Agostino Bernava non si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip Maria Luisa Materia. Accompagnato dal suo legale di fiducia, avvocato Massimo Marchese, il geometra del Cas, finito agli arresti domiciliari lo scorso sabato, ha respinto l’accusa di induzione indebita scaturita dalle indagini della Dia. Il geometra Bernava, nel corso di un interrogatorio durato un’ora e mezza, ha dichiarato che non era sua la competenza di potere promettere, tantomeno affidare, lavori di somma urgenza alle ditte. Respinta anche l’accusa che i proventi di un presunto accordo siano stati utulizzati per la ristrutturazione di casa. Bernava ha infatti fornito al gip estratti conto, bonifici, che attestavano il pagamento effettuato in favore dell’impresa. Denaro attinto dal proprio conto.
Le indagini della Dia, hanno avuto a supporto le dichiarazioni di un imprenditore che alcuni mesa fa denunciò che Bernava gli aveva prospettato la possibilità di effettuare lavori di somma urgenza per il Conzorzio. Il tutto dietro il versamento di denaro e la corresponsione di benefit vari. Lui rifiutò, ma – sempre a detta del denunciante- la somma fu corrisposta dal titolare dell’impresa che si disse disposto al pagamento. Lo stesso che comparirà in udienza dopodomani.
Gli appalti finiti nel mirino della Dia sono i seguenti. I lavori d’urgenza per la messa in sicurezza dovuta alla mancata manutenzione di opere in verde, invadenti la sede stradale in vari tratti dell’autostrada Messina Palermo, per un importo di 40 mila euro; i lavori urgenti ed indifferibili, per 92 mila euro, per la cura e la manutenzione delle palme dell’A20, attaccate dal punteruolo rosso. L’appalto più costoso era quello da 251mila euro, relativo alla pulitura da erba dei bordi carreggiata della Messina-Palermo.
Bernava stamani ha dichiarato che questi lavori erano già stati affidati prima del suo insediamento al Cas.
L’avvocato Marchese ha chiesto al Gip la revoca degli arresti domiciliari.
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