Criptovalute in crisi: quale futuro si prospetta?

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Altro brutto crollo delle tanto chiacchierate criptovalute che gela i mercati finanziari. Il Bitcoin ha veleggiato per tutta la settimana intorno ai 10.000 dollari, per poi crollare sotto gli 8000 qualche giorno fa, arrivando a toccare il minimo dallo scorso dicembre quando arrivò a valere 19.000 dollari.

In generale si può parlare di una perdita intorno al 20% di tutte le monete virtuali, con flessioni per Ripple e Stellar che farebbero preoccupare anche il più gelido degli investitori.

Ciò dipende dal fatto che le criptovalute attualmente scambiate sulle varie blockchains non vengono reinvestite ma convertite in Euro e Dollari.

Tutto è sinceramente molto inspiegabile ma il criptomondo ci sta insegnando che la chiarezza non abita da queste parti. Così come siamo rimasti stupiti dall’impennata da record a cui abbiamo assistito nei mesi scorsi, altrettanto non sappiamo spiegarci il crollo di questi ultimi giorni.

Certamente il timore che possa arrivare una tassazione sui guadagni, al momento esenti, spinge i possessori di criptovalute a convertire e anche l’innalzamento del livello dei controlli da parte delle autorità preposte, al fine di scongiurare il proliferare di truffe, non contribuisce a mantenere il clima sereno e gli investitori preferiscono attendere che le acque si calmino. Il ban da parte di Facebook e di Google che hanno vietato qualsiasi forma promozionale e pubblicitaria relativa a Bitcoin e criptovalute ha dato, infine, il colpo di grazia.

Sta di fatto che negli ultimi 30 giorni sono stati bruciati 300 miliardi di euro in criptomonete.

Molti si stanno, dunque, domandando se conviene ancora investire in Ripple, Bitcoin, Ethereum e, soprattutto, si chiedono quale sarà il futuro della moneta virtuale. Ovviamente nessun esperto si sbilancia, in quanto, come abbiamo già detto, il valore di queste criptovalute non è per nulla prevedibile, né in positivo né in negativo.

Bisogna dire però che fra tutti le virtualcoin in voga in questo periodo ce n’è uno, che secondo gli economisti e gli esperti, sembrerebbe garantire una maggior sicurezza: il Ripple. È considerato, infatti, più affidabile del Bitcoin, in quanto, mentre quest’ultimo ha il compito principale di immagazzinare valore, il Ripple è stato appositamente studiato per essere veicolo di trasferimento del valore accumulato.

Si tratta di una criptovaluta che nasce per rendere le transazioni veloci e sicure e per questo motivo e l’unica “moneta” che suscita l’interesse e la curiosità delle banche e delle istituzioni finanziarie internazionali come Credit Agricole o Intesa SanPaolo.

Il crollo di questo periodo potrebbe essere, dunque, un’ottima occasione per investire in Ripple, nell’attesa che, vista la volatilità del settore, venga registrato il prossimo rialzo.

 

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