Saranno interrogati lunedì mattina i quattro finanzieri finiti ai domiciliari con le accuse di violazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio, falso e truffa.
Si tratta del maresciallo Domenico Inferrera e dei i tre Sovrintendenti Massimo Giuffrè, Giuseppe Rondinone e Gaetano Calafiore, tutti in servizio al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina.
Un’inchiesta, quella coordinata dal Procuratore Aggiunto Sebastiano Ardita e dal Sostituto della DDA Fabrizio Monaco, che getta ombra sull’operato svolto dai quattro, negli ultimi 2 anni, durante le attività di controllo fiscale.
La lente di ingrandimento degli investigatori, difatti, si è concentrata su bar e lidi della riviera Nord di Messina presso cui i finanzieri dovevano accertare, di volta in volta, regolarità o irregolarità fiscali.
Secondo le accuse, i quattro mostravano un occhio di riguardo per quei locali gestiti da proprietari e titolari amici che, quasi puntualmente, venivano avvisati in tempo dei “blitz” delle Fiamme Gialle.
In tal modo, per loro, tutto risultava sempre perfettamente in regola. Come appurato, in molti casi, i finanzieri si fermavano poi in quegli stessi locali per consumare pranzi e cene. A far spiccare le ordinanze di custodia cautelare, al termine di mesi di indagini, è stata il Gip Maria Teresa Arena.
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