Tutto cambia affinché nulla cambi. Scriveva così Giuseppe Tomasi di Lampedusa nella celebre opera “Il Gattopardo”. Una frase che da decenni descrive fedelmente l’immobilismo che contraddistingue la realtà siciliana, da cui Messina non si discosta di un millimetro. La città galleggia in acque stagnanti come un cadavere sospinto da timide correnti. Ogni possibilità di movimento è stroncata sul nascere da incapacità amministrativa o dalla potente morsa delle burocrazia. E Messina continua ad essere immersa in un sonno costante e leggero in cui sogna un futuro che sembra dietro l’angolo, salvo poi dissolversi improvvisamente.
La lunga storia legata al porto di Tremestieri esprime con efficacia questo stato di cose. Un’opera attesa per decenni che dovrebbe eliminare definitivamente il traffico pesante dalle caotiche vie del centro. Con fatica, i 72 milioni di euro necessari a realizzare l’approdo sono stati trovati. Sembrava questo l’ostacolo più arduo da superare, ma ecco che a pochi metri dal traguardo spunta un nuovo impedimento. E’ la Regione questa volta a mettersi di traverso. Il Dipartimento Infrastrutture ha informato il responsabile del procedimento Francesco Di Sarcina circa la necessità di sottoporre a validazione con apposita gara rivolta a soggetti esterni, il progetto definitivo redatto dalla Coedmar, società vincitrice dell’appalto. Il tutto dovrà poi passare all’esame della Commissione ai Lavori Pubblici, secondo quanto stabilito dal codice degli appalti. Un iter ben più lungo di quello che era stato inizialmente stabilito dalla stessa Regione in accordo con il ministero. E l’allungamento dei tempi potrebbe mettere a rischio i fondi, con la concreta possibilità di tornare al punto di partenza.
Il presidente dell’Autorità Portuale Antonino De Simone ha lanciato l’allarme rivolgendosi alla deputazione regionale. Il primo a raccogliere l’invito è l’esponente Pd Filippo Panarello. “Bisogna evitare che, su questo terreno, si apra un contenzioso distruttivo tra gli Uffici della Regione, del Comune e dell’Autorità Portuale. Perciò ho chiesto a Mariella Maggio, presidente della Commissione Territorio e Ambiente dell’Ars, di convocare tutti i soggetti interessati a partire dall’Assessore Regionale Infrastrutture, per valutare la situazione preoccupante che si è determinata. L’obiettivo è di evitare l’ennesimo ed intollerabile blocco e di accelerare le procedure per la realizzazione di un’infrastruttura necessaria per rendere più efficienti i collegamenti marittimi tra la Sicilia ed il Continente e per migliorare la qualità della vita nella nostra città”.
A completare il quadro, il bando per la riqualificazione della ex Cittadella fieristica andato deserto. Nessuna manifestazione d’interesse per la riqualificazione dell’area è stata presentata all’Autorità Portuale che adesso dovrà pubblicare un nuovo avviso. Le idee per restituire alla città uno spazio immenso che si affaccia sul mare non mancano: da tempo si parla di sviluppo turistico, commerciale e culturale, ma quando si deve passare ai fatti concreti permane l’assoluto silenzio. Presumibilmente, occorrerà attendere diversi mesi prima che un nuovo bando veda la luce con i dovuti ritocchi voluti dal numero uno dell’Authority De Simone. Lo stesso De Simone, però, è prossimo a finire il suo mandato che scadrà il prossimo 22 giugno. Nonostante la proroga ministeriale di 45 giorni, nulla potrà muoversi entro l’estate e il rischio che l’ex Fiera torni nuovamente nel dimenticatoio è alto.
A Messina l’elenco di opere incompiute è lungo, la città sembra essere avvolta da una cappa che la soffoca lentamente, impedendo ogni tentativo di rinascita. Una sola cosa sembra riuscire bene ai messinesi: parlare, parlare e parlare senza concludere mai nulla, per causa propria o apparentemente esterna. Ogni riferimento a stereotipi di natura ittica è puramente voluto.
Andrea Castorina
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