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Anni di sofferenze e…a saperlo che bastava un’isola pedonale

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fondamentalmente messinaOnestamente, non se ne può più di tutte queste discussioni sull’isola pedonale. Sembra non ci sia altro argomento in città. E ognuno ha la sua teoria. Quelli che la vorrebbero da Ganzirri al Policlinico, quelli che la vorrebbero spostare a Maregrosso direttamente, quelli che la volevano anche prima, quelli che la vogliono ad Agosto. Quelli che da quando c’è l’isola compro di più, quelli che vado in giro con il collant strappato che da Calzedonia non mi posso più fermare. Basta con le teorie, con le sassaiole in consiglio comunale, con questo continuo sviscerare qualità e limiti di un pezzetto di città chiusa al traffico.
Quando vado dal parrucchiere, vorrei rilassarmi e disquisire su argomenti di spessore, come l’incompetenza della giuria di qualità di Sanremo o dei prodigi del visagista di Barbara D’Urso. In fila alla posta, vorrei discutere dei rimedi naturali contro la cervicale o dell’imprevedibilità meteorologica. Mentre aspetto che mio figlio esca da scuola vorrei affrontare questioni di una certa rilevanza sociale, come la dieta Dukan o il ritorno delle gonne a pieghe. E invece no, sempre e solo isola pedonale. Rivoglio i miei argomenti, ho bisogno della mia normalità. Propongo che nelle scuole, negli uffici, in tutti i luoghi di lavoro si facciano delle sedute di psicoterapia collettiva per l’accettazione del cambiamento e per la metabolizzazione dell’esistenza di questa benedetta isola.
Il problema non è l’impopolarità della zona a traffico limitato, ché ormai è abbastanza chiaro che piace quasi a tutti e che la percentuale dei contrari è bassa. Certo, ci sono quei poveri commercianti che parlano di un grosso calo delle vendite, ovviamente a causa dell’isola, non per il fatto che ormai quasi tutti prendiamo lo stipendio a mesi alterni (chi lo ha ancora) o che l’ammontare delle spese fisse supera la soglia dell’immaginabile. Ci colpa l’isola pedonale se alcuni negozi sono semivuoti, non il fatto che magari, in alcuni di questi, non esista nulla che costi meno di tre rate della macchina.
Ma il fastidio maggiore, ahimè, me lo provocano gli entusiasti. Sebbene io sia decisamente favorevole all’isola, quando incontro questi esaltati isolani, ho l’istinto di prendere la macchina e correre a 120 km orari in Via dei Mille, facendo saltare in aria le transenne, tipo Fast and Furious. Quelli che postano su Facebook foto dei tombini, dei gatti, dei cassonetti, dei vigili urbani, dei netturbini. Quelli che sono felici e soddisfatti come se fosse finita la guerra o il Messina fosse già promosso.
Se a Natale andavi a fare un giro al centro sembrava di stare a Bucarest ai tempi di Ceausescu. Le uniche vendite che hanno subito un’impennata sono state quelle degli antidepressivi. Se un negoziante osava mettere luminarie e darsi un’aria allegra, veniva additato come uno sprecone irresponsabile. Ti veniva voglia di tornare a casa e prendere l’albero di Natale a colpi di accetta. Poi, improvvisamente, il clima di Austerity è tramontato con l’avvento dell’isola. Adesso siamo felici e ogni scusa è buona per festeggiare: musica, spettacoli, mangiatori di fuoco, trapezisti. Niente foto con la scimmietta, semmai col Sindaco o con l’assessore, gratis per giunta. Poco più di due mesi dal Natale, e dalla città dei piccoli fiammiferai ci stiamo trasformando in Rio de Janeiro. Da un momento all’altro mi aspetto che i vigili urbani indossino succinti costumi e ballino la samba in carovana. Col senno del poi, perché non farla prima invece di spegnerci il Natale e le buone intenzioni?
Da ora in poi festeggeremo tutto. L’isola è diventata il salone delle feste. Archiviato il carnevale, ci prepareremo per la Pasqua. Anzi meglio la Pasquetta che è meno religiosa. Quest’anno la scampagnata si farà nell’isola: tutti con le coperte a terra, barbecue a far aria al carbone che non sbracia, teglie di pasta al forno e vino di casa. Probabilmente per l’occasione anche Don Minico si trasferirà all’Irrera. E ovviamente il tutto si ripeterà il 25 aprile e il primo maggio. Felpina sulle spalle, partita di calcetto, fave e pepato: tutti all’isola pedonale. Perché ci piace troppo. Vediamo se per l’estate riusciamo a farci due lidi in quest’isola, autogestiti e gratuiti, s’intende. In attesa della Vara ovviamente, che quest’anno partirà da Santoro per fare la virata in via Maddalena.
Giusy Pitrone

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