Nel ricordo di Graziella Campagna, il palasport di Saponara raccoglie parenti, amici, studenti e personalità istituzionali

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Graziella CampagnaGraziella è ovunque nel Palasport che è dedicato a lei nel giorno del 27esimo anniversario della sua morte: è negli occhi dei bambini delle scuole, nella voce straziata dei suoi familiari ed amici, nel ricordo di quanti oggi, partecipando alla manifestazione, sono qui per salutarla e per dire no alla mafia. L’iniziativa di oggi ha come tema “L’impegno oltre l’indifferenza”, ed è stato scelto dai parenti della giovane uccisa, per portare avanti, in modo concreto, la lotta contro l’illegalità. Graziella scompare a Villafranca Tirrena dopo essere uscita dalla lavanderia dove lavora, la sera del 12 dicembre 1985. Abituali frequentatori di quella lavanderia sono due clienti, l’ingegner Toni Cannata e il geometra Gianni Lombardo, di Palermo. In realtà sono Gerlando Alberti junior e Giovanni Sutera, pericolosi latitanti ricercati per associazione mafiosa e traffico di droga. Da anni abitano in una villetta a Villafranca, a due passi dalla caserma dei carabinieri. Il destino fa incrociare i mafiosi con quella ragazza dai grandi occhi scuri: sarà uccisa perché trova in una camicia lasciata a lavare alcuni documenti, forse un’agendina dai contenuti conpromettenti, e i due latitanti temevano rivelasse a qualcuno quello che aveva visto.

All’incontro odierno, moderato dalla giornalista Rosaria Brancato, che ha anche scritto un libro su Graziella “Con i Con tuoi occhi”, hanno partecipato decine di studenti delle scuole medie e superiori di Messina e provincia, numerosi sindaci dei Comuni della zona tirrenica, l’assessore regionale Nino Bartolotta, il Presidente di Libera, Don Luigi Ciotti, il sindaco di Saponara, Nicola Venuto e il presidente dell’Assemblea Regionale, Giovanni Ardizzone. La manifestazione servirà anche a porre le basi di una più proficua collaborazione tra il mondo della scuola e le Istituzioni. Don Ciotti ha sottolineato come oggi sia importante responsabilizzare la società. Ha detto: “Il problema più grave non è solo chi fa il male, ma quanti guardano e lasciano fare. Chiedo ai ragazzi di prendersi un impegno per il futuro: la continuità nel fare le cose, la condivisione e soprattutto la responsabilità per avviare un cambiamento. Graziella era una ragazza umile e generosa che lavorava e si è assunta le sue responsabilità. Noi adulti dovremmo stimolare il desiderio della legalità attraverso la testimonianza”. Piero Campagna, fratello di Graziella, una delle persone che ha lottato fino all’ultimo per ottenere giustizia per la ragazza, rimarca come ancora tutte le responsabilità non siano state accertate. “Messina non è mai stata una città ‘babba’ – dice Campagna – e lo ha dimostrato la vicenda di mia sorella. C’erano nel nostro territorio due importanti latitanti che sono stati arrestati, ma chi li ha protetti non è mai stato preso. Quello che è accaduto allora potrebbe ancora ripetersi. Dopo 25 anni, giustizia è stata fatta, però sono stati condannati solo gli esecutori materiali dell’omicidio di Graziella. Durante il processo abbiamo dovuto assistere a scene sconcertanti ed è emerso che queste persone erano in parte protetti dalle istituzioni. Nonostante la condanna, durante il processo durato più della vita di Graziella, questi malfattori sono stati per un periodo anche scarcerati e hanno ottenuto gli arresti domiciliari, presentando certificati di malattia che il tribunale di Bologna non ha, per me, adeguatamente accertato”. Se mia sorella ha poi ottenuto giustizia, devo dire grazie soprattutto all’avvocato Repici, che ha lottato in tutti questi anni e ha restituito a Graziella dignità. Quella di oggi è una testimonianza importante, Graziella è morta per non farla parlare e in questi occasioni è come se parlasse lei ai giovani per dire no alla mafia”.
Anche Ardizzone sottolinea che Messina non è stata mai una città dallo scarso spessore criminale. ““Siamo qui per diffondere la legalità tra i giovani – ha detto il presidente dell’Ars -. La nostra non è un provincia babba e fa male chi cerca di nascondere sotto il tappeto la polvere. Negli ultimi anni le forze dell’ordine e i magistrati hanno eseguito importanti arresti. Sono stato il promotore del disegno di legge che riconosceva ai parenti di Graziella Campagna lo status di vittima di mafia. L’assemblea regionale è intervenuta ancor prima che fosse pronunciata la sentenza definitiva dopo anni”. L’assessore regionale alle infrastrutture Nino Bartolotta ha rimarcato il lavoro della Giunta per diffondere la cultura della legalità spiegando: “Quello di Graziella Campagna è un episodio che non si deve più ripetere, c’è voglia di legalità, un inversione di tendenza nelle pubbliche amministrazioni e nelle istituzioni in generale. Il Presidente Crocetta e la Giunta si stanno attivando in tal senso. Quello di oggi è un giorno del ricordo, con la presenza degli alunni affinché già da piccoli apprendano il valore della legalità e del rispetto degli altri”.

 

Gianluca Rossellini

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