Estorcevano denaro a imprenditori del comprensorio dei Nebrodi dicendosi appartenenti a clan mafiosi. In manette, per estorsioni in concorso aggravate dal metodo mafioso, sono finiti Giuseppe Baratta, 46 anni, di Brolo, Marcello Coletta, 38 anni, di Gioiosa Marea e Francesco Papa, 40 anni, di Piraino, già noti alle Forze dell’Ordine.
Le indagini dei Carabinieri di Patti sono scattate nel 2005 e, attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali e pedinamenti, hanno permesso di accertare come già dal 2003, gli arrestati avessero preso di mira i titolari di due imprese edili di Patti e Brolo.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Baratta, Coletta e Papa, con violenze e minacce, avrebbero costretto un imprenditore edile a versare circa 2000 euro, anche sostenendo di appartenere a un clan mafioso. Baratta e Coletta, inoltre, erano già stati coinvolti in alcune operazioni antimafia “Romanza” e “Icaro”, condotte dai Carabinieri, in quanto ritenuti autori di una serie di reati estorsivi ai danni di imprenditori e commercianti della fascia tirrenica da Patti a Brolo.
Attraverso l’attività investigativa è emerso che, nonostante la carcerazione e le prescrizioni imposte dalle misure di prevenzione cui erano stati sottoposti, una volta liberi, Baratta e Coletta avrebbero immediatamente ripreso a delinquere, con il concorso di Francesco Papa. Una volta contattato l’imprenditore di turno, i tre avanzavano subito richieste estorsive cospicue, per poi abbassare le pretese, di fronte alle difficoltà di pagamento mostrate dalla vittima.
Nel corso dell’indagine, sarebbe anche emersa la procedura della falsa fatturazione effettuata dall’estorsore per far risultare l’erogazione di prestazioni, mai eseguite, a favore della vittima, per coprire le somme intascate in modo illecito.
I Carabinieri hanno rintracciato Coletta nella sua abitazione, mentre Baratta e Papa, che si trovavano ricoverati nel reparto di psichiatria dell’Ospedale Barone- Romeo di Patti, una volta dimessi sono stati immediatamente arrestati. I tre sono stati rinchiusi nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto. Saverio Giuseppe Baratta dovrà scontare 5 anni e 6 mesi di reclusione, Marcello Coletta 5 anni e 4 mesi e Francesco Papa 3 anni e 6 mesi.
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