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La Zona Falcata: da Luogo di Culto a Roccaforte Militare

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zona falcataQuest’area, originariamente quasi disabitata e considerata sacra, embrione primigenio della città segnata dagli dèi, nel corso del tempo venne indicata con diversi nomi: Lingua di S. Placido, S. Raineri, Prato, Isola di S. Giacinto e Lingua del Faro, poiché un fanale affidato ad alcuni monaci, alimentato con olio votivo, veniva acceso in quel luogo in aiuto dei naviganti.

La vocazione sacra del sito verrà perpetuata durante tutto il medioevo e fino al XVI secolo, dalla presenza del monastero basiliano di SS. Salvatore in lingua phari (sec. XII), prima grande struttura monastica a stanziarsi in questo luogo. Esso si situava in prossimità della torre di S. Anna e occupava l’area ove oggi sorge il cinquecentesco Forte SS. Salvatore. Il monastero era noto anche per il suo scriptorium e per l’omonima chiesa annessa, che il Samperi così descrive: “…Basilica assai sontuosa, abbellita a maraviglia da Ruggieri Secondo … ornata di un splendidissimo pavimento di varie, e mischie pietre, serpentine, diaspri, agate, formano diverse figure di pavoni, uccelli, e altri animali… Era la Cupola maggiore tutta adorna di figure di finissimo mosaico ad oro…”. Al suo interno conteneva un pregevole crocefisso ligneo proveniente da Gerusalemme ed un quadro della Madonna della Romanella, così chiamata perché si diceva fosse stata donata dal Papa di Roma.

Dopo la costruzione del Forte SS. Salvatore voluta da Carlo V, nel 1546 i monaci furono trasferiti altrove. Narra ancora il Samperi che il 13 luglio del 1549 un fulmine colpì la “..munitione della Polvere che nella Fortezza si suole, per le Bombarde, e Archibugi di quel Presidio conservare…”, provocando un’esplosione che distrusse la chiesa, ma la stessa continuò a sussistere dopo che “…si accomodò al miglior modo, che si potè…..”.  Lo confermano le cronache di avvenimenti successivi, quali la descrizione delle opere d’arte che vennero aggiunte al suo interno o l’afflusso dei numerosi fedeli che indusse uno dei “..Signori Castellani.. a serrar le porte del Castello”. Tuttavia già nel 1554 si cominciava a costruire una nuova chiesa ed un nuovo convento “…in la Punta dilla Nuntiata…”. Nel 1572 i monaci basiliani rivendicavano gli arredi e le opere d’arte di loro proprietà rimasti nel Forte SS. Salvatore. I nuovi detentori del forte rifiutandosi di rendere tali beni diedero l’avvio ad una lunga e complessa contesa di cui permangono copiose documentazioni.                         

Nel braccio di S. Raineri erano presenti anche strutture assistenziali e caritatevoli, poiché questo luogo, che secondo La Corte Cailler era già cimitero al tempo della dominazione araba, ben si prestava all’isolamento ed alla cura durante le epidemie, in quanto integrato ma nello stesso tempo separato dalla città. Durante la pestilenza del 1575, il senato messinese fece allestire un lazzaretto con una cappella in legno dedicata alla Santissima Eucaristia ed un cimitero. Passata l’epidemia l’intero lazzaretto venne incendiato, mentre solo la cappella venne risparmiata per l’interessamento di Giovanni Mantiglia che ottenne dal senato cittadino l’autorizzazione per costruire una piccola chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie. Nel 1620 la stessa venne affidata ai Frati Carmelitani Scalzi di S. Teresa che l’ampliarono e vi edificarono l’annesso convento.

Fra il 1636 ed il 1646, i Gesuiti  grazie all’aiuto di Donna Francesca D’Aragona principessa di Roccafiorita, costruirono la loro terza casa dedicata a S. Francesco Saverio, posta nell’area fra Terranova e S. Raineri.

Nelle adiacenze, anche i Benedettini della Maddalenanel 1669 ottennero dal Senato un terreno per edificare il loro convento. Nel 1670, poco prima della rivolta antispagnola, vennero gettate le fondazioni tra il baluardo di San Giorgio e gli alloggi militari, ubicati poco dopo il Palazzo Reale, che in parte vennero ceduti ai monaci.  I lavori durarono quattro anni e furono molto dispendiosi; per la raffinata architettura e per la facciata in marmo pregiato che guardava verso il porto, il convento ne risultò un edificio sontuoso. I Benedettini abitarono i nuovi locali nell’anno in cui ebbe inizio la rivoluzione del 1674 contro la Spagna.   

Negli anni a seguire, il Viceré Bonavides Conte di S. Stefano, per punire la città ribelle, confiscò tutti i beni del Senato, trafugò i preziosi codici del monastero del SS. Salvatore, tolse il mulino a vento, occupò la lanterna e la fortificò. Per costruire la Real Cittadella vennero abbattuti il monastero e la chiesa delle Grazie, quello recente dei Benedettini, la Casa Gesuitica di S. Francesco Saverio, parte degli alloggiamenti dei soldati, la Torre Mozza e tanti altri edifici per lasciare libero il tiro alle artiglierie puntate sulla città.

La costruzione della Real Cittadella, in aggiunta al già esistente Forte SS. Salvatore, muta definitivamente l’uso del luogo: da polo religioso a roccaforte difensiva.

Il Viceré, compiuta la sua operazione, lasciò solo la croce che ricordava i sepolti di peste vicino al SS. Salvatore e le saline, forse per uso del presidio.

Del patrimonio ecclesiastico rimane solo la memoria, tramandata nell’intitolazione della maggiore porta monumentale della Cittadella, denominata Porta Grazia in ricordo della Chiesa delle Grazie e dei bastioni intitolati a S. Francesco e a S. Teresa.

 

 

ELENCO DEGLI ORDINI RELIGIOSI PRESENTI NEL SITO:

Basiliani(dal sec. XII al 1546)

Carmelitani Scalzi (dal 1620 al 1679 circa)

Gesuiti (dal 1636 al 1679 circa)

Benedettini(dal 1669 al 1679 circa)

 

                                                                                             Michelangelo Alicata

Testo integrale di uno dei pannelli didattici, redatti dalla Soprintendenza BB.CC.AA. Di Messina, in occasione della “Notte della Cultura”2011.

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