Al termine dell’incontro tenutosi in Prefettura con il vice capo di Gabinetto, Caterina Minutoli, in merito al trasporto e assistenza disabili, la segretaria della Fp Cgil, Clara Crocé, ha dichiarato: «Andremo avanti finché da Palermo non arriveranno risposte».
Continua dunque la mobilitazione degli addetti al servizio, degli utenti e delle loro famiglie. «La Fp Cgil ritiene — ha detto la Crocé — sia il caso di cominciare a lavorare su una possibile manifestazione a livello regionale. La mancanza di fondi per garantire i servizi di trasporto e assistenza igienico-sanitaria dei disabili negli istituti superiori, riguarda lavoratori e ragazzi e disabili presenti in tutte le province siciliane».
Così si è espressa Clara Crocé, al termine della manifestazione tenutasi ieri di fronte l’ingresso della Prefettura. Il prossimo appuntamento di protesta è già stato fissato per giovedì mattina, sempre alle 9.30, davanti al Tribunale. «Le famiglie di questi ragazzi – ha affermato la segretaria generale del sindacato —, durante il confronto avuto con il vice capo di Gabinetto, Caterina Minutoli – non possono fare a meno delle prestazioni fornite dagli operatori, i quali, a loro volta, necessitano del pane quotidiano da portare a casa». A prendere parte all’incontro anche una delegazione di genitori disperati, molti dei quali costretti al licenziamento per accudire i loro figli, bisognosi di tanta attenzione. «L’atteggiamento irresponsabile assunto dal governatore Crocetta — ha continuato la Crocé — che aveva promesso 45 milioni da suddividere per le diverse province siciliane, soldi poi mai arrivati, ci spinge a valutare l’ipotesi di presentare una denuncia per interruzione di pubblico servizio».
La sindacalista ha inoltre evidenziato «il bisogno che i servizi in questione vadano riorganizzati, una volta per tutte, sulla base delle esigenze dell’utenza. La Regione ha deciso di abolire le Province – ha spiegato la Crocé – ma al contempo non ha ben tenuto in conto tutto ciò che sarebbe derivato da tale soppressione. Ecco perché — ha infine concluso – sarebbe forse il caso di pensare bene a quali possano essere le conseguenze, poiché a pagare il prezzo più alto alla fina sono sempre i più deboli».
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