Il presidente dell’Autorità portuale di Messina e Milazzo, Antonino De Simone, ha incontrato ieri mattina i segretari di Cgil, Cisl e Uil per illustrare il recente accordo negoziale interistituzionale siglato con il Commissario ad acta dell’Ente Porto, con l’avallo della Regione Sicilia. Il presidente, che ha intrapreso una serie di incontri di carattere puramente informativo, ha tenuto a chiarire che l’intesa raggiunta annulla lo storico conflitto di competenze tra i due enti sulle aree della zona Falcata, consentendo di conseguenza al piano regolatore portuale, fermo dal 2008, di poter giungere finalmente all’approvazione.
L’assenza di un Piano Regolatore Portuale è ciò che finora ha impedito alla città di operare su una parte importantissima per l’economia cittadina, proibendo la bonifica delle aree, e sacrificando i conseguenti investimenti e benefici, soprattutto occupazionali. Ed è quindi scontato che Cgil, Cisl e Uil hanno sottolineato la necessità di definire al più presto questo importantissimo strumento. Obiettivo ineludibile per il quale però – tengono precisare – «non può certamente bastare la sola comunicazione. In questi anni tutto è mutato: le previsioni di collegamento, l’assetto produttivo, la condizione delle aziende e soprattutto quella dei lavoratori».
Cgil, Cisl e Uil considerano indispensabile agire simultaneamente su due fronti: far ripartire immediatamente il maggior numero di lavori e ridisegnare il nuovo sviluppo della città.
«L’accordo illustrato – aggiungono i sindacati – non risolve il problema della soppressione dell’Ente porto e la Regione assume in verità un generico impegno, sottraendosi al contempo dall’obbligo specifico assunto invece anni addietro nei confronti della città, per la realizzazione del polo di eccellenza per la cantieristica».
I sindacati, senza voler sminuire il risultato raggiunto mettendo finalmente insieme i due enti, credono invece che adesso debba urgentemente partire un confronto serrato con tutti i soggetti istituzionali e le parti sociali per risolvere definitivamente i grandi problemi che da anni questa città si trascina.
«Tremestieri, Via Don Blasco, zona franca, traghettamento, cantieristica e turismo ─ ribadiscono ─ non possono continuare a restare solo sbiaditi titoli di giornali. Vanno perciò immediatamente individuati gli obiettivi e gli ostacoli esistenti, affinché la città si riappropri veramente del suo futuro e non sia costretta a soccombere ai continui arrembaggi di questi anni».
Per il sindacato definire l’impiego degli ambiti portuali significa valutare, secondo i parametri del lavoro vero, e della vivibilità, quale sia la scelta migliore da fare per la collettività.
«E ciò, com’è ovvio – concludono ─, sarà possibile solo se Messina sarà capace di scegliere, riprogettando la propria struttura, regolando i propri interventi e le proprie attività e, soprattutto, obbligando tutti i livelli istituzionali a fare finalmente la propria parte».
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