Operazione “Corsi d’oro”: fatture gonfiate anche del 600% per ottenere finanziamenti regionali

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polizia domiciliariA detta del procuratore capo di Messina, Guido Lo Forte, il malaffare regnava sovrano sugli enti di Formazione Ancol, Aram e Lumen. “Enti che – ha detto il capo della Procura- puntavano su meccanismi, a volte sofisticati, altre meno, di deviazione delle risorse pubbliche”. In pratica- ha spiegato Lo Forte- venivano messe in piedi società fittizie, riconducibili agli indagati, che raddoppiavano anche sino al 600% i costi sostenuti per gli affitti o le prestazioni di servizi. Le indagini della Guardia di Finanza e della sezione di Pg della Polizia avrebbero, inoltre, accertato che molte di queste società fantasma avevano rapporti amministrativi soltanto con alcuni tra gli enti oggetto di inchiesta. Esistevano, poi, fatture relative a servizi effettuati all’interno degli stessi senza alcuna logica di mercato. E’ così che ottenevano decine di milioni di euro che la Regione destina agli enti della formazione professionale. C’è tutto questo alla base della operazione “Corsi d’oro”, un ciclone targato Procura di Messina, con i sostituti procuratori Fabrizio Monaco, Antonio Carchietti e Camillo Falvo, con il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, a chiedere le misure cautelari che il gip Giovanni De Marco ha accolto, disponendo gli arresti domiciliari per i tre legali rappresentanti dei tre enti di formazione sotto accusa. Misure cautelari per Chiara Schirò (Lumen), Daniela D’Urso (Ancol), rispettivamente mogli degli ex sindaci Francantonio Genovese e Peppino Buzzanca; per Elio Sauta ( Aram),ex consigliere comunale del Pd. Arresti domiciliari anche per Cettina Cannavò, ex tesoriere provinciale del Pd; Carmelo Capone, ex assessore della giunta Buzzanca; Natale Capone, commercialista, fratello di Carmelo;Graziella Feliciotto; Natale Lo Presti; Nicola Bartolone; Giuseppe Caliri.
Agli indagati,a vario titolo, viene contestato il reato di associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche destinate al finanziamento di progetti formativi.
Per un altro indagato, Carlo Isaja, il Gip ha disposto la sospensione per due mesi dalla sua attività. Isaja è funzionario dell’Ispettorato provinciale del lavoro di Messina. Secondo l’accusa avrebbe svelato ad Elio Sauta l’imminente ispezione del suo ufficio alla sede dell’Aram.
Le misure cautelari scattate oggi con l’operazione Corsi d’0ro- a detta del procuratore capo Guido Lo Forte- sono il naturale epilogo di inchieste già avviate sulle quali, nel prosieguo delle indagini, sono arrivati i riscontri investigativi che attestavano responsabilità specifiche degli indagati.

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