Un lungo dossier sulla gestione dell’Istituto autonomo case popolari. Lo hanno presentato oggi Uil e Uil Fpl che hanno consegnato ai cronisti il testo che di seguito riportiamo:
“Il grido di allarme della UIL e della UILFPL sulle anomalie gestionali dello IACP di Messina è stato costante negli anni.
La UILFPL infatti ha più volte portato a conoscenza degli organi competenti fra cui la Corte dei Conti, e gli organi di controllo regionale la grave condizione gestionale in cui versa l’Istituto Autonomo Case Popolari di Messina, gestione, come vedremo di seguito, foriera di grave danno economico sia per l’Ente che per la collettività.
Ecco perché la UIL e la UILFPL in tutti questi anni ha condotto una forte azione sindacale orientata a garantire una gestione più efficiente.
Solo per citare alcuni degli esposti più significativi degli ultimi anni:
1. Il 27 novembre 2008, la UILFPL denunciava la grave crisi finanziaria dell’Ente, situazione evidenziata dallo stesso collegio dei sindaci e dal Consiglio di Amministrazione, dovuta al grave contenzioso per omesso pagamento di varie imposte ed in particolare l’ICI, IRAP ecc.. con diverse cartelle esattoriali per centinaia di migliaia di Euro, inoltre, si evidenziava l’inerzia per il recupero della morosità relativa alle botteghe, che non trova nessuna giustificazione, in quanto i locatari, essendo commercianti certamente non vivono alcun disagio sociale che giustifichi il mancato pagamento del canone all’Ente. Peraltro , si evidenziava che l’Ente nei bilanci di previsione di anno in anno aumentava illogicamente l’importo della morosità facendo intendere che più che recuperarla la si volesse aumentare.
Nella stessa nota sindacale indirizzata a Regione, IACP, Corte dei Conti, Revisori si evidenziava “ la persistente mancanza del visto di regolarità contabile attestante la capienza di capitolo sui contratti di appalto che in particolare riguardano la legge regione Sicilia n. 10 del 1990 e la legge di recupero patrimonio n° 135 del 1997”. Altresì era stato denunciato l’inammissibile ritardo circa l’approvazione dei bilanci consuntivi, e per capire come la situazione sia ancora attuale basti pensare che il consuntivo 2010 è stato approvato a dicembre 2012 con delibera commissariale n. 94 del 10.12.2012, con un disavanzo di esercizio di 4.622.000,00 euro, ma al Dirigente Generale per lo stesso anno è stato riconosciuto il 95% dell’indennità di risultato, con riconferma dell’incarico con l’ennesima proroga.
Lo stesso Commissario straordinario Giuseppe Laface, affermava qualche anno fa tramite comunicati stampa che i fondi del risanamento erano finiti, fatto ormai ben noto a tutti gli addetti ai lavori, altresì dichiarando che lo IACP di Messina aveva esaurito il proprio ruolo e la propria funzione. In sostanza già allora la Regione Sicilia nei propri bilanci da più di sei anni non aveva stanziato nessuna somma.
Oggi la verità è nota a tutti. In più si ritiene, visti i fatti, che illogicamente lo IACP riporti dati riguardanti finanziamenti dovuti a leggi regionali che non trovano copertura nei bilanci della Regione. Tutto ciò comporta che la veridicità dei bilanci IACP sia stata compromessa da tale comportamento, con la conseguenza che non si sia potuta portare avanti in città nessuna politica di sviluppo per la casa.
Come possono essere state attribuite enormi quote di salario di risultato ad una classe dirigente così inefficiente?
Peraltro, l’Istituto non ha ancora provveduto ad attuare le misure necessarie per il contenimento di tale perdita che peraltro sono obbligatorie.
Il mancato rispetto della normativa circa l’attestazione di copertura finanziaria ha determinato la fine del risanamento: infatti, quello che a prima vista può sembrare solo un vizio formale, nella logica della normativa rappresenta un elemento sostanziale che non solo garantisce la legittimità degli atti, ma da concretezza all’intervento finanziario.
D’altronde il fatto che nessuno abbia contezza di come sono stati spesi questi soldi e che fine abbiano fatto dimostra che la mancanza del visto di regolarità contabile ha compromesso l’iter del risanamento. Ci chiediamo : ma quante sono somme andate in perenzione e quanti miliardi sono ritornati alla Regione?
Purtroppo, la verità è che lo IACP di Messina non solo non è riuscito ad attuare il risanamento, ma non è riuscito nemmeno a reperire ed utilizzare altre risorse per la costruzione di case, a differenza di altri IACP, vedi ad esempio lo IACP di Trapani attivo sul fronte dei contratti di quartiere, di progetti con fondi europei, progetti “Anziani anni 2000”. Ecc.
A Messina le centinaia di migliaia di consulenze annue conferite (600.000 euro in media) cosa hanno prodotto se non una morosità di oltre 25 milioni di euro per gli alloggi e diversi milioni di euro per le botteghe e ritardi inammissibili come nei casi delle incompiute di San Giovannello, Villafranca e Saponara?
Più che di cattiva gestione si dovrebbe parlare di non gestione: i bilanci non vengono chiusi nei termini di legge, vengono pagate cartelle esattoriali per tasse non pagate, i decreti ingiuntivi ammontano a svariati milioni di euro, impunemente non si pubblicano tutti gli atti all’albo pretorio on-line dell’Ente, come previsto dalla vigente normativa, legge 69/2009.
Ma le responsabilità di chi sono?
Certamente dei politici che si sono susseguiti alla guida dell’ente , che hanno continuato a mantenere posizioni di privilegio a favore di dirigenti che si sono dimostrati incapaci di coordinare le dinamiche gestionali utili solamente a garantire consulenze esterne ai soliti noti pur in presenza di valide professionalità interne sia tecniche che amministrative e contabili..
Basti pensare all’ultimo dei paradossi che riguardano la vicenda. La Regione invia presso l’Istituto un Ispettore sugli esposti della UILFPL e lo stesso Ispettore, divenuto Commissario ad acta, finisce per prorogare per due mesi e per l’ennesima volta, e al di fuori di ogni norma vigente, la dr.ssa Giacobbe come Coordinatore Generale affidandogli obiettivi che rappresentano normali adempimenti di legge: “ controllo e vigilanza del buon funzionamento di tutti i settori dell’Ente; presentare il bilancio consuntivo 2011 e la relazione finale sulle attività 2011; predisporre programmazione delle attività 2012 con particolare riguardo al piano di interventi manutentivi ed al piano di riscossione delle locazioni; predisporre il bilancio previsionale 2012”. Compiti che rientrano nella normale gestione e quindi, non possono essere considerati obiettivi, almeno che non si vogliano considerare funzioni ordinarie come straordinarie.
2. Il 26 maggio 2010la UIL FPL, visto il perdurare della grave crisi finanziaria sempre dovuta all’inerzia e indolenza della Dirigenza dell’Ente, chiedeva un intervento dell’Assessore Regionale ai Lavori Pubblici affinché individuasse le responsabilità ai vari livelli, rimarcando la grave situazione circa l’omissione rispetto gli obblighi tributari, con crescente numero di cartelle esattoriali, espresse sempre in centinaia di migliaia di Euro oltre la preoccupante situazione delle morosità sia per le botteghe che per gli alloggi, evidenziando che tale morosità ha prodotto un crescente conferimento di incarichi esterni, che nel tempo non hanno prodotto nessun risultato ma anzi hanno causato ulteriore aggravio di spesa.
3. Il 9 settembre 2010la UIL FPL lamentava al Commissario Straordinario pro-tempore dell’Ente le numerose e gravi problematiche irrisolte a causa dell’immobilismo della Dirigenza, che hanno causato notevole caos organizzativo, che non hanno consentito di realizzare i principi di efficacia, efficienza ed economicità, segnalando altresì che la dirigenza con continui spostamenti di personale non motivati così come previsto dalla normativa vigente, estemporanei ed incomprensibili con assegnazione di mansioni difformi dalla qualifica posseduta rispetto alla declaratoria contrattuale, ha più volte mortificato le professionalità, demotivando il personale con la conseguenza che nel contempo, ha alimentato un elevato contenzioso tra lavoratori ed azienda, che ha visto l’Ente spesso soccombere, con condanna alle spese giudiziarie.
La UIL FPL, inoltre, nella stessa nota, denunciava le gravi inadempienze dell’Ente in merito alla mancata trasparenza degli atti adottati ed in particolare le determinazioni dirigenziali, peraltro a tutt’oggi non tutte pubblicate, in palese violazione della vigente normativa.
4. A novembre 2010 il Segretario della UILFPL ha inviato una lettera aperta al sig. Commissario La Face denunciando l’assunzione di un addetto stampa effettuata senza nessuna trasparenza, il reclutamento diretto dei componenti del nucleo di valutazione, tuttora in carica, attinti da ambienti politici e sindacali, in spregio ai requisiti di indipendenza e normativi posti a garanzia del buon andamento della pubblica amministrazione, i ritardi nei bilanci, il caos organizzativo causato da una irrazionale gestione delle risorse umane, e chiedendo un’indagine ispettiva. Il commissario per tutta risposta sulla stampa aveva bollato come “falsità” le dichiarazioni della UIL, minacciando la querela.
5. Il 14 marzo 2011, la scrivente O.S. dopo aver inoltrato vari solleciti, affinché l’amministrazione revocasse l’incarico fiduciario di addetto stampa, conferito dall’Ente in palese violazione dell’art. 7 comma 6 e 6 bis del d.lgs 165/2001, perché non era stata espletata procedura ad evidenza pubblica, ma lo stesso era stato attribuito intuitu personae accogliendo l’unico curriculum acquisito dall’Ente, peraltro inviato contestualmente alla nomina, e senza che peraltro, vi fosse previamente esperito alcun interpello interno, segnalava tali fatti alla Corte dei Conti . Inoltre, nella stessa denuncia si evidenziava che l’impegno di spesa non era conforme alla legge in quanto l’approvazione del bilancio di previsione anno 2011 era stato deliberato in mancanza della relazione dell’approvazione del bilancio preventivo anno 2011.
6. Il 26 settembre 2011, la UILFPL chiedeva la revoca della delibera Commissario Straordinario IACP n. 142 del 24 dicembre 2010, relativa agli atti di selezione per il conferimento di incarico di Dirigente Settore Contabile, procedura effettuata in violazione del divieto di assunzione cosi come previsto dalla Delibera di Giunta Regionale n°221 del 2008,. Eccome aveva ragione ! Infatti l’Ente con delibera commissariale n.90 del 21.11.2012 ha dovuto revocare il bando di un concorso già espletato, adducendo come motivazione il divieto di assunzione , con evidente aggravio di spese sostenute dall’Ente per pagare i componenti della commissione, peraltro con compensi ritenuti illegittimi in quanto non conformi alla normativa vigente, con conseguenti danni per i partecipanti al concorso e lo stesso Ente in quanto sono stati proposti anche ricorsi che hanno determinato altre nomine di legali esterni.
Successivamente si è arrivati all’assurdo di dover ricorrere al conferimento di incarico di un Dirigente architetto proveniente da altra amministrazione per reggere il settore contabile dell’Ente, sia pure per un tempo determinato. Diminuiscono i dipendenti per via dei pensionamenti e si pensa ad aumentare i Dirigenti!
7. Il 26 ottobre 2011la Regione Sicilia inviava un’ispezione per accertamenti sui fatti denunziati dalla UIL FPL, ispezione affidata a l’ing. Lutri dipendente dell’Assessorato ai Lavori Pubblici. Lo stesso dopo avere sentito i rappresentati della UILFPL predisponeva relazione rimasta sin ad oggi sconosciuta. Quali sono stati gli atti successivi degli organi deputati al controllo?
Altresì si è evidenziato come il Comitato Unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni previsto dalla legge 183/210, che avrebbe dovuto essere costituito entro 120 giorni dalla pubblicazione della legge e quindi entro il 9 marzo 2011 è stato costituito con determinazione dirigenziale n. 236 del 25 ottobre 2012, con oltre un anno e mezzo di ritardo. La normativa prevede che la mancata costituzione comporta responsabilità dei Dirigenti incaricati della gestione del personale da valutare anche al fine del raggiungimento degli obiettivi, responsabilità che gli organi competenti di controllo avrebbero dovuto rilevare già nell’anno 2011 e poi nel 2012, sanzionando i Dirigenti responsabili, invece nell’anno 2011 il Coordinatore Generale con delibera commissariale n. 9 del 20 marzo 2012 ha percepito il 100% del raggiungimento degli obiettivi indennità pari ad Euro 35.000,00.
Per chi ha chiuso il 2010 con un disavanzo di Euro 4.622.000,00 un bel risultato!
A tutt’oggi il Comitato costituito solo sulla carta non si è mai riunito! E il benessere organizzativo dei dipendenti che certamente è correlato alla produttività è agli ultimi posti:
basti pensare che solo da qualche mese l’amministrazione ha provveduto a installare un distributore automatico di bevande e snack e solo dopo l’inoltro di comunicati da parte della UILFPL e denunce di dipendenti.
Bisogna considerare che a tutt’oggi non si conosce se l’acqua dello Iacp è potabile.
Pertanto, ad oggi nulla è cambiato, l’IACP di Messina versa in una situazione di gravissima crisi gestionale. Allo IACP di Messina non è stato mai approvato e deliberato alcun bilancio pluriennale, che è obbligatorio e in assenza del quale il bilancio di previsione è nullo.
Il 13 marzo 2013 la UILFPL denunciava alla Corte dei Conti, alla CIVIT e agli Assessorati Regionali competenti l’assoluta mancanza di trasparenza del sito web dell’Ente, specchio del caos di un’ Amministrazione che continua a violare la “vigente normativa sulla trasparenza, pubblicità degli atti e semplificazione, impedendo di fatto il controllo civico sociale e sindacale cui è finalizzata la normativa sulla trasparenza” “ sì da configurare una gestione che appare non pubblica ma privatistica, senza contare le conseguenze derivanti dall’omessa pubblicazione degli atti in termini di pubblicità legale e di sanzioni per la Dirigenza” .
Privatistica e forse anche gravemente negligente: lo Statuto dell’Ente pubblicato nel sito web è rimasto immodificato da sempre e all’art. 1 ancora riporta: “L’Istituto Fascista Autonomo per le case popolari per la provincia di Messina con sede in Messina, ha lo scopo di provvedere case alle classi meno abbienti ….”
A tutt’oggi nessun programma triennale per la trasparenza e l’integrità è stato predisposto, e le disposizioni del d.lgs 33/2013 sono completamente disattese.
Lo stesso Istituto risulta soccombente in diversi contenziosi tributari in particolare per l’ICI, l’IRAP, l’ IVA,e IRPEF per ritenuta alla fonte. Se ne riportano alcuni per un importo di 3.000.000,00 di Euro:
Sentenza commissione tributaria provinciale di Messina ° 452/8/08 che ha visto soccombente l’Ente per un importo pari ad Euro 694.793,00 oltre sanzioni ed interessi per IRAP anni 2002,2003, e 2004.
Sempre a titolo IRAP per l’ anno 2006 il Coordinatore Generale con determina n° 99 del 30 aprile 2012 ha dovuto pagare sanzione per Euro 126.808,33.
Sentenza commissione tributaria provinciale di Messina n° 451/12/07 per Euro 138.000,00 per Irpef e ritenute alla fonte.
Sentenza commissione tributaria provinciale di Messina n°176/01/10 per Euro 391.000,00 per ICI.
Sentenza commissione tributaria provinciale di Messina n°360/05/07 per Euro 686.000,00 per ICI.
Sentenza commissione tributaria provinciale di Messina n°432/12/06 per Euro 483.000,000 per ICI.
Sentenza commissione tributaria provinciale di Messina n°747/09/10 per Euro 311.873,79 per IRAP ed IVA.
È superfluo rilevare che a tutte sono state applicate sanzioni ed interessi.
Inoltre, si rileva che in atto esiste ulteriore contenzioso non ancora deciso.
Altresì, i contenziosi sopra citati hanno comportato diversi incarichi legali, che hanno prodotto ulteriori aggravi di spesa.
Per quanto, riguarda i bilanci consuntivi così sono stati chiusi negli anni :
– ad oggi è stato deliberato il consuntivo 2010 con un disavanzo economico di Euro 4.622.000,00 non è stato deliberato il consuntivo 2011, e per il pregresso nell’anno 2005, precisamente al 10 maggio, risultavano ancora non chiusi i bilanci consuntivi anno 2001- 02-03 e 04; nell’anno 2007 sono stati chiusi i bilanci consuntivi anni 2002-03-04, nell’anno 2008 i consuntivi 2005 -06 e nell’anno 2009 il consuntivo anno 2007. Non è dato sapere se siano stati chiusi i consuntivi 2008 e 2009.
Altresì, lo stesso Ministero delle finanze ha rilevato con più note che l’Ente risultava moroso per cifre consistenti nei suoi confronti .
Da ultimo si è appreso che vi è pendente un contenzioso nei confronti dell’Inpdap oggi Inps per omessi versamenti dei contributi. Tale vertenza ha visto la nomina di un legale esterno, nella persona dell’avv. La Face, ex Commissario Straordinario dell’Ente, che, pertanto, ne è direttamente coinvolto, perché riguarda anche la sua gestione; il contenzioso è di oltre 152.000,00 Euro.
Ferme restando notevoli perplessità circa la legittimità di nominare ex amministratori a difendere l’Ente, che si potrebbero trovare in palese conflitto d’interesse, rimane il fatto che questa situazione danneggia direttamente i lavoratori dell’ente, perché il mancato versamento dei contributi previdenziali, comporta sia responsabilità amministrativo contabile, oltre a possibili risvolti di carattere penale.
Ulteriori perplessità genera l’operato del Coordinatore Generale per resistenze in giudizio nei confronti del personale, risultato vincitore di ricorsi con sentenze passate in giudicato cui l’Ente non ha inteso ottemperare . Per dare esecuzione a quanto riconosciuto ai lavoratori si è dovuto ricorrere al giudizio di ottemperanza, e successivamente la Dirigenza non ha dato esecuzione al giudizio di ottemperanza, con la conseguenza che per dare esecuzione alle sentenze si è proceduto tramite commissari ad Acta nominati da Tar. Per il contenzioso che ha visto coinvolti quattro dipendenti, solo di spese legali e pareri l’ente ha speso oltre 50.000,00 Euro.
A tutt’oggi l’inerzia della Dirigenza nella pubblicazione della graduatoria delle progressioni economiche anno 2007 in poi, definite solo per alcuni dipendenti a cui sono stati liquidati i relativi emolumenti , perpetua la disparità di trattamento nei confronti di altri aventi diritto e preclude all’ennesimo contenzioso, oltre a ritardare la definizione dell’istituto contrattuale per gli anni successivi, con evidente danno economico per tutto il personale.
Il procedimento iniziato con la pubblicazione del bando approvato con la determinazione n. 311 del 28 ottobre 2009 non si è mai concluso. Può un procedimento amministrativo rimanere aperto per circa 3 anni e mezzo? La normativa prevede , art. 2 commi 4 ter e 4 quater della legge regionale n. 10/91 come modificato dall’art. 2 della legge regionale n. 5 del 2011, che la mancata o ritardata emanazione del provvedimento sono valutate al fine della responsabilità dirigenziale , disciplinare e amministrativa nonché al fine dell’attribuzione della retribuzione di risultato e che le pubbliche amministrazioni sono tenute al risarcimento del danno ingiusto cagionato in conseguenza dell’inosservanza, dolosa o colposa, del termine per la conclusione del procedimento. Chi pagherà gli ulteriori danni provocati da tale ingiustificata inerzia?
Nè si può sottacere che i Dirigenti dell’Ente nei ricorsi presentati da loro stessi tramite decreti ingiuntivi, non si sono regolarmente costituiti in giudizio, facendo si che l’Ente risultasse soccombente nei loro confronti per l’indennità di risultato. Danno economico certo in quanto ha reso inutile ed oneroso la nomina di un legale dell’ente, in quanto i dirigenti non hanno voluto predisporre gli atti di costituzione in giudizio.
La dr.ssa Giacobbe ha chiuso tutti i bilanci consuntivi con notevole ritardo e, fatto gravissimo non hai mai redatto i bilanci pluriennali, : non si riesce a comprendere come una Dirigente che risulta omissiva negli atti obbligatori della gestione dell’Ente si possa riconfermare come Coordinatore Generale con più di sette proroghe, peraltro non consentite neanche dalla vigente normativa.
In ultimo non può sottacersi il caos organizzativo e l’assoluta mancanza di criteri di competenza e meritocratici nell’assegnazione di personale agli uffici: basti pensare che una dipendente in possesso di adeguati titoli tenta invano da anni di poter prestare la sua attività presso l’ufficio legale dell’Ente. Tale circostanza ha anche contribuito negli anni al mancato potenziamento dell’ufficio legale e all’attribuzione di svariate consulenze esterne comportando notevoli esborsi di denaro per incarichi legali che non sono mai stati pubblicati nè sul sito web dell’Ente né in precedenza all’Albo Pretorio; vari funzionari sono rimasti (ed alcuni lo sono tutt’ora) per settimane o addirittura mesi privi di assegnazione di pratiche da parte della Dirigenza, (forse perché scomodi?) . E’ stato istituito persino un ufficio biblioteca fantasma , in cui non è mai stato disposto dal Dirigente alcun trasferimento di libri; funzionari muniti di idoneo titolo culturale sono stati allontanati dal Settore Contabile dell’Ente, ed al contrario istituti contrattuali premianti sono stati riconosciuti negli anni pregressi a chi non aveva alcun titolo idoneo.
A tutt’oggi un ufficio importante come l’URP risulta depotenziato potendo contare solo sull’attività di 2 unità di cui una in part-time , nonostante la legge attribuisca importanti funzioni strategiche all’Ufficio relazioni con il pubblico , quale interfaccia nei rapporti con l’utenza, e nonostante si legga nel sito web dell’Ente che sia dotato di ben 6 postazioni!!!
Basti pensare che in migliaia di missive inviate all’utenza l’unico numero di telefono da contattare risponde alla postazione di lavoro del funzionario in part-time, con la conseguenza che il telefono trilla ma nessuno risponde.
Per evitare questi gravi disservizi non sarebbe doveroso destinare almeno una ulteriore unità a tale ufficio al servizio dell’utenza?
Varie note sindacali negli anni sono state inviate all’Ente per denunciare il caos e le lentezze di volta in volta determinatosi in importanti uffici come l’ufficio condomini e l’ufficio vendite, determinati dal caos organizzativo e dall’assenza di precise direttive.
Recentissima infine la sentenza n. 2489/2013 del 25 giugno 2013 pubblicata nel sito web della Corte dei Conti , con cui a seguito dell’esposto UILFPL, la dr.ssa Maria Grazia Giacobbe e l’Avv. Giuseppe La Face, sono condannati per colpa grave e conseguente danno erariale in riferimento all’attribuzione di un incarico di addetto stampa a soggetto esterno , definito dall’organo giurisdizionale inutile rispetto alle funzioni assegnate dalla legge all’ente, conferito “a tutti i costi”, pur in presenza di professionalità interna e con provvedimento privo dell’attestazione di copertura finanziaria, con la conseguenza che l’atto è nullo e per quanto disposto dalla normativa i “ Dirigenti che li dispongono sono rimossi dall’incarico su iniziativa dell’amministrazione competente”. La dr.ssa Giacobbe e l’Avv. Giuseppe La Face sono stati condannati alla restituzione a favore dell’Istituto Autonomo case popolari di Messina della somma di 16.500,00 oltre rivalutazione monetaria, oltre interessi legali e spese processuali.
La UILFPL ha già chiesto agli organi competenti la rimozione dagli incarichi (Coordinatore Generale e Dirigente Settore Contabile) della Dirigente in applicazione di quanto previsto in sentenza e ai sensi della vigente normativa regionale , art. 27 comma 1 bis L.R. n. 23 del 23/12/2002 come introdotto dall’art. 50 della L.R. 17/2004 e come richiamato anche nei regolamenti interni IACP.
Che la gestione dell’ente da parte della dirigenza sia del tutto approssimativa si percepisce anche dal fatto che i bilanci di previsione sono stati deliberati sempre con notevole ritardo; le note preliminari dei bilanci di previsione anno 2012 e 2013 riportano identici obiettivi per tutti tre i Coordinatori dei Settori. Appare assurdo che l’obiettivo del settore contabile sia per il 2012 che per il 2013 sia la informatizzazione della gestione inventariale dei beni immobili e mobili, obiettivo che dovrebbe essere consolidato già da anni.
I bilanci degli ultimi due anni sono gli unici pubblicati con qualche allegato. Degli altri non si conosce nulla e dalla lettura degli stessi è pressoché impossibile avere una visione chiara perché non risultano pubblicati gli allegati obbligatori del bilancio. Fino all’anno 2012 non era stato predisposto, come detto sopra il bilancio pluriennale. Si fa riferimento al bilancio pluriennale solo nella deliberazione commissariale n 84 del 13 giugno 2013 per l’approvazione del bilancio di previsione anno 2013.
Sarebbe interessante comprendere come sia stata effettuata la gestione dell’Ente sino al 13 giugno 2013. Altresì, sarebbe opportuno conoscere il parere reso dai revisori dei conti.
Ad oggi non si conoscono gli obiettivi del Coordinatore Generale che peraltro è l’unico dirigente a percepire il massimo della produttività.!!!!!!!!!
Emblematiche appaiono da ultimo le recenti revoche di finanziamenti già concessi disposte dalla Regione con decreti assessoriali n. 334 del 12 febbraio 3 n. 852 del 22 marzo 2013 e le cui prese d’atto con deliberazioni commissariali sono pubblicate all’albo pretorio dell’Ente:
Delibera commissariale n. 89 del 3 luglio 2013 avente ad oggetto : Lavori di recupero patrimonio edilizio IACP di 3 palazzine comprendente 30 alloggi nel Comune di Capo D’Orlando località “Bruca” . Avvio del procedimento per la revoca del bando di gara. L’importo revocato ammonta a 1.200.000 euro. Hanno partecipato alla gara 180 imprese.
Delibera commissariale n. 88 del 3 luglio 2013 avente ad oggetto: Lavori di recupero patrimonio edilizio IACP di una palazzina comprendente n. 20 alloggi nel Comune di Raccuja località Ficherazzi. L’importo revocato ammonta a 794.460,15 euro. Hanno partecipato alla gara 176 imprese.
Le motivazioni delle revoche consistono nel fatto che alla data del 14 gennaio 2012 lo IACP avrebbe dovuto porre in essere atti giuridicamente vincolanti : avrebbe dovuto aggiudicare la gara, ma di fatto ciò non è avvenuto e ci si è potuti permettere la perdita di finanziamenti già concessi, con le conseguenze che ne derivano per i cittadini e le imprese. Inaccettabile!
Quanto su esposto serve a far comprendere come la gestione di un ente che si occupa di politiche abitative dovrebbe essere ispirato alla massima trasparenza, di fatto risulta del tutto inerte e criptica, rendendo del tutto vana ogni forma di comprensione della gestione. Tutto ciò ha comportato sia il fallimento del risanamento, che vede la città di Messina, con agglomerati di baracche come nelle città del terzo mondo, e relativa perdita di posti di lavoro nel settore dell’edilizia per la mancanza di opere da appaltare.
————————————–
Proposte
La riforma degli IACP, ad avviso delle scriventi deve muoversi in ambito strettamente pubblicistico (le esperienze di gestione privatizzata di beni pubblici hanno comportato negli anni solo ulteriori sprechi di risorse pubbliche, mentre le buone pratiche in materia di edilizia residenziale pubblica, vedi Regione Piemonte, dimostrano che gestioni efficaci possono realizzarsi anche in ambito pubblico) diventa improcrastinabile, anche alla luce della Legge Regione Sicilia del 14 dicembre 2011 sul Social Housing che offre la possibilità di recuperare e riqualificare aree degradate e di realizzare nuove costruzioni., i cosiddetti alloggi low cost che stanno a metà strada tra le case popolari e quelle offerte dal libero mercato per chi pur disponendo di redditi superiori a quelli che danno diritto all’assegnazione di edilizia residenziale pubblica, non ha la possibilità di acquistare o affittare una casa a prezzi di mercato. Una opportunità straordinaria per la maggioranza della popolazione siciliana: famiglie monoreddito, pendolari, studenti fuori sede, immigrati.
La Regione deve esercitare il proprio ruolo di coordinamento e incisivo controllo ed urgentemente mettere in condizione di operare lo IACP dando nuovo impulso alle politiche abitative con la riforma , una riforma che elimini le gestioni clientelari di un certo modo di fare politica.
Apriamo i dati. La gestione dell’Ente deve essere improntata alla massima trasparenza, in modo da consentire un controllo civico e sociale sulla gestione. Dati aperti dunque per i patrimoni pubblici e non solo!
Il dlgs 33/2013 impone alle pubbliche amministrazioni la trasparenza e la pubblicazione di dati e informazioni : si rammenta solo per fare un esempio l’art. 30: “ Le pubbliche amministrazioni pubblicano le informazioni identificative degli immobili posseduti, nonché i canoni di locazione o di affitto versati o percepiti”; . Adesso è l’ora di pretendere tutti l’applicazione di queste norme per cambiare rotta.
Urge, inoltre, da subito una concreta riorganizzazione e riforma dell’apparato gestionale interno improntato alla motivazione e valorizzazione dei dipendenti con principi meritocratici basati sulla competenza; occorre investire nella formazione, mai sino ad oggi attenzionata dalla Dirigenza, affinché si possano attivare procedure che prevedano anche l’intercettazione di nuove risorse economiche finalizzate all’edilizia residenziale pubblica.
Potenziare lo Iacp e le politiche abitative integrandole anche con quelle sociali con l’apporto di tutti gli enti coinvolti in ottica di assoluta trasparenza è prioritario affinché Messina non giunga impreparata all’appuntamento imperdibile fornito dalle nuove opportunità offerte dalla prossima riforma.
Le responsabilità hanno nomi e cognomi. Chi non è capace per il bene della città faccia un passo indietro”.
(50)