Sfiducia, ciak si gira in aula consiliare

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Trentasei su 40. Un record per l’aula consiliare contare tante presenze di consiglieri nello stesso giorno. Ci voleva la sfiducia per raccogliere un numero di tale portata. Sin qui hanno parlato i capigruppo Mario Rizzo, di Centristi per la Sicilia; Daniela Faranda, di Nuovo Centro Destra, ed Elvira Amata, di Fratelli d’Italia. Tutti e tre hanno seguito la linea della sfiducia. Faranda ha elencato tutto il ‘non mantenuto’ delle promesse da programma elettorale di Renato Accorinti, che dalla sua postazione non batte ciglio e pare che il conto non sia suo. Probabilmente perchè forte dell’appoggio di un folto stuolo di suoi accaniti sostenitori, che dall’alto assistono alla seduta straordinaria d’aula e non disdegnano rumoreggiare, disturbando il momento ‘storico’ dell’amministrazione Accorinti.

Poi, come promesso, Carlo Abbate, del Gruppo Misto, ha comunicato il suo no alla sfiducia. “Non sono d’accordo con la mozione- ha detto in aula- non mi unisco. Non mi candiderò mai più per questa città. Non volevo che la mozione si presentasse, non ci sono state riunioni preparatorie per discutere di ciò che si vuole mettere in atto. L’unica nota positiva è la possibilità di confronto franco e schietto. Elencare le problematiche serve a poco , prevale il populismo che esclude la politica. Non ho votato Accorinti, mi batto però affinché governi per tutto il suo mandato per dimostrare quanto riesce a fare. L’elencazione dei problemi della città dovevano farla gruppi e associazioni nuove alla politica, ma invece proviene da gruppi ben radicati”.

Pio Amadeo (Sicilia Democratica) ad Accorinti: “Non le concederò di essere l’agnello sacrificale. Uniche vittime e martiri sono i cittadini, specie quelli che l’hanno votata per il cambiamento.”  Amadeo vota no alla sfiducia.

Si astengono dal voto i forzisti Carmelina David, Francesco Pagano e Benedetto Vaccarino, quest’ultimo unico a parlare in aula in rappresentanza degli altri due: ” Momento meno opportuno per la sfiducia. Siamo contrari ma vogliamo un cambio di rotta su verde pubblico, rifiuti, e decentramento amministrativo. Non sosteniamo una sfiducia tardiva e ci asteniamo alla mozione che possa consentire all’amministrazione di lavorare.

Giuseppe Santalco, come aveva anticipato, si è invece dichiarato favorevole al cambio di rotta, ma con riserva. Sì alla sfiducia a meno che. Ha detto infatti: ” Amministrazione priva di capacità, 5 assessori si sono susseguiti, abbiamo votato anche atti discutibili ed è dovuto intervenire anche il segretario generale su Gettonopoli. Volevamo rimandare la sfiducia ma la crisi dei rifiuti ci ha convinto ad apporre le firme. La nuova società ( la Messina servizi bene comune ndr) è figlia di una visione ideologizzata. La nostra sfiducia non è solo politica ma sta nei fatti. Il risanamento è stato tradito, lo sbaraccamento di via Taormina è rimasto a metà, il piano di riequilibrio è uno specchietto per le allodole, non se ne hanno più notizie, si sono perse le tracce del bilancio 2017, il mercato Muricello è stato ristrutturato solo grazie ai fondi Tasi utilizzati dal consiglio. L’onestà è la base di ogni essere umano non è un optional. Adesso dipende da lei, sindaco, se continuerà così la sfiducia sarà una logica conseguenza, altrimenti sono disposto a continuare il mio mandato in piena coscienza”.

Insomma, c’è più di uno spiraglio aperto al no alla sfiducia. E così fosse, con Santalco che ‘scavalca il filo spinato’ ingrossa la fila dei genovesiani a favore di Accorinti sindaco ancora ( dopo Pagano, Vaccarino e David).

Poi arriva il momento del capogruppo di Forza Italia, Giuseppe Trischitta, che non risparmia al consiglio un intervento fatto con la consueta enfasi:”Non ha ridotto le indennità degli assessori, questo non è onesto e incoerente con quanto detto in campagna elettorale. Mi domando se è onesto un sindaco di un Comune in predissesto che fa decine di viaggi e si fa rimborsare anche le spese minime. Ho sostenuto la giunta nei momenti che ritenevo opportuni, ma solo per votare gli atti importanti per la città. Ha accettato la tessera gold della Caronte&Tourist , la mattina attacca i Franza e ferma i Tir a mani nude ma la sera traghetta gratis utilizzando le compagnie private. Lei ha fatto l’accordo con l’onorevole Leanza per restare in sella, però ha fatto fuori l’assessore Panarello e ha nominato la Ursino che piace a quei privati che attaccate ma che vi finanziano le iniziative. Tutto quello che è stato fatto è grazie ai fondi Tasi stanziati da questo consiglio comunale, dopo quattro anni non c’è più giustificazione: dovete andare a casa. Lei è talmente il sindaco degli ultimi e dei poveri che ha abbandonato la Casa di Vincenzo al suo destino, ormai  i diseredati sono solo uno slogan. Lei non parla mai bene di Messina, dice solo che qua c’è la mafia e si viene da anni di cattiva amministrazione. Su 69 punti del suo programma non ne ha realizzati 67. Lei ha perso anche se non viene sfiduciato, domani dovrebbe presentare le sue dimissioni”.

Particolarmente sentito anche l’intervento del capogruppo di Cambiamo Messina dal Basso, Lucy Fenech:”Questa sera sono dette delle falsità. Da tempo si sta organizzando un divorzio, adesso si stanno cercando tutte le argomentazioni anche in modo strumentale per giustiificare questa sfiducia, senza che si guardi alle buone intenzioni. Accorinti, il 19 luglio del 2013, disse che aveva 40 consiglieri comunali. Sindaco e amministrazione si sono presi tanti insulti da parte dei consiglieri. Un vero matrimonio non c’è mai stato ma un’unione sì, noin è facile ripristinare questa unione però dobbiamo provarci. Abbiamo sentito che la sfiducia la vuole la città, nonostante tutto 3mila e 500 cittadini hanno firmato a favore di questa amministrazione e voglio rivolgere il mio ringraziamento a queste persone. L’amministrazione non ha tradito il programma, tutto quello che è stato fatto è avvenuto nel solco di quella campagna elettorale. Le Circoscrizioni sono importanti, mi dispiace che chi ha proposto questa sfiducia non si sia confrontato anche con quei consiglieri e presidenti che vivono le periferie. Si rischia la paralisi amministrativa, se la sfiducia fosse stata votata dieci giorni fa non ci sarebbe stata la firma per il secondo Palagiustizia e la nascita della Messinaservizi Bene Comune”.

In seguito,  il momento più atteso, quello dell’intervento del sindaco Accorinti accolto dal pubblico con un applauso da stadio:”Chiedo che parlino tutti gli assessori, perchè è giusto che la città sappia cosa è stato fatto. Sono fiero delle professionisti che ho scelto, dico grazie a tutti anche a quelli che adesso non fanno più parte della mia squadra. Mai nessuna amministrazione è stata sfiduciata nella storia di questa città, se proprio dobbiamo andare via lo vogliamo fare dicendo la verità alla città. Con molti di voi ho idee diverse, ma ciò accade nelle famiglie. Un’amministrazione deve essere sfiduciata solo se il sindaco ha connivenze mafiose e compie ruberie. Da tre anni e sete mesi lavoriamo senza sosta, ma non mi sento migliore di tutti. L’onestà non è una mia prerogativa, hanno spiato la mia mail istituzionale, ho denunciato il fatto alla Polizia Postale ma non hanno trovato nulla. Ma la storia di questa città ci dice che l’onestà spesso non è stata una prerogativa, così si avvelena la democrazia ma io attacco sempre l’errore e non l’errante. Le istituzioni sono sacre, se ero a prescindere contro la Prefettura, ad esempio, lo sarei anche adesso ma con il nuovo Prefetto abbiamo un rapporto straordinario. Ho voluto lo smantellamento della tendopoli del Palanebiolo e la creazione del tavolo tecnico che si è svolto ieri a Reggio Calabria per discutere del passaggio dei Tir nello Stretto. Per i ritardi sui bilanci ho avuto l’onestà di scusarmi con la città. Il secondo Palagiustizia si aspettava da trent’anni, perchè non è stato fatto prima? spero che tornino i partiti di un tempo, adesso tre mesi prima delle elezioni si aprono le saracinesche che vengono chiuse il giorno dopo del voto. Su 67 trasferte che ho fatto ben 31 sono a costo zero. Di inciuci non ne faremo, se andremo via lo vogliamo fare con l’animo sereno. Molte cose non le abbiamo potute fare per via dell’assenza dei fondi. Ieri abbiamo approvato la delibera per la Variante di Salvaguardia del Prg, il Porto di Tremestieri ormai ci siamo e siamo rientrati anche nel Bando per le Periferie. E’ stato chiuso il debito con Bnl e non molleremo neanche il dialogo con la banca Dexia. Stiamo cercando di andare avanti per la nostra strada ma non è in concorrenza con quella del consiglio, ci saranno tavoli tecnici e c’è tanto lavoro da fare, per risollevare le sorti della città ci vorranno decenni”.

Il discorso di Accorinti è stato accompagnato da cori e applausi provenienti dalla piccola tribuna che sovrasta l’Aula. Una vera e propria curva da stadio, pronta a contestare senza mezzi termini i consiglieri durante i loro interventi.

A prendere la parola è stato poi il capogruppo dei Dr Nino Carreri. “Ringraziamo il Sindaco per quel poco che è riuscito a fare, votiamo la sfiducia sperando che si apra una nuova stagione per la città, che si dia spazio ai giovani. Insieme al Pd siamo pronti a rappresentare la spina dorsale futura di questa città. Siamo coscienti di dover intervenire subito ed impedire il realizzarsi di un disastro annunciato. E se resterete in carica, sarete destinati a fare ancora peggio. Non è credibile tentare di rimediare con un patto di fine mandato. Se i messinesi dovessero avere la sfortuna di avervi per un altro anno, portate in Aula il Piano regolatore, deve svelarlo ai cittadini, si discuta del regolamento Cosap, vi abbiamo chiesto di realizzare un’isola pedonale in ogni Quartiere, avete fatto orecchie da mercante. Questo è il vero Patto utile alla città”.

 

Deciso l’attacco del capogruppo del Pd, Antonella Russo:”O si costruisce un percorso per la città o si continua a tirare a campare con una politica che non piace più a nessuno. In tanti hanno abbandonato la nave come Marano, Mazzeo, Rizzo, Spadaro, Lo Presti, Sturniolo. Cosa pensano adesso queste persone davanti a patti che lei tenta di stipulare con quella che lei definisce malapolitica? Accorinti si è recato da Renzi che aveva prima sbeffeggiato durante una trasmissione radiofonica, il Sindaco disdegna i partiti, ma poi li cerca. In tema finanziario non possiamo dimenticare i ritardi con cui è stato approvato il Previsionale 2015 e dire che i conti del Comune sono risanati è come bestemmiare, non si nomini neanche il bilancio del 2017 che ancora non conosciamo. Stendiamo un velo pietoso su Messinambiente che acquista mezzi pur avendo 60 milioni di debiti e in liquidazione da anni. Dopo la Multiservizi fallita, si è passati alla Messina Servizi Bene Comune che non è altro che un contenitore vuote che sarà riempito con l’eredità di Messinambiente. C’è poi l’Amam con un presidente più volte invitato a dimettersi ma rimasto sempre sulla propria poltrona. Sul filo di lana sono stati annunciati i bandi per i servizi sociali. Avrebbe dovuto aprire un tavolo tecnico per il governo per salvaguardare gli interessi della città, soprattutto sul tema dell’Autorità portuale. Sul porto di Tremestieri e via Don Blasco non fate altro che portare avanti ciò che era stato già programmato dalle passate amministrazioni”.

A tratti sopra le righe l’intervento di Libero Gioveni, che spesso ha utilizzato termini dialettali per ribadire il proprio parere favorevole alla sfiducia:”Questa esperienza in Consiglio Comunale mi ha lasciato tanti, ci hai apostrofato come “burattini”, “indegni” o “certa gente”. Io ti ho sempre incalzato in modo costruttivo riconoscendo la tua onestà, ripenso a tutti quelli che ti hanno abbandonato come Nina Lo Presti e Gino Sturniolo, Antonio Mazzeo o Clelia Marano. Io mi sono sempre staccato dalla politica dei burattinai, non sono libero solo di nome ma anche di fatto. Se voto la sfiducia è per una scelta condivisa insieme al mio gruppo, in qualche punto la delibera è superata ma è attuale in molti altri. Avevate promesso la rivoluzione dei servizi sociali, i bandi non sono stati pubblicati ma soprattutto ci continua a non essere la gestione diretta, i lavoratori devono continuare ad elemosinare gli stipendi dalle cooperative. Renato, tu ti sei dimenticato delle scuole e con loro del tuo passato da insegnante, ma ciò che è successo con il mancato funzionamento degli impianti di riscaldamento è vergognoso”.

Giuseppe De Leo, ribadisce il proprio parere contrario alla mozione di sfiducia:”Se il sindaco non ha rispettato il programma non deve risponderne al consiglio comunale ma ai cittadini alle prossime elezioni. L’Amam è stata gestita da qualche partito per trent’anni, nessuno batteva ciglio, questa amministrazione sta avendo le stesse difficoltà delle altre. Se ci sarà la sfiducia passerà un documento fatto da chi era qui anche nella passata amministrazione, quando c’era un sindaco a cui non importava nulla della città tanto da abbandonarla per andare a fare il deputato regionale. Per me andava dichiarato il dissesto, andava fatta pulizia e alle future generazioni andava lasciato un comune più snello e libero. Una mozione balorda, a luglio ci sono state delle firme poi a distanza di mesi se ne sono aggiunte altre, ma non è certo così che si può pensare di mandare a casa un’amministrazione. Per me chi deve andare a casa è un consiglio delegittimato”.

Critico anche il consigliere Carlo Cantali:”Un’amministrazione nata dalla rabbia dei gruppi che l’hanno sostenuta, si è sempre incitato al dialogo ma ciò non è mai avvenuto”.

Piero Adamo (SiAmo Messina) ribadisce la posizione già espressa nel settembre del 2015:”La raccolta delle firme è sembrata un reality, ma questa sfiducia è un atto amministrativo di cui tenere conto. Io nel settembre 2015 presentai una mozione di sfiducia che inviai a tutti i gruppi. Già allora notai una vera e propria implosione del “mondo Accorinti”. La questione dell’attraversamento dei Tir e della concessione della Rada San Francesco sono stati affrontati a suon di slogan. I servizi sociali hanno vissuto due periodi, da Mantineo, che andò via sbattendo la porta, alla Santisi per una rivoluzione che tarda ad arrivare. Avete smantellato l’ufficio programmi complessi, una delle poche cose buone lasciate da quelli che c’erano prima. La città è divisa e lacerata, da pacifinto non perso mai un’occasione per fare polemica, voi avete creduto di essere gli unici portatori del bene. Nel suo intervento lei ha mistificato la realtà, non siete gli unici a fare politica ma ci sono tante altre realtà che si impegnano in modo . Ribadisco la posizione espressa nel 2015, sogno una terza via perchè non voglio la restaurazione ma neanche l’approssimazione vista in questi anni”.

Il consigliere del Partito Democratico, Claudio Cardile, annuncia il suo parere negativo alla mozione, prendendo le distanze dalla sua capogruppo:”Troppi cittadini pensano che la politica voglia fare fuori il sindaco onesto ma scarso e di questo dobbiamo tenere conto. Cosa cambierebbe con un nuovo sindaco a giugno? cari colleghi, non vi rendete conto che state facendo un martire? per ciò annuncio il mio No alla mozione di sfiducia”.

Ha preso poi la parola il consigliere dei Progressisti Democratici Nicola Cucinotta. “Accorinti ha utilizzato la sindacatura in modo strumentale per promuovere la sua persona e i primi che hanno deciso di abbandonarla sono stati due consiglieri come Lo Presti e Sturniolo che, pur di non avallare il suo gioco, si sono dimessi e oggi se fossero qui, voterebbero la sfiducia. Siamo arrivati al capolinea, questa è una decisione che rappresenta l’atto estremo nei riguardi di un Sindaco che ha portato la città verso il basso. Continuare a far amministrare la città da Accorinti significherebbe prolungare il suo declino. Ma penso che il Sindaco rimarrà in carica fino al 2018 e anche oltre. Votare la sfiducia è un atto di responsabilità, chi si tira indietro dopo aver firmato la mozione è un codardo. E’ giunto il tempo di gettare la maschera, chieda scusa alla città”.

Una vera e propria arringa difensiva nei confronti di Accorinti quella presentata in Aula dal Cecilia Caccamo. “Siamo risaliti da un abisso finanziario, tentare di riportare in vita le Partecipate. Lo abbiamo fatto senza esperienza ma mettendoci l’anima e commettendo a volte errori. Non nascondiamo i nostri limiti, ci siamo scusati più volte davanti alla città cosa che avrebbero dovuto fare chi c’era prima di noi. I meriti di questa amministrazione i cittadini li hanno riconosciuti, raccogliendo firme e partecipando a sondaggi e petizioni online. La sfiducia comporterebbe una battuta di arresto a tutti i processi amministrativi che non possono essere lasciati al commissariamento”.

Provocatoriamente, il consigliere Daniele Zuccarello ha proposto le dimissioni in massa del Consiglio. “Forse è meglio che andiamo tutti a casa e prendiamo l’esempio di Agrigento firmando in massa le dimissioni e lasciando la Giunta sola ad operare. Non voglio concedere alibi a nessuno”. Per coerenza voterò la sfiducia che ho sottoscritto già a luglio, sposando il progetto di Area Popolare. Sono stato vicino al Sindaco per la battaglia contro i tir o per manifestare a favore dell’isola pedonale. Con Accorinti ho depositato gli atti in Procura su Messinambiente. Poi sono passato all’opposizione di una Giunta che reputo incapace di amministrare questa città. Le dichiarazioni alla stampa non corrispondono a quelle che la Giunta rilascia in Consiglio. Accorinti ha diviso la città in buoni e cattivi, siamo stati chiamati ‘certa gente’. La mozione avrebbe comunque dovuto creare un’alternativa, il tempo c’era, ma ciò non è accaduto. Quando è stata partorita la sfiducia c’erano i presupposti per interrompere tutto, poi tutto è caduto nel dimenticatoio, per poi ritrovarsi di fronte all’accelerata finale che ha portato alle 17 firme. Non ho capito cosa sia successo, ho il dubbio che la mozione sia stata strumentalizzata. Voto per coerenza, per salvare la faccia”.

L’ennesima interruzione dei lavori si è avuta quando il pubblico presente in Aula si è girato di spalle durante l’intervento del consigliere Donatella Sindoni. Il capogruppo di Forza Italia, Giuseppe Trischitta, ha dunque chiesto di sospendere il dibattito. Sono intervenuti, dunque, i Vigili Urbani per sgomberare la tribunetta. All’1.40, il presidente del Consiglio Emilia Barrile ha chiesto alle forze dell’ordine di sgomberare l’Aula per poi riprendere la seduta a porte chiuse. All’1.54 Donatella Sindoni chiede nuovamente al presidente Barrile di far sgomberare l’Aula per poi annunciare il voto favorevole alla sfiducia”.

Non risparmia critiche neanche Simona Contestabile:”Accorinti eletto da chi ha scelto un voto di protesta, non l’ideologia. Lo dimostra la mancata presenza in Aula di una maggioranza, abbiamo dovuto fare i conti con una pochezza amministrativa”.

Alto No alla sfiducia da parte del Pd, è quello di Pietro Iannello:”Un sindaco può essere sfiduciato solo dagli elettori, ma non è questo il caso. Spero che nell’anno e mezzo che resta si possano raggiungere gli equilibri, si è trovato a dover affrontare problemi non addebitabili a questa giunta. Fallimentare la gestione dei rifiuti, adesso si ricorre alla costituzione di una nuova società, ma così non si risolvono i problemi. Vorrei ringraziare l’assessore Eller, grazie al suo lavoro si sono rimessi i conti a posto, ma le condizioni della città non sono migliorate. Per quanto mi riguarda può continuare a governare”.

Fabrizio Sottile, capogruppo di SiAmo Messina, dice Sì alla sfiducia e critica Accorinti per la mancata gestione dei rapporti istituzionali:”Una sfiducia fatta senza nè capo nè coda, ma una volta che arriva in aula bisogna prenderne atto. Il fallimento è di tutti quanti, se c’è una sfiducia vuol dire che c’è una classe dirigente che va a casa. Accorinti ha fallito sotto il profilo umano, verso il consiglio comunale non sono mai state spese parole concilianti, tante volte ha perso occasioni per cercare di rimettere in sesto un rapporto tra le parti che è ormai deteriorato.Questa giunta si è dimenticata i progetti per le scuole, l’ex Gil è stato chiuso, insomma il sindaco ha fallito proprio sul suo campo”.

A difendere Accorinti ci pensa il consigliere di Cambiamo Messina dal Basso, Ivana Risitano:”Non ritengo vero che ci sia stata l’assenza di dialogo da parte dell’amministrazione, la presenza degli assessori è verificabile dai registri delle sedute di commissione. Non c’è stato alcun isolamento istituzionale, andiamo a vedere quante altre volte è stato l’ex Prefetto a tagliare i ponti. La questione morale non è poca cosa, ricordiamoci quali siano stati i risvolti dell’inchiesta “Matassa”. Le tensioni sociali fanno parte del nostro tempo. Renato ha creato delle aspettative molto alte, però chi è degno della fiducia che questa sera si vuol togliere al primo cittadino. Il sindaco non è il solo ad aver perso i compagni di avventura, quanti consiglieri eletti tra le fila del Pd sono passati a Forza Italia seguendo Francantonio Genovese? In tre anni abbiamo triplicato la raccolta differenziata e aumentato gli autobus, sono stati fatti i contratti di servizio delle società partecipate e i bandi dei servizi sociali”.

Chiude gli interventi di questa seduta fiume, l’esponente del Pd, Gaetano Gennaro, che annuncia il proprio parere negativo alla sfiducia:”Non ho bisogno di fare la lista della spesa. Quella rivoluzione annunciata, sotto il profilo amministrativo, era difficile da raggiungere in tre anni. La mozione poteva avere un fondamento in quel momento storico, la corsa alla firma non ha avuto nulla a che vedere con l’avvicendamento politico nei confronti dell’attuale amministrazione. Chi vuole sfiducia un sindaco si candida ad amministrare, non credo che i consiglieri comunali possano farsi portavoce della città. Io valuto negativamente l’operato dell’amministrazione, ma non posso dare un parere positivo a questa sfiducia. Abbiamo fatto una seduta guardando indietro, questa città ha bisogno di una politica che volga il proprio sguardo in avanti”.

Ecco l’esito della votazione: 23 voti favorevoli, 5 astenuti e 10 contrari. La mozione di sfiducia è respinta, l’amministrazione Accorinti è salva.

 

 

 

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  1. facendo i conti sono 38 e non 36

    1. Bravo, ma quando è stato scritto l’articolo erano 36. Gli altri 2 sono arrivati dopo

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