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Sfiducia, Barrile mette le cose in chiaro:”Nessuna telefonata da Genovese. Ora l’aula non ha più alibi”

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A quarantotto ore di distanza dalla mancata approvazione della mozione di sfiducia, Emilia Barrile rompe il silenzio e lo fa per mettere il consiglio comunale davanti alle proprie responsabilità, ma anche per smentire qualche retroscena di quelle ore convulse. Gli strascichi del voto di mercoledì notte si fanno ancora sentire, anche se in molti vedono nel presidente del civico consesso la grande vincitrice, almeno sotto il profilo politico, della lunga contesa che si è svolta in aula per oltre dieci ore.

C’è chi ha visto nel fronte genovesiano il salvagente di Accorinti, ma la Barrile mette le cose in chiaro :”Ho sentito dire che Genovese ci avrebbe telefonato a poche ore dalla seduta per dire a me a qualche altro consigliere di astenerci, questa voce non ha alcun fondamento. Non c’è stata alcuna telefonata – ha commentato la Barrile – Genovese ci ha lasciato massima autonomia e libertà di scelta. Le nostre astensioni hanno fatto la differenza? Certo, in un contesto in cui lo scarto tra il Sì o il No si è rivelato minimo, tutto fa la differenza, anche i tre pareri contrari del Pd. Credo che alla lunga abbia semplicemente prevalso il fatto che questa sfiducia la volessero veramente in pochi”.

La sua firma sulla mozione non è coincisa con il voto favorevole in aula, un dietrofront che la Barrile spiega così:”Nessuno mi può accusare di non aver voluto che la sfiducia arrivasse in aula, la delibera è stata discussa anche grazie alla mia firma, credo di aver svolto il mio ruolo in maniera onesta senza mancare di rispetto a nessuno. Adesso gli alibi sono caduti, l’aula ha discusso una sfiducia e non ci sono stati i numeri per supportarla ma il consiglio comunale deve andare avanti fino alla fine e produrre atti. Se questo non sta bene a qualche consigliere allora è meglio dimettersi”.

Infine, la Barrile parla del clima che si è creato attorno all’argomento sfiducia e che ha portato il fronte accorintiano in massa a Palazzo Zanca:”Sicuramente chi ha firmato e votato la sfiducia si è fatto portavoce di una parte della città che andava ascoltata, ma noi dobbiamo ascoltare tutta la cittadinanza. E’ innegabile che mercoledì sera le presenze a sostegno dell’amministrazione erano di gran lunga superiori rispetto a chi invece si augurava che la sfiducia andasse in porto. E’ vero che spesso sono dovuta intervenire perché il pubblico ha avuto degli atteggiamenti irriguardosi nei confronti dei miei colleghi, ma chi ha seguito dieci ore di dibattito va comunque rispettato. Mercoledì in aula è mancato il polo del Sì alla sfiducia che non è uscito di casa per far sentire la propria voce se non attraverso qualche post su facebook”.

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