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Toglietemi tutto, ma non il “passìo”. Tutti contro 16 per l’isola che non c’è più

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fondamentalmente messinaLa caccia alle streghe è iniziata. Il ceppo è pronto nella nuova Salem. Li staneranno e li arderanno vivi, in Via dei Mille o davanti l’Oviesse. Le vittime di questa spietata guerra sono quei poveri sedici consiglieri comunali che hanno ridotto le dimensioni dell’isola pedonale. Vivono braccati, in condizioni psicologiche ai limiti della sopportazione. Sono tutti in analisi, tormentati da incubi in cui l’assessore Cacciola istituisce zone pedonali nei loro quartieri di residenza. Per la gente hanno tradito, hanno agito in malafede, approfittando dell’assenza del sindaco, impegnato ad imporre le sue mani sante sulla fronte sudata dei camionisti sul cavalcavia, per convertirli dalla blasfemia degli autoarticolati alla religione delle due ruote.
Ciò che logora maggiormente in questa condizione di latitanza è il voltafaccia dei loro amici, parenti e sostenitori. Perché in fondo, questi esponenti della cosa pubblica sono solo colpevoli di aver provveduto alle esigenze del loro elettorato. Martellati da amici, negozianti in odor di chiusura, da cugine che non potevano più comprare al volo due mutande da Tezenis, da cognati che solo il caffè da Santoro li sveglia prima di andare in ufficio, da amici che in Via dei Mille si scorre una bellezza, hanno eseguito quello che i loro fedeli elettori avevano chiesto a gran voce. I veri traditi sono loro, gente che adesso regge striscioni ed inneggia all’isola.
E i colleghi consiglieri? Quelli che, al bar del Comune, mentre ingurgitavano la colazione, si lanciavano in anatemi contro l’isola? Con la bocca sporca di zucchero a velo esponevano le loro idee importate da fantomatiche città olandesi o neo zelandesi, in cui millantavano di aver trascorso le ultime vacanze per studiarne la viabilità. E ora, tutti a rilasciare dichiarazioni sulla bontà dell’isola. Ma alla fine, è proprio vero che sono tutti improvvisamente favorevoli? A scavare più a fondo, ognuno ha in mente la propria isola, che mai coincide con il frutto dell’amore fra Renatone e l’assessore Cacciola. Tutti vogliono l’isola, ma ognuno la vuole diversa. Chi la vuole in Via Giordano Bruno, chi sul Viale S. Martino, chi nel centro storico, chi a Mangialupi. Mentre la gente gioca a freccette con la foto dei sedici congiurati.
Che poi, chi glielo doveva dire che una città assopita sotto il pallido sole di questa estate, si sarebbe risvegliata proprio in seguito alla loro presa di posizione. Stai a vedere che in questa città puoi togliere Vara, Fiera campionaria, squadra di calcio, Autorità Portuale, finanziamenti e pace della casa, ma tocchi l’isola e si risveglia la coscienza cittadina. Toglietemi tutto, ma non il passìo. Tutti si lamentavano, ma in fondo si erano abituati, ‘sti messinesi ingrati. In fondo, stanno solo restituendo la via dei Mille e qualche isolato alle auto in doppia fila, ai motorini con le marmitte potenti, ai colpi di clacson e lo stereo a palla. Naturale destinazione delle strade di Messina, checché se ne dica.
A chi dovevano lasciarla un’enorme isola pedonale, poi? Siamo ad agosto, suvvia. A giorni resteranno solo i pensionati sulle panchine di piazza Cairoli, i piccioni sulle rotaie del tram, i tedeschi nei bar e la comunità filippina da McDonald’s. Nei pochi negozi aperti le commesse giocheranno a nascondino o si daranno lo smalto alle unghie maledicendosi l’un l’altra. Siamo realisti, sarebbe stato uno spreco tutto quello spazio pedonale non sfruttato. Non inveiamo contro il Consiglio Comunale, che in fondo l’abbiamo scelto noi, piuttosto ringraziamo questi sedici rappresentanti, senza i quali, Messina sonnecchierebbe ancora all’ombra di un’estate incerta.
Giusy Pitrone

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