alì venditore di rose

Alì,in coma per una bastonata, staziona davanti a Montecitorio. Intervista a Bonny Candido

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alì venditore di roseAlì Nassar è davanti a Montecitorio. Spera che lì’, vicino vicino a chi governa, qualcosa di buono gli possa arrivare. Ma chi è Alì Nassar? Un nome che conoscono pochi, e quei pochi sono poliziotti, medici, infermieri, avvocati e giudici di Messina. Alì Nassar, gli altri, il resto di Messina, lo conoscono soltanto come “Alì quello che vende rose nei ristoranti”.E’ lui,è l’egiziano per il quale si mosse in corteo l’intera città, lo scorso anno. Alì non poteva vederlo quel corteo perchè era in coma, al Policlinico, per la bastonata che Pietro Zappia, messinese di 40 anni, gli aveva calato in testa. Dopo 20 giorni di coma e una degenza di 45 giorni, Alì era tornato in strada a vendere rose, aspettando che la giustizia facesse il suo corso e sperando che, da quella brutta vicenda, per lui potesse arrivare il nuovo. Una vita nuova. Zappia è stato condannato a 7 anni di carcere per tentato omicidio, primo e secondo grado di giudizio, più il pagamento di una provvisionale di 10mila euro. Alì non ha visto neanche un centesimo.
Ce lo racconta il suo difensore, avvocato Bonny Candido, il “dopo-coma” di Alì Nassar.

Avvocato, ma Alì ha rifiutato il lavoro offertogli dal padre del suo aggressore?

Questa è una notizia che abbiamo appreso dai giornali. Ufficialmente  non è mai giunta alcuna proposta di lavoro

E la provvisionale disposta in suo favore dai giudici?

Nulla di fatto. Formalmente è Pietro Zappia colui che è tenuto a versare la somma ma, come dimostrano visure, non risulta in possesso di liquidi nè intestatario di beni.Potrebbe, se volesse, intervenire così il padre. Risarcire lui, in questa prima forma disposta, la vittima cui, a suo dire, avrebbe offerto un lavoro

Perchè Alì è a Roma, davanti a Montecitorio?

A Messina non aveva più di che vivere. Lo hanno pure sfrattato perchè da mesi non pagava affitto. 10 giorni fa ha fatto fagotto è si è trasferito a Roma, sperando che altrove le cose andassero meglio. Nulla anche lì. Mi ha telefonato questo pomeriggio, disperato. Mi ha detto: “Avvocato chiamo lei perchè almeno se mi accade qualcosa sa dove sono. Non ho nessuno da avvisare”.E’ stata la disperazione, probabilmente, a suggerirgli di stazionare davanti a Montecitorio. Qualcuno gli ha chiesto che ci facesse seduto lì. Lui ha raccontato la sua storia. L’altro, un deputato, ha risposto che avrebbe valutato cosa fare per lui. Alì è’ lì che aspetta.

 

Patrizia Vita

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