“Medici ma non troppo”. I demansionati del Policlinico in sit-in

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Sono tornati a far sentire la loro voce, i 12 dirigenti e biologi demansionati nei mesi scorsi dall’Azienda Ospedaliera Universitaria del Policlinico.

Questa mattina il personale sanitario si è riunito in un sit-in di protesta davanti all’ingresso del Padiglione L del nosocomio di viale Gazzi. Un grido di allarme che riaccende i riflettori su una vicenda che va avanti dal giugno 2015.

All’epoca,  l’allora direttore generale del Policlinico, Marco Restuccia, aveva annullato le promozioni di 6 dirigenti medici, retrocessi al ruolo antecedente il passaggio di livello. Secondo il direttore generale i demansionati non avrebbero partecipato ad alcuna procedura concorsuale per dirigente medico. Due di loro assunsero la carica di  dirigenti biologi,  quattro di tecnici di laboratorio biomedico. Un boccone difficile da digerire per chi, da anni, esercitava un ruolo impegnativo all’interno del Policlinico. I ‘detronizzati’ sono tutti in possesso di laurea in Medicina e Chirurgia, inseriti nel dipartimento di Chirurgia generale, Oncologia e Anatomia patologica, diretto da Giuseppe Navarra.

Analoga sorte era poi toccata, nell’ottobre 2015, ad altri 5 dirigenti biologi, e recentemente ad un altro medico. Stessa causale: erano stati promossi senza aver superato un concorso e – a detta del direttore generale – alcuni non avevano neanche i titoli necessari.

La vicenda è proseguita con un esposto alla Procura della Repubblica presentato da quattro professionisti lo scorso maggio, ma i punti da chiarire sono ancora molteplici. “A distanza di 18 mesi dal primo provvedimento – spiega una dei medici demansionati – non abbiamo avuto alcuna risposta. L’amministrazione ha piena contezza della nostra situazione,  assimilabile a quella di tanti altri colleghi dipendenti. Abbiamo subito una profonda ingiustizia dettata da una mancanza di imparzialità dell’Azienda che ha voluto colpire alcuni elementi a fronte di altri che,  pur essendo stati oggetto di valutazione da parte di commissioni, non hanno ricevuto alcun provvedimento. L’amministrazione conosce perfettamente il caso di numerosi dipendenti equiparati o assunti senza concorso. Quest’ultimo criterio non corrisponde alla nostra realtà poiché tutti noi abbiamo sostenuto una procedura concorsuale per essere assunti”.

Una situazione che si ripercuote pesantemente sull’attività lavorativa dei dipendenti sanitari. “Sono specialista chirurgo – precisa una dei professionisti – ho lavorato per 25 anni in sala operatoria e in pronto soccorso. Dall’oggi al domani la mia professionalità è stata messa da parte, sono state esclusa dal mio lavoro. Per l’azienda non siamo più medici, abbiamo dovuto lasciare i nostri pazienti. A causa di questi demansionamenti gli organici in esubero si sono ridotti e attualmente sono stati banditi nuovi concorsi. Oggi il Policlinico paga medici che costano il doppio rispetto a noi che eravamo dipendenti universitari”.

Oltre al danno la beffa. I dirigenti medici hanno, infatti,  incontrato numerose difficoltà nella ricerca della documentazione che serve a rendere trasparenti tutti i passaggi del caso. “Abbiamo chiesto l’accesso agli atti – spiega il dottor Pietro Scillitano – , ma finora ci è stato impedito. Ci siamo rivolti al Tar per avere a disposizione atti fondamentali che ci consentiranno di difendere la nostra posizione. Noi vogliamo che il Policlinico migliori nel tempo, ma non possiamo pagare una situazione che accomuna centinaia di dipendenti”.

Andrea Castorina

 

 

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