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Messinambiente, Cgil: «Sul concordato nessun passo indietro»

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Gestione rifiuti a Messina
. Si riaccende il dibattito tra Cgil e Cisl dopo la richiesta portata avanti dalla prima riguardante la modifica di una parte del concordato che segna il passaggio dei dipendenti da Messinambiente a Messina Servizi Bene Comune.

Nelle scorse ore Cgil ed Fp Cgil hanno, infatti, inviato una nota all’Amministrazione comunale, all’avvocato Marcello Parrinello e al liquidatore di Messinambiente, in cui si chiedeva la modifica del punto 4 del documento, riguardante il TFR (Trattamento di fine rapporto). In sostanza, il sindacato ha chiesto all’azienda di anticipare un acconto del TFR pari a 2.000 euro per ogni singolo lavoratore subito dopo l’omologazione del piano concordatario e la rimanente somma entro un anno.

La reazione di Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel, contrarie ai contenuti dell’accordo sin dal principio, non si è fatta attendere: «Apprendiamo con piacere – hanno commentato i segretari provinciali Letterio D’Amico (Fit Cisl), Michele Barresi (Uiltrasporti) e Pietro Fotia (Fiadel) – che la Cgil, seppur in clamoroso ritardo, ha deciso di abbracciare almeno una delle richieste che ormai quasi quotidianamente, da settimane, inoltriamo alla società Messinambiente e a tutta la macchina amministrativa e legale che lavora al piano concordatario».

«Sin dall’inizio delle trattative – hanno ricordato i segretari – avevamo chiesto a gran voce che ai lavoratori fosse corrisposto un anticipo sul trattamento di fine rapporto dopo l’omologazione del piano concordatario e che la rimanente somma fosse saldata entro un anno. Questi erano requisiti di legalità nel rispetto dei diritti dei lavoratori».

«Prendiamo quindi atto con soddisfazione del passo indietro, seppur tardivo, della Cgil» hanno concluso Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel chiedendo, infine, un ulteriore passo indietro” in merito al pagamento delle ferie residue dei dipendenti e all’applicazione della legge regionale per il transito dei lavoratori tramite Srr e poi alla MessinaServizi.

Ma la Cgil, tramite la segretaria confederale Clara Crocé, il segretario della Funzione pubblica Francesco Fucile e il segretario con delega all’igiene ambientale, Carmelo Pino, ha ribattuto precisando che il loro non è stato un passo indietro, e definendo le affermazioni dei sindacati: «Un travisamento delle realtà a proprio uso e consumo: ecco cosa si nasconde dietro le dichiarazioni dei segretari provinciale di Fit Cisl, Uil Trasporti e Fiadel, nel commentare, in modo prevedibilmente strumentale, la nota che Cgil ed Fp Cgil hanno inoltrato alla Messinambiente».

«La richiesta di modifica del punto 4 – hanno specificato – nasce alla luce del fatto che sarà proprio grazie a quei 350 lavoratori che nei giorni scorsi  hanno firmato l’atto di conciliazione, che entro il prossimo 9 febbraio la sezione fallimentare del Tribunale di Messina procederà all’usufrutto del ramo d’azienda e darà quindi modo alla nuova società Messina Servizi Bene Comune di “venire al mondo”».

«Adesso – hanno concluso Cgil ed Fp Cgil – dopo il rinvio al 9 febbraio, e quindi con  la  possibilità di modifica del concordato, abbiamo ottenuto per tutte le maestranze, il pagamento di 2000 euro di acconto, ed entro l’anno la liquidazione di tutto il TFR. Se i lavoratori avessero ascoltato i fautori del fallimento, il TFR l’avrebbero ottenuto dopo sette anni».

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