Gestione rifiuti, la nuova società è ancora un miraggio. Sindacati: “Lavoratori a rischio”

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La gestione del comparto rifiuti in città ha un futuro tutt’altro che certo. Il 31 dicembre scade la proroga che mantiene in vita Messinambiente, ma l’iter per la costituzione della nuova Messina Servizi Bene Comune è ben lontano dall’essere completato.

Giovedì la Giunta ha approvato la delibera relativa all’atto di costituzione della nuova società, rinviando la discussione riguardante il contratto di servizio e il suo affidamento. Palazzo Zanca sta procedendo secondo il diktat  voluto dai revisori dei conti che nei giorni scorsi aveva espresso parere negativo sull’intero programma partorito dall’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua. L’organo ha, dunque, invitato l’amministrazione a proseguire per step, “spacchettando” la delibera in più atti. Un percorso che non si è potuto concludere per un problema squisitamente burocratico.   Lo schema di contratto e il documento che stabilisce l’affidamento del servizio erano, infatti, sprovvisti della firma del dirigente del Dipartimento Ambiente e Sanità Natale Castronovo.

Intanto, i sindacati tengono il  fiato sul collo dell’amministrazione dopo l’incontro di ieri mattina con l’assessore Ialacqua.

“Qui non si capisce più chi ci è e chi ci fa – spiega il segretario Orsa Francesca Fusco -.  È evidente a tutti che entro il 31 dicembre non si potrà riuscire a chiudere l’intera operazione e che se non si vorrà cominciare il 2017 con i cumuli di spazzatura nelle strade sarà necessaria l’ennesima ordinanza volta a prolungare la vita della Messinambiente per il tempo necessario, fatti salvi gli effetti di eventuali provvedimenti di natura processuale. Ialacqua  è stato sufficientemente chiaro nell’esplicitare come in Giunta ci siano ancora resistenze nella prosecuzione della strada imboccata.Questo è assurdo e fa parte delle assurdità di questa amministrazione, ma appare ormai intollerabile che a metterci la faccia vi sia il solo assessore al ramo. Che escano allo scoperto i vari Signorino, Eller, De Cola, il vice sindaco Cacciola, ovvero coloro che per quota parte sono già riusciti ad affossare il progetto Amam. Ebbene, vogliono giocarsi il futuro del settore rifiuti sulle spalle di lavoratori e cittadini? Che almeno si assumano la responsabilità smettendola nascondersi”.

Sulla questione interviene anche la Fit Cisl che tratteggia uno scenario tutt’altro che roseo per oltre centro lavoratori con una nota firmata dai segretari provinciali Manuela Mistretta, Rosaria Perrone e Letterio D’Amico. “Purtroppo i nostri timori si sono avverati: la fine di Messinambiente, prevista per la fine dell’anno, porterà al licenziamento di 110 lavoratori, per i quali non è previsto il transito nella nuova MessinaServizi Bene Comune. Per loro, e per tutto il comparto ambientale, si preannuncia un triste natale ed un inizio 2017 incandescente”.

“Quanto c’è scritto dentro la lettera – spiegano i segretari – è di una gravità inaudita. In pratica, si nega a 110 dipendenti la tutela garantita dalla legge 9 dell’8 aprile 2010, espressamente rivolta ai lavoratori del comparto rifiuti assunti al 31/12/2009 dalle Ato e dalle aziende a partecipazione pubblica superiore all’80% come Messinambiente. Nella lettera firmata dal sindaco di Messina – continuano Mistretta, Perrone e D’Amico – è espressamente indicato che “dovranno trovare utilizzazione e collocazione nel gestore del servizio del comune di Messina” solo 454 dipendenti”. La preoccupazione della Fit Cisl è per il futuro dei 110 che resteranno fuori. «Spiace passare per Cassandre – proseguono i tre segretari – ma quello del riassorbimento del personale era un problema che la Fit Cisl aveva sollevato in tempi non sospetti. Alle nostre legittime domande, l’amministrazione ha sempre risposto con un sepolcrale silenzio. Oggi, la doccia fredda. Altro che “saranno mantenuti i livelli occupazionali”, come da mesi l’assessore all’ambiente Daniele Ialacqua andava spergiurando. I livelli occupazionali sono stati tagliati brutalmente, senza spiegazione e senza alcun preavviso”.

“Questa decisione – concludono Manuela Mistretta, Rosaria Perrone e Letterio D’Amico – aprirà una vertenza che si annuncia già da adesso potenzialmente esplosiva. Speriamo che l’amministrazione possa ripensarci, altrimenti sarà il caos”.


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