A quattro giorni dal ballottaggio che eleggerà il nuovo sindaco di Messina, Dino Bramanti scrive una lettera ai cittadini in cui replica ad una delle accuse che gli vengono mosse dall’inizio della sua campagna elettorale: essere uno strumento nelle mani di un altro uomo.
Il candidato sindaco sottolinea la sua volontà di servire solo ed esclusivamente Messina e ribadisce, ancora una volta, di non essere un burattino e di essere stato al servizio solo dei suoi pazienti. Di seguito il testo integrale della lettera.
«Nel mio curriculum c’è tutto quanto ho realizzato nella professione. Non un titolo di più, niente da nascondere.
Sono soddisfatto della mia carriera. Forse per qualcuno avrò ottenuto più di quanto meritassi. Non sta a me giudicarlo, ma alla mia età so che la vita concede opportunità in più a qualcuno, e a qualcuno meno. Posso solo giurare nella mia corsa di non aver sgambettato mai nessuno, di non avere detto ciò che non penso, fatto cose in cui non credo. Gli ultimi anni della mia carriera li ho spesi nel tentativo di migliorare la sanità siciliana, anche attraverso il potenziamento di quella messinese.
Mi sono state riconosciute qualità manageriali, e per questo mi hanno proposto di candidarmi sindaco. Lo ha fatto il presidente della Regione, Nello Musumeci. Lo ha fatto offrendo il mio nome a tutti i partiti della coalizione di centrodestra. Tra questi c’è Forza Italia, un partito nato 25 anni fa, che ancora oggi rimane un punto di riferimento per gli elettori. A Messina, nel partito di Forza Italia milita l’ex parlamentare Francantonio Genovese.
Forza Italia e le altre liste riconducibili al partito hanno fornito alla coalizione un contributo di voti importante, non maggioritario. Rivendico la legittimità di quel risultato, e ringrazio di cuore ogni singolo candidato al Consiglio Comunale che ha dato battaglia in quelle liste. Rivendico con forza, e li ringrazio tutti, i candidati al Consiglio Comunale delle altre liste, capaci di portarmi a ottenere al primo turno a 33629 voti totali.
In questi giorni sento sulla mia persona un pregiudizio divenuto insopportabile: essere un candidato nelle mani di un’entità politica capace di manovrarmi. Equivale a dire che io sono un uomo nelle mani di un altro uomo.
Tutto questo non lo posso accettare. Non ci sto a questa che per me è un’infamia insopportabile.
Ho risposto per due mesi in modo educato, ho provato a convincere ogni elettore di un programma e della serietà di quel programma. E così in molti hanno deciso di accordarmi la loro fiducia. Eppure una specie di macchina infernale, messa in moto da candidati senza idee e con vicende giudiziarie clamorose per entità e non ancora concluse, tutt’altro, non potendo rilevare nulla sulla mia persona, arrivata integerrima all’appuntamento con l’onore della candidatura a sindaco della mia città, mi ha gettato addosso l’accusa più infamante per un uomo, essere schiavo; lo hanno fatto nel modo più bieco: la calunnia.
Chi dice che io sono un burattino nelle mani di chiunque mente, è un bugiardo, è un uomo senza verità.
Io rappresento altro. Rappresento la Messina che non si rassegna all’idea di una città da mortificare, che vuole realizzare strumenti per il futuro. Il mio impegno è dare a Messina tutto quanto occorra per vivere meglio, per vivere bene. Una città che dia lavoro ai giovani e ai meno giovani che lo hanno perso, servizi efficienti, uno sviluppo razionale e sostenibile.
Niente fumo, niente proclami, niente show.
Ho già inserito nel mio programma l’innalzamento di tutti gli strumenti di controllo di quanto accadrà in Comune, perché il cittadino sappia, perché il messinese scelga. Si faccia avanti un messinese o un cittadino di qualsiasi parte del mondo che possa pubblicamente dire che non ho rispettato una sola volta la mia parola d’onore e mi ritiro, ritenendomi indegno di propormi alla guida della città.
Ma ciò non può accadere, perché sono un cittadino onesto, perché ho messo la sincerità e l’onore alla guida nella mia vita. A 68 anni non cambio carattere e valori per vincere questa che è l’ultima battaglia prima della mia pensione. Non sono mai stato in vendita. Sono stato servo solo dei pazienti, dei bisognosi. E della mia famiglia, mia moglie, i miei figli.
Sono qui per servire la città, non per servirmene.
E io posso giurare sul mio onore che cambierò in meglio Messina. Lo farò seguendo i miei principi, sarò padrone di ogni decisione che prenderò nel solo interesse di tutti i cittadini.
Nelle mani di nessuno, se non in quelle del buon Dio.
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