così da ottenere maggiori consensi.
Il Paratore, inoltre, faceva chiaramente intendere ad alcuni professionisti a lui vicini che se il sindaco fosse cambiato, costoro non avrebbero più lavorato con il Comune di Falcone. Indicativa, al proposito, una frase captata ed indirizzata dal Paratore a uno di tali operatori economici: “…. devo essere sindaco io, perché se non sono sindaco io, non spenderete neanche una lira qua!!…”.
Appare sintomatico come il Paratore, durante lo svolgimento della gara, oltre a cumulare le funzioni di sindaco, responsabile dell’Area Tecnica e R.U.P. del procedimento, abbia di fatto pesantemente interferito con l’attività della commissione di gara che ha proceduto all’aggiudicazione dei lavori in questione.
Oltre al sindaco ed alla funzionaria comunale di Falcone, il Gip, su conforme richiesta dell’Ufficio requirente, ha applicato la misura interdittiva del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, per la durata di un anno, nei confronti di due imprenditori ed un professionista, ritenuti gravemente indiziati dei reati ex artt. 353 e 353 bis c.p..
FONTE: Legione Carabinieri “Sicilia” – Comando Provinciale di Messina
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