Quindici milioni annui dall’Amam al Comune, il Collegio di Difesa dice no

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amam sedeIl commissario Croce smentisce una risposta negativa del Collegio di Difesa sul contratto di servizio con l’Amam e dunque sui 15 milioni di euro annui che la partecipata dovrebbe fornire a Palazzo Zanca (se mai il consiglio voterà il provvedimento). Ma il tenore del parere legale ai capigruppo consiliari, sul canone, è di un altro avviso. Nel documento siglato dal Collegio, composto dagli avvocati Francesco Marullo di Condojanni, Aldo Tigano, Paolo Falzea, Bonaventura Candido, Giulia Carrara, Maurizio Igor Germanà, Franco Velardi, Antonio Barbera, Antonino Gazzara, Mariangela Ferrara, Assunta Massaro, Arturo Merlo, Oreste La Torre, Nino Parisi, Paolo Vermiglio, le conclusioni sulle cifre dall’Amam al Comune sono altre. “Occorre rilevare – si legge – che la previsione contrattuale concernente la corresponsione a favore del Comune di Messina ed a carico dell’Amam di una somma a titolo di canone per la concessione e uso delle reti e degli impianti contrasta con il dettato normativo di cui all’art. 153 del D. Lgs. 152 del 2006 che prevede: 1 Le infrastrutture idriche di proprietà degli enti locali ai sensi dell’articolo 143 sono affidate in concessione d’uso gratuita, per tutta la durata della gestione, al gestore del servizio idrico integrato, il quale ne assume i relativi oneri nei termini previsti dalla convenzione e dal relativo disciplinare”. La Commissione di Vigilanza – ricordano i legali – sulle risorse idriche, con parere n. 7625 del 2011, ha ribadito l’illegittimità di clausole che prevedono un canone a carico del gestore del servizio idrico per l’uso dei beni. Sulle tariffe, in vista di un aumento consistente, il Collegio fa riferimento “all’art. 154 del D. Lgs 152/2006 e alla deliberazione dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas del 28 dicembre 2012 che consente allo stato e nel rispetto di alcune indicazioni la determinazione delle tariffe in regime transitorio. Con la precisazione che, comunque, a partire dal 2014 dovrebbe entrare in vigore una nuova metodologia tariffaria che dovrebbe applicarsi anche alle convenzioni in essere”. Se il contratto di servizio si può fare (ed è uno dei pilastri del Comune per evitare il dissesto) sul canone c’è il parere negativo dell’Ufficio Legale. @Acaffo

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