Carni infette sui Nebrodi, Gucciardi: “Vigileremo sempre”. Sindacati: “Fatto gravissimo, occorre vigilare”

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La maxi-operazione denominata “Gemma Interferon” effettuata questa mattina dalla Polizia di Stato, ha fatto alzare il sipario sul sistema delle macellazioni clandestine sui Nebrodi. 33 misure cautelari e il presunto coinvolgimento di allevatori, macellai e veterinari dell’Asp di Sant’Agata Militello, fanno capire come per la Procura di Patti questo meccanismo fosse ormai ramificato e consolidato nel tempo.

L’assessore regionale alla Sanità, Baldo Gucciardi, ribadisce come il Governo sul tema della salvaguardia degli allevamenti nei Nebrodi terrà gli occhi aperti esattamente come fatto sin qui: “Da molto tempo l’assessorato alla Sanità è al lavoro per garantire trasparenza e sicurezza ai consumatori, ma anche il rispetto delle norme che regolamentano la filiera agroalimentare. L’operazione di oggi ci dice che siamo sulla giusta strada perché conferma l’attenzione messa in campo anche dalle forze dell’ordine. L’assessorato – continua Gucciardi – ha già attivato una Commissione di indagine per seguire il fenomeno e infatti l’Asp di Messina ha immediatamente sospeso i veterinari coinvolti. Mi congratulo – conclude l’assessore – con la magistratura e le forze di polizia per il lavoro svolto e mi auguro che i controlli per una filiera sana siano continui”.

Il Segretario Generale della Cgil, Lillo Oceano, si focalizza sul danno che queste attività illegali provocano verso quelle lecite: “L’operazione condotta all’alba di oggi prosegue l’attività di indagine condotta dalla magistratura e dalle forze dell’ordine sulle illegalità diffuse che coinvolgono i settori delle attività agricole, di allevamento e pastorizia, di commercializzazione e trasformazione alimentare, sulle quali da tempo assistiamo ad un sempre più pervasivo controllo da parte delle associazioni criminali prive di qualsiasi scrupolo. Le cronache giudiziarie e l’attività di indagine mostrano come tali fenomeni illegali sottraggono importanti risorse, anche pubbliche, alla libera attività economica, distruggendo ricchezza e posti di lavoro, sottraendo opportunità alle comunità. Nei mesi scorsi la vicenda dell’attentato al Presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, collegata alla cosiddetta mafia dei pascoli ed alla truffa dei fondi europei, era la reazione criminale agli importanti risultati che stava producendo il percorso di legalità e contrasto al malaffare con i protocolli di legalità, le attività di indagine e la collaborazione tra Enti e Istituzioni. Le indagini mostrano, inoltre, come queste attività illegali mettono a rischio la salute dei consumatori, utilizzando farmaci vietati nell’allevamento, con macellazione clandestina anche di animali ammalati, sottraendosi ai controlli attraverso la complicità di funzionari pubblici infedeli. Per tali ragioni consideriamo importantissima l’attività svolta dalla  Magistratura e dalle forze dell’Ordine cui va il sostegno e l’incoraggiamento del mondo del lavoro, per l’affermazione anche nel settore agricolo – fondamentale per lo sviluppo della Sicilia – di una piena cultura della legalità”.

Tonino-Genovese-cislPer il segretario Cisl Tonino Genovese si è trattato di “un fatto gravissimo che fa luce su una situazione che ha messo a rischio la salute dei cittadini che inconsapevolmente hanno consumato carni ed alimenti spacciati per buona”.
Già lo scorso 6 giugno, alla vigilia della manifestazione di solidarietà al presidente dell’Ente Parco, Giuseppe Antoci, che i sindacati hanno organizzato a Cesarò, la Cisl con i suoi vertici regionali aveva posto l’accento sulla necessità di controlli approfonditi nella zona dei Nebrodi.
“Quello offerto da parte di dipendenti e funzionari pubblici lo riteniamo irresponsabile perché hanno messo a repentaglio la vita degli inconsapevoli consumatori. Il malaffare, la cattiva gestione, la mancanza di controlli e di verifica nel corso di questi anni sono stati scoperchiati grazie al lavoro oculato e puntuale delle forze dell’ordine e del Palazzo di giustizia”.
Il sindacato lancia quindi un appello alle “Istituzioni pubbliche, soprattutto degli ambienti sanitari, perché assumano ogni iniziativa di verifica, controllo e provvedimenti di ripristino delle legalità, della trasparenza e gestione sana ed oculata della cosa pubblica”.
Per la Cisl occorre dare garanzie e tutela alla parte buona del Paese e del nostro territorio che, fortunatamente, è rappresentata da una considerevole percentuale ma “che inconsapevolmente è ostaggio e succube dei comportamenti scellerati di dirigenti e funzionari di strutture pubbliche che meritano una giusta punizione”.


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