Il Csa ritorna a parlare della cronica carenza di personale che affligge il Corpo della Polizia Municipale e, in una nota del coordinatore provinciale Piero Fotia, invita Sindaco, Segretario Generale, Assessore al Personale, Presidente del Consiglio e capigruppo a riattivare le procedure di mobilità orizzontale interna che potrebbero consentire, a costo zero, il passaggio al Corpo di personale di categoria “C”, sia a tempo determinato che indeterminato.
Sarebbe dunque da rivedere il provvedimento di inizio 2013, con il quale il Consiglio Comunale ha modificato il “Regolamento del Corpo di Polizia Municipale”. «Tale modifica — sottolinea il sindacato — è scaturita dalla considerazione che “è venuto meno il contesto di emergenza nel quale la disposizione è stata adottata”». In disaccordo con essa e cosciente della necessità di colmare tale carenza di personale, il Csa ritiene che il potenziamento dell’organico porterebbe «un innegabile
giovamento per il servizio, impedendo così l’attivazione di ulteriori procedure onerose».
«Nel lontano luglio del 2009 — si legge in una nota del sindacato —, l’allora Sindaco Giuseppe Buzzanca, in qualità di Commissario Delegato ex Opcm in materia di viabilità, modificava il “Regolamento del Corpo di Polizia Municipale”, consentendo l’accesso tramite procedure di mobilità di personale di categoria “C” in servizio nelle altre aree dell’amministrazione comunale. Nel giro di qualche mese una cinquantina di “contrattisti” vestirono la divisa e il loro contributo ha di fatti impedito, e continua a impedire, che la crisi diventasse drammatica : il tutto senza alcun costo aggiuntivo per il Comune di Messina. All’inizio del 2013, però il Consiglio Comunale ha nuovamente modificato il Regolamento impedendo la realizzazione di tali procedure per il venir meno del contesto di emergenza».
«E così — conclude la nota —, mentre è sotto gli occhi di tutti la gravissima situazione in cui versa la viabilità cittadina e tutte le altre soluzioni ipotizzate appaiono prive di fondamento e sempre più lontane dalla realtà, l’unica possibilità di tentare (peraltro a costo zero) di porre qualche rimedio alla situazione, viene negata proprio sul presupposto che l’emergenza non esiste». Il Csa, che è sempre stato a favore della mobilità chiede «una modifica delle attuali previsioni regolamentari, che consentirebbero, a “costo zero”, di venire concretamente incontro alle necessità della collettività».
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